tiamaster
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sabato 24 settembre 2011
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un bellissimo film
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"onora sidney lumet" è il titolo adatto a questo stupendo film,sidney lumet che nella sua vita haimè conclusa ha fatto sempre ottimi film,ma questo è in assoluto il suo miglior film,assolutamente idimenticabile,veramente bello.
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dandy
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giovedì 31 marzo 2011
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prima che il diavolo s'accorga che sei morto.
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Dopo l'imbarazzante "Prova a incastrarmi"e lo sfortunato"Strip search" Lumet torna in sella alla grande raccontando lo sfascio dei valori di una famiglia in una società che spera solo di farla franca qualunque cosa accada.I flashback,come ne "Le Iene",non sono esonerativi,e più che centellinare i colpi di scena,servono a far emergere graduatamente l'abiezione dei personaggi.Così che,un pò come in "Frago", la tragedia finisca per nascere dall'evolversi della stupidità e del male di persone comun, più che dal susseguirsi catastrofico degli eventi.Il male che nasce dallo squallido e dall'ordinario.
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Dopo l'imbarazzante "Prova a incastrarmi"e lo sfortunato"Strip search" Lumet torna in sella alla grande raccontando lo sfascio dei valori di una famiglia in una società che spera solo di farla franca qualunque cosa accada.I flashback,come ne "Le Iene",non sono esonerativi,e più che centellinare i colpi di scena,servono a far emergere graduatamente l'abiezione dei personaggi.Così che,un pò come in "Frago", la tragedia finisca per nascere dall'evolversi della stupidità e del male di persone comun, più che dal susseguirsi catastrofico degli eventi.Il male che nasce dallo squallido e dall'ordinario.Un tentativo riuscito di cercare di scuotere gli spettatori americani ormai atrofizzati da commediole e blockbuster indistinguibili l'uno dall'altro.Infatti è stato un mezzo flop al botteghino.Il titolo originale allude ad un brindisi irlandese.Di"arrivare in paradiso mezz'ora prima che il diavolo si accorga che sei morto".
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nalipa
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lunedì 27 dicembre 2010
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sidney lumet
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Alla rispettabile età di 82 anni ha firmato questo splendido film, dove evidenzia ancora una volta l'immagine distorta che l'America ha di se stessa e costruisce un noir cluaustrofobico e provocatorio su rapporti famigliari, fallimenti, risentimenti e perdita di valori.
Lo svolgimento della vicenda é spezzata poi unita e, creando una bella tensione, riprende sempre dallo sguardo dei protagonisti...non sono flasback, ma salti temporali dove presente e passato si incastrano per formare il quadro di una catastrofe familiare.
Ottimi gli interpreti.
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g. romagna
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sabato 6 novembre 2010
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onora il padre e la madre
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Andy ed Hank, due fratelli, si ritrovano in serie difficoltà economiche. Andy, il più grande dei due, decide di eliminare i problemi d'entrambi organizzando una rapina in una gioelleria. Non una gioielleria qualunque: quella dei genitori. Il piano è semplice e, apparentemente, indolore: Hank dovrà entrare mascherato all'apertura (quando è presente solo la commessa) e farsi consegnare la refurtiva armato di una pistola giocattolo. L'assicurazione rifonderà il tutto ed il danno patrimoniale per i genitori sarà nullo. Tutti i beni rubati saranno poi rivenduti ad un ricettatore. Il più piccolo dei due è riluttante, ma alla fine, viste le sue difficoltà, si fa convincere. Alla vigilia del colpo tuttavia, non sentendosi pronto per un'azione del genere, assolda come esecutore un suo conoscente più esperto nella pratica.
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Andy ed Hank, due fratelli, si ritrovano in serie difficoltà economiche. Andy, il più grande dei due, decide di eliminare i problemi d'entrambi organizzando una rapina in una gioelleria. Non una gioielleria qualunque: quella dei genitori. Il piano è semplice e, apparentemente, indolore: Hank dovrà entrare mascherato all'apertura (quando è presente solo la commessa) e farsi consegnare la refurtiva armato di una pistola giocattolo. L'assicurazione rifonderà il tutto ed il danno patrimoniale per i genitori sarà nullo. Tutti i beni rubati saranno poi rivenduti ad un ricettatore. Il più piccolo dei due è riluttante, ma alla fine, viste le sue difficoltà, si fa convincere. Alla vigilia del colpo tuttavia, non sentendosi pronto per un'azione del genere, assolda come esecutore un suo conoscente più esperto nella pratica. Tutto però va storto: la commessa, che doveva curare il nipotino, è stata sostituita dalla madre dei due, ed il rapinatore assoldato è armato di una reale pistola. La mamma dei fratelli non resta inerme e, durante il furto, reagisce sparando. Nello scontro a fuoco ella rimane gravemente ferita, e il ladro muore. Di lì a poco anche la donna morirà. Per il marito Charles il colpo è devastante, e così il senso di colpa che pervade i due figli. Charles cerca di risalire al mandante dell'omicida, mentre Hank deve persino sfuggire al cognato del bandito morto che cerca di estorcergli del denaro minacciandolo di morte. Ad Andy tutto va a rotoli: al lavoro rischia il licenziamento per questioni professionali e scopre persino che sua moglie lo tradisce con il fratello. E' l'inizio di una nuova fase: il senso di colpa in lui lascia gradualmente il posto ad un disperato cinismo che lo spinge non solo alle più orribili bassezze pur di salvarsi dalla terribile situazione in cui si è cacciato, ma anche ad un'operazione psicologica di autoassoluzione con la quale cercherà di proiettare sul fratello - e addirittura sui genitori, rei di aver sempre preferito quest'ultimo a lui - tutte le colpe connesse al tremendo misfatto compiuto (folgorante è in tal senso la scena in cui il padre, disperato per la morte della moglie, fa mea culpa con lui per gli errori commessi nel ruolo di genitore e, anzichè ricevere consolazione nel suo dolore, viene apertamente attaccato da Andy per la presunta disparità di trattamento con la quale è stato cresciuto). Restano comunque da trovare i soldi per salvare la vita ad Hank, e poi c'è Charles che, pur non sospettando minimamente di quella che è la realtà dei fatti, pare molto risoluto nel cercarla... Lumet, con un intreccio intenso, avvincente, ricco e strutturato in flashback (focalizzati ogni volta su un personaggio diverso) che arricchiscono man mano la narrazione di tutti i particolari necessari per decrittare la vicenda dà luogo ad un film mirabile e di enorme bellezza in cui la disperazione umana, coniugata in tutte le sue forme, raggiunge vette raramente meglio espresse da un'esperienza cinematografica. Un tunnel buio, fatto di sottile scandagliamento psicologico, ci guida in questo abisso di disperazione familiare in cui i due fratelli reagiscono antiteticamente agli eventi: l'uno facendosi sopraffare dalla tragedia, l'altro cercando di imporsi cinicamente per mascherare a se stesso la completa devastazione che ha lo ha irretito. Solo per uno dei due la realtà ha però lasciato una via di fuga, anche sè, alla fine degli eventi, non è poi così chiaro a chi davvero sia stato riservato tale privilegio...
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mr.qwerty
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venerdì 5 novembre 2010
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un grande prodotto firmato lumet
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un film molto crudo,convincente e nello stesso tempo anche noir.Un prodotto "by Sidney Lumet" dove si vivono profondamente le situazioni sia economiche che familiari di questi due fratelli!Un prodotto originale nel suo genere.
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giugy3000
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sabato 2 ottobre 2010
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la rapina dei valori
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Due fratelli. Due caratteri diversi.Due vite diverse.Il maggiore,Andy, un uomo tutto d'un pezzo ha fatto carriera in un'azienda che non ama e passa un giorno sì e un giorno no da uno spacciatore per rifornirsi di ottima cocaina. Il minore, Hank, è un tipo stralunato senza ambizioni, padre di una figlia a cui non riesce nemmeno a pagare gli alimenti. Entrambi sono accumunati da un unico desiderio: dare una svolta alla loro vita, pensare esclusivamente a se stessi e al loro futuro; per fare ciò tutti quello di cui hanno bisogno è...soldi.
Fin qui la trama dell'ultimo lavoro di Lumet pare una gangsterat americana senza scrupoli, ma ecco che avviene il colpo di scena: il luogo dove si consumerà l'efferata rapina da 600 milioni di dollari "resterà in famiglia" perchè verrà effettuata nella gioielleria a conduzione dei loro genitori.
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Due fratelli. Due caratteri diversi.Due vite diverse.Il maggiore,Andy, un uomo tutto d'un pezzo ha fatto carriera in un'azienda che non ama e passa un giorno sì e un giorno no da uno spacciatore per rifornirsi di ottima cocaina. Il minore, Hank, è un tipo stralunato senza ambizioni, padre di una figlia a cui non riesce nemmeno a pagare gli alimenti. Entrambi sono accumunati da un unico desiderio: dare una svolta alla loro vita, pensare esclusivamente a se stessi e al loro futuro; per fare ciò tutti quello di cui hanno bisogno è...soldi.
Fin qui la trama dell'ultimo lavoro di Lumet pare una gangsterat americana senza scrupoli, ma ecco che avviene il colpo di scena: il luogo dove si consumerà l'efferata rapina da 600 milioni di dollari "resterà in famiglia" perchè verrà effettuata nella gioielleria a conduzione dei loro genitori. Hank all'inizio tenta di ritrarsi dal proposito, ma il piano di Andy pare essere costruito a genio secondo una linea semplice e diretta. Loro diventeranno ricchi e i loro genitori si potranno sempre rifare con l'assicurazione a copertura dei furti. Dalla prima all'ultima mossa però la rapina (il cui "capo" è Hank) è un fallimento totale: non solo non ottengono un centesimo, ma la loro madre verrà colpita da una fucilata al cuore, segnandone la morte.
Recitato eccezionalmente da due stupendi interpreti, "Onora il padre e la madre" si conferma il piccolo capolavoro della carriera del regista di "Quinto potere". Questo acutissimo dramma a sfondo sociale segna la fine di ogni valore umano davanti al mero denaro, il dissolvimento del più elementare dei comandamenti non solo della religione cristiana. Qui la catena dell'avarizia innesca quella dell'egoismo, che a sua volta conduce alla violenza e poi all'odio, prima verso se stessi e poi verso gli altri. Poco importa se Andy ribadisce a più riprese che la sparatoria non era una cosa prevista e che il piano era all'origine tutto diverso...è l'intenzione, il proposito originario ad essere marcio, a rasentare la fredda crudeltà delle bestie verso le altre bestie, uno sputo nel piatto in cui si è sempre mangiato. I due fratelli derubando il negozio famigliare hanno in primo luogo derubato loro stessi a vicenda, finendo in una spirale di violenza senza pari, alimentata da altra violenza. Nonostante tutto però, e qui entra in gioco l'eccezionale gioco di falsh back dominato dal cineasta, nonostante questa morale putrida in cui sono invischiati questi due protagonisti, lo spettatore riesce lo stesso ad "amare" queste due figure spietate, a provare pietà per i loro gesti, a vederli in un'aura di perdono senza spiegazione. E non è l'aria da bonaccione del fratello minore e nemmeno la vista di Andy sdraiato sul letto del suo spacciatore a tirarsi l'ennesima dose...è la società da cui provengono che suscita tutto questo. Il pensare che se sono finiti a questi terribili pensieri era perchè la società è malata, di un male inguaribile dove alla base vi stanno i soldi, in mezzo vi stanno i soldi e alla fine il mezzo per cui procacciarseli più facilmente.Andy e Hank sono vittime di una malata società senza redenzione e i poveri illusi in una felicità perpetua che va rincorsa alla svelta e che non permette di soffermarsi su cosa è giusto o sbagliato eticamente ma che punta solo al piacere del giorno dopo giorno.
Le particine erotiche di Marisa Tomei sono di bassa qualità...ed è l'unico motivo per cui non si riesce a mettere le cinque stelle ad un film di questo genere.
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ultimoboyscout
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giovedì 21 gennaio 2010
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un dramma fortissimo.
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Arrivare a rapinare la gioielleria dei genitori significa essere alla canna del gas...e forse è anche troppo poco!!! Un film duro e di una violenza interiore estrema, opera massima di Lumet. Hoffman in forma strepitosa in un ruolo di grande impatto e Hawke gli fa da ottima spalla. Pellicola a mio avviso bellissima assolutamente da vedere.
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paperoga
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venerdì 1 gennaio 2010
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che sonno....
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Il film si apre con una scena che non ha alcuna giustificazione narrativa. Probabilmente inserita a metà della storia avrebbe ridestato qualche spettatore appisolato....e sì, perchè il ritmo, soprattutto nella prima parte è così lento da risultare noioso....l'uso della tecnica retrospettiva non contribuisce a ravvivare l'azione, è pretestuoso ( non se ne avverte il motivo dal momento che non vi sono storie parallele e la trama è talmente lineare da sembrare banale - non venite a dirmi che riflette la frammentarietà della vita reale, ca..ate!!) e il continuo ricorrervi risulta alquanto fastidioso: i ripetuti flashback non fanno che appesantire lo svolgimento della narrazione e rendere le scene ridondanti e ripetitive.
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Il film si apre con una scena che non ha alcuna giustificazione narrativa. Probabilmente inserita a metà della storia avrebbe ridestato qualche spettatore appisolato....e sì, perchè il ritmo, soprattutto nella prima parte è così lento da risultare noioso....l'uso della tecnica retrospettiva non contribuisce a ravvivare l'azione, è pretestuoso ( non se ne avverte il motivo dal momento che non vi sono storie parallele e la trama è talmente lineare da sembrare banale - non venite a dirmi che riflette la frammentarietà della vita reale, ca..ate!!) e il continuo ricorrervi risulta alquanto fastidioso: i ripetuti flashback non fanno che appesantire lo svolgimento della narrazione e rendere le scene ridondanti e ripetitive. A dispetto del dramma in cui precipitano i vari protagonisti ( attori tutti bravissimi ma P.S. Hoffman, come notato da molti, superlativo )l'atmosfera che si respira è fredda, asettica....l'occhio del regista e quindi dello spettatore è distaccato ( troppo!!); manca vero coinvolgimento, pathos, in 2 parole: non emoziona...il finale mi pare irrisolto e un po' troppo sbrigativo: il padre che poche scene prima in un tentativo di riconciliazione aveva chiesto perdono al figlio per le sue mancanze di genitore e che ora ha la lucidità di autoapplicarsi gli elettrodi con cui veniva monitorato Andy lascia quantomeno perplessi...non vorrei che nel proposito di far apparire tutti in qualche modo corrotti Lumet si sia fatto prendere la mano. Opera nel complesso passabile ma da qui a parlare di capolavoro....
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twoems
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venerdì 4 dicembre 2009
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il degrado delle virtù
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Un mondo senza più una morale, dove ogni rapporto sociale/familiare ha perduto la sua umanità, sostenuto solamente dalle necessità di dar sfogo alle pulsioni o soddisfare la sete di denaro. C'è l'uomo solo, distrutto, disperato, che vive per inerzia perché non ha più nulla. La famiglia, sede degli affetti più profondi, è lacerata da odio, sensi di colpa, violenza. Lo sguardo di Lumet è impietoso nel presentarci il peggio del mondo contemporaneo, dove i figli covano rancore per i genitori, e altrettanto fanno i padri e le madri. La bambina che chiama "fallito" suo padre, con un disgusto sconvolgente nella voce, ne è forse l'immagine simbolica, come del resto ogni corpo che si muove sullo schermo.
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Un mondo senza più una morale, dove ogni rapporto sociale/familiare ha perduto la sua umanità, sostenuto solamente dalle necessità di dar sfogo alle pulsioni o soddisfare la sete di denaro. C'è l'uomo solo, distrutto, disperato, che vive per inerzia perché non ha più nulla. La famiglia, sede degli affetti più profondi, è lacerata da odio, sensi di colpa, violenza. Lo sguardo di Lumet è impietoso nel presentarci il peggio del mondo contemporaneo, dove i figli covano rancore per i genitori, e altrettanto fanno i padri e le madri. La bambina che chiama "fallito" suo padre, con un disgusto sconvolgente nella voce, ne è forse l'immagine simbolica, come del resto ogni corpo che si muove sullo schermo. Corpi nudi, ripresi con malizia nella loro volgarità, strisciano viscidi sui letti sfatti, dove si consuma il sesso, mai l'amore. Al termine del film, è inevitabile provare un senso di angoscia, convinti che forse quello che ci ha mostrato Lumet non è del tutto una finzione.
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fulvia
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domenica 22 novembre 2009
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gran bel film
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Molto ben fatto questo film. Da vedere!!!Unica pecca è la cronologia. Continui sbalzi fra presente e passato. Occorre un buon quoziente di intelligenza per apprezzare questo film....sorrido :O) Vedetevelo!!!E' bello!
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