Nella valle di Elah

Natalia Aspesi

Certo le buone intenzioni non bastano a fare un buon film, non basta parlare di Iraq per inserirsi tra i migliori film della Mostra. Haggis, regista del pluripremiato Crash e sceneggiatore di film molto belli come Million Dollar Baby e Lettere da lwo Jima, ha scritto (e diretto) In the valley of Elah, ispirandosi a uno dei tanti eventi tragici collegati all'Iraq e raccontato per la prima volta su 'Playboy', ma il film non gli è venuto molto bene. Eppure l'impegno di Haggis perché il suo messaggio antibellico arrivi alla gente, ha voluto attori noti, Tommy Lee Jones, Charlize Theron, Susan Sarandon, e ne ha fatto un thriller, con animosa, bella detective donna, sottoposta ad ogni sorta di mobbing dai colleghi poliziotti inefficienti e invidiosi, e in più ragazza madre. II veterano della guerra del Vietnam, in pensione (Tommy Lee Jones, faccia immobile lungo tutto il film),ha già perso un figlio pilota militare e parte alla ricerca di quello che gli è rimasto che, reduce dall'Iraq, non si è fatto vivo con mamma casalinga Sarandon ed è addirittura scomparso dalla base in Nuovo Messico. Che fine abbia fatto il ragazzo non interessa a nessuno, fino a quando se ne scoprono i resti: ammazzato, tagliato a pezzi, bruciato.
Come thriller il film va a caccia dell'assassino, come manifesto pacifista ci spiega che sono stati gli orrori perpetrati in guerra a fare di lui, e di altri figli d'America, una persona squilibrata, pericolosa, tutto droga, puttane e violenza. Come se un personaggio uscito dall'esperienza trucida dei militari assassini di Redacted di De Palma, fosse entrato in The valley of Elah, e qui avesse avuto la giusta punizione.
Da La Repubblica, 2 settembre 2007

di Natalia Aspesi, 2 settembre 2007