Milano, storie di ordinaria corruzione
di Natalino Bruzzone Il Secolo XIX
La requisitoria etica sul morbo del denaro come unico valore in una Milano non più da bere ma da spendere e buttare via è un'occasione perduta per riprendere il racconto sullIitalia ormai interrotto da decenni. Francesca Comencini muove le sue pedine: un banchiere spregiudicato alla "furbetti del quartierino", i suoi intrighi, la sue amante traditora, la capitano della Finanza che lo persegue, una coppia anziana con ansie da liquidità. Ma la tesi ieratica dello "sterco del diavolo" finisce per soffocare la messa in scena, per disperderla in un intrico di sentieri affabulativi alla Magnolia e alla Altman che, paradossalmente, le tolgono forza privilegiando il privato che diventa raramente specchio del pubblico, perché l'opera morale declina nell'assurdità dl dialoghi al limite del ridicolo e non della metafora ( l'odore della pelle. [...]
di Natalino Bruzzone, articolo completo (1965 caratteri spazi inclusi) su Il Secolo XIX 3 novembre 2006
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