klaudio
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domenica 10 dicembre 2006
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siete democratici o no?
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ho letto la vostra recensione,e come al solito quando un film non è alla Nanni Moretti e company viene bistrattato e quasi insultato. Il film non è male, anzi, sicuramente meglio di molti altri film italiani che la critica osanna; il contenuto è un'altra cosa!! se qualcuno non è d'accordo con le idee o i significati non deve affossare il film anche per gli altri aspetti. La paura di essere razzisti spesso porta molti italiani a dire cose che in realtà non pensano solo per non essere appunto tacciati di razzismo. conosco addirittura qualcuno che nemmeno lo ha visto soltanto perchè era stato definito di "destra". una vergogna soprattutto se detto da qualcuno che studia nel settore cinematografico e teatrale.
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ho letto la vostra recensione,e come al solito quando un film non è alla Nanni Moretti e company viene bistrattato e quasi insultato. Il film non è male, anzi, sicuramente meglio di molti altri film italiani che la critica osanna; il contenuto è un'altra cosa!! se qualcuno non è d'accordo con le idee o i significati non deve affossare il film anche per gli altri aspetti. La paura di essere razzisti spesso porta molti italiani a dire cose che in realtà non pensano solo per non essere appunto tacciati di razzismo. conosco addirittura qualcuno che nemmeno lo ha visto soltanto perchè era stato definito di "destra". una vergogna soprattutto se detto da qualcuno che studia nel settore cinematografico e teatrale.
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l'anonimo
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venerdì 8 dicembre 2006
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film di denuncia anticonformista
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La critica è stata feroce e spietata verso questo film e francamente non se ne comprende la ragione se non si conviene che è una stroncatura politica.
E' inquietante che una società come la nostra, abituata alla satira e all'irriverenza, abbia sposato il dogma per il quale
Il film ha dei punti di debolezza ma non più evidenti di quelli di altri prodotti di medio-buon livello presenti usualmente nelle sale cinematografiche. Certamente il fil non indaga nelle dinamiche psicologiche dei personaggi, ma preferisce mostrare allo spettatore la risultate dell'azione di queste. Del resto questo film è incentrato sulla descrizione di una verità scomoda che oggi tutti preferiscono non vedere magari persuasi così che ciò che non si vuol vedere non esista (la logica dello struzzo).
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La critica è stata feroce e spietata verso questo film e francamente non se ne comprende la ragione se non si conviene che è una stroncatura politica.
E' inquietante che una società come la nostra, abituata alla satira e all'irriverenza, abbia sposato il dogma per il quale
Il film ha dei punti di debolezza ma non più evidenti di quelli di altri prodotti di medio-buon livello presenti usualmente nelle sale cinematografiche. Certamente il fil non indaga nelle dinamiche psicologiche dei personaggi, ma preferisce mostrare allo spettatore la risultate dell'azione di queste. Del resto questo film è incentrato sulla descrizione di una verità scomoda che oggi tutti preferiscono non vedere magari persuasi così che ciò che non si vuol vedere non esista (la logica dello struzzo). Si dice che il film sia manicheo, ma forse manichea è la critica radical chic che per un malcelato senso di colpa autoinculcatosi non vede il male che dentro la nostra società, mentre è pronta a dare tutte le ragioni e le giustificazioni agli altri. Si parla dell'inesistenza dello scontro di civiltà, quasi che il patrimonio culturale legato alla Rivoluzione francese fosse un patrimonio universalmente condiviso.
L'Islam non solo rifiuta radicalmente le premesse e le conseguenze della Rivoluzione francese, ma, anzi, le smetisce rimarcandone i fallimenti. Fallimento del modello liberale, del modello liberaldemocartico, del modello socialista e del modello comunista. Il Revivalismo islamico nasce dalle ceneri del fallimento dei modelli sorti dalla Rivoluzione francese e si pone ora come una occasione di riscatto per le popolazioni sottoposte all'influenza occidentale nei cinque secoli precedenti. L'Islam non è mai stata una religione di pace, ma di conquista. Non è una religione di pace e tolleranza ma una religione totalitaria e totalizzante di supremazia e superiorità. Quello che importa, infatti, non è la possibile interpretazione, ma l'interpretazione che se ne fa comunemente e generalmente da parte dei sui interpreti.
Siamo innanzi a spostamenti di popolazioni di dimensioni bibliche, tuttavia si continua a paragonarle alle migrazioni e immigrazioni dell'Ottocento e del Novecento, individuandone le causa nella povertà. La povertà c'è sempre stata tuttavia non ha prodotto mai fenomeni di queste dimensioni che sono semmai paragonabili alle invasioni barbariche che sconvolsero l'Impero Romano e dovrebbero far sorgere il dubbio che non siano affato spontanee ma che dietro vi sia un disegno politico. La stessa Rivoluzione francese non fu affatto un fenomeno spontaneo, ma un fenomeno sfuggito alla programmazione che di esso se ne era fatta (cosa del resto usueta nella storia).
Ora se al comparire di vicende esemplari (dagli attenatti terroristici alle minacce ed esecuzioni di gente inerme come il regista olandese Theo van Gogh) noi si preferisce far finta di nulla e censurare film di denuncia come quello di Renzo Martinelli, allora questo è un segnale preoccupante di una follia suicida che sta sconvolgendo l'occidente che raffrontata al fenomeno degli shahidi (kamikaze islamici) da netta la sensazione di chi prevarrà.
Gli USA col loro desiderio di dominare il mondo stanno accelerando il crollo dell'Occidente, dacché proprio loro sono lo sponsor unico dell'ingresso della Turchia nella Unione europea. Il consumismo, la vita comoda hanno fiaccato l'Occidente. E' sempre stato così. In questo lo slogan «finirete con il crepare di comodità» sarà presto davvero profetico.
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nico
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venerdì 10 novembre 2006
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terrorismo islamico in un thriller di r.martinelli
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E'un film scioccante che lascia nello spettatore - al di là della vicenda umana e sentimentale, pur essa significativa e ben interpretata - un grande dubbio : si sta realmente affrontando il problema islamico in modo razionale?
A cui segue l'interrogativo : si può convivere pacificamente col mondo islamico ?
Il film di Martinelli lancia sicuramente un messaggio positivo:
non è l'intero mondo islamico che bisogna combattere, ma solo il terrorismo e le cause che lo determinano, qualunque esse siano.
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marco pa
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giovedì 9 novembre 2006
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brutto
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non capisco perchè in italia esistano dei produttori che si ostinano a finanziare sempre i soliti inetti... ma ci saranno pure altri registi, magari con meno di 60 anni con qualche idea migliore e stile non da spot pubblicitario pretenzioso?
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heinrik
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domenica 5 novembre 2006
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film schierato ma apprezzabile
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Un film in cui il profilmico la fa da padrone.
Ritmo concitato, frasi ad effetto, un ottimo Keitel in un film sciovinista, emotivo, massimalista.
Marginalmente documentato, ma incisivo il discorso sul wahabismo.
Verosimile l'attentato ad opera dei terroristi con scorie radioattive.
Ha un che di holliwoodiano, ma niente buonista.
A me personalmente è piaciuto.
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peony
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martedì 31 ottobre 2006
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verità nascoste
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Finalmente un regista che non ha paura di dire le cose come stanno, anche verità non accettabili dagli amici degli islamici. Perchè in Italia hanno tutti paura di parlare fuori dai denti? Sono sicuro che il film verrà tolto dalle sale perchè politically incorrect.Non sono gli islamici a lamentarsi bensì i loro sinistri amici.
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francesco musso
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lunedì 30 ottobre 2006
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la verità ti fa male..lo so
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Era ora che un regista si decidesse a girare un film sul tema del terrorismo!
Inoltre sono contento che il regista sia proprio un italiano saggio e forte come Martinelli. Il film,contrariamente a quanto ho letto in molte recensioni,è girato in maniera magistrale.L'alta scuola di recitazione di Keitel e la colonna sonora rendono il film coinvolgente ed entusiasmante.
Mi fa rabbia che subito tutti i critici di sinistra filo-arabi si siano espressi con valutazioni ingenerose sul film ,giudicandolo superficiale e assolutista. E'una ca...ta ! Il fatto è che questi critici non si rendono conto che l'Islam sta preparando una guerra per conquistare l'Occidente e non risparmierà nessuno,nemmeno quegli idioti che esaltavano i terroristi appellandoli come i valorosi uomini dellla Resistenza all'invasore Americano.
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Era ora che un regista si decidesse a girare un film sul tema del terrorismo!
Inoltre sono contento che il regista sia proprio un italiano saggio e forte come Martinelli. Il film,contrariamente a quanto ho letto in molte recensioni,è girato in maniera magistrale.L'alta scuola di recitazione di Keitel e la colonna sonora rendono il film coinvolgente ed entusiasmante.
Mi fa rabbia che subito tutti i critici di sinistra filo-arabi si siano espressi con valutazioni ingenerose sul film ,giudicandolo superficiale e assolutista. E'una ca...ta ! Il fatto è che questi critici non si rendono conto che l'Islam sta preparando una guerra per conquistare l'Occidente e non risparmierà nessuno,nemmeno quegli idioti che esaltavano i terroristi appellandoli come i valorosi uomini dellla Resistenza all'invasore Americano.
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giulio
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domenica 29 ottobre 2006
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recitato male girato peggio
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"Il Mercante di Pietre" è uno dei peggiori film che abbia mai visto, non il peggiore perché una tale valutazione costituirebbe già un titolo di merito. Il film porno tedesco che ho visto al cinema L'Aquila di Roma nel 1985, dove era saltato il sincro audio-immagine con immaginabili ed esilaranti effetti, al confronto è un capolavoro di Orson Welles.
Il film va oltre l'indecenza in tutto, nei dialoghi, nell'interpretazione nella sceneggiatura, nelle inquadrature, nella tesi ideologica, nella sceneggiature, nelle poesie di Calabrò, nelle scene di sesso di Jane March che dai tempi de "L'amante" sembra ormai abbonata ai sospiri di goduria con uomini di varie età e razze. Imbarazzante anche il marito cornuto che per mezzo film fa ginnastica in casa e sfugge ad un agguato islamico scorrazzando per un'ora su una sbarra agganciata al soffitto, dopo che qualche minuto prima non era riuscito nemmeno a salire sul letto, ricordando peraltro una celebre barzelletta; lo stesso marito che, del resto, ci scopre spesso e volentieri i moncherini digitali messi in risalto da una mutanda sexy che ci rivela al contempo un "pacco" messo in bella mostra, un "pacco" che dobbiamo però immaginare tristemente non funzionante, dato che la moglie -gerontofila?- preferisce farsela con un quasi settantenne con le macchie dell'età sulle mani e una panza alcolica che le lenzuola non riescono a coprire del tutto.
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"Il Mercante di Pietre" è uno dei peggiori film che abbia mai visto, non il peggiore perché una tale valutazione costituirebbe già un titolo di merito. Il film porno tedesco che ho visto al cinema L'Aquila di Roma nel 1985, dove era saltato il sincro audio-immagine con immaginabili ed esilaranti effetti, al confronto è un capolavoro di Orson Welles.
Il film va oltre l'indecenza in tutto, nei dialoghi, nell'interpretazione nella sceneggiatura, nelle inquadrature, nella tesi ideologica, nella sceneggiature, nelle poesie di Calabrò, nelle scene di sesso di Jane March che dai tempi de "L'amante" sembra ormai abbonata ai sospiri di goduria con uomini di varie età e razze. Imbarazzante anche il marito cornuto che per mezzo film fa ginnastica in casa e sfugge ad un agguato islamico scorrazzando per un'ora su una sbarra agganciata al soffitto, dopo che qualche minuto prima non era riuscito nemmeno a salire sul letto, ricordando peraltro una celebre barzelletta; lo stesso marito che, del resto, ci scopre spesso e volentieri i moncherini digitali messi in risalto da una mutanda sexy che ci rivela al contempo un "pacco" messo in bella mostra, un "pacco" che dobbiamo però immaginare tristemente non funzionante, dato che la moglie -gerontofila?- preferisce farsela con un quasi settantenne con le macchie dell'età sulle mani e una panza alcolica che le lenzuola non riescono a coprire del tutto. Miracoli del viagra e affini, probabilmente. Il Mercante di pietre è dunque il prodotto di un cialtronismo esibizionista e raffazzonato, di un dilettantismo che ci rivela il volto più triste e meschino del trash: mi pare emblematico che un tizio- durante il film- abbia tenuto il telefonino acceso con una suoneria altissima parlando a voce alta alzandosi e discutendo per quasi tutto il tempo. E nessuno- dico nessuno- ha protestato, perché era comunque meglio lui che faceva casino dei dialoghi del Mercante di Pietre. Il resto è silenzio.
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(di klaudio)
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carlo pessa
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lunedì 23 ottobre 2006
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martinelli salva l'islam
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Tralasciando i dialoghi, a tratti eccessivamente pastosi e per alcuni versi degni soltanto di una soap opera tipo beautifull, ho trovato un film molto più profondo di quanto critici radical chic vogliano far credere al lettore. Mi limito, sul punto, a ricordare come il mercante al termine del film venga lui stesso ucciso dall'islam dei massimalisti, dei folli, degli assassini. In quel momento, lui chiede al suo Dio di perdonare perchè si rende conto che quanto fino a quel momento fatto è stato sbagliato. Non altrettanto mostrano di fare i suoi "fratelli di islam" (tali si erano autodefiniti in altra scena) che, accecati dall'odio e dal fanatismo finiscono per uccidere il fratello oltre agli innocenti del traghetto.
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Tralasciando i dialoghi, a tratti eccessivamente pastosi e per alcuni versi degni soltanto di una soap opera tipo beautifull, ho trovato un film molto più profondo di quanto critici radical chic vogliano far credere al lettore. Mi limito, sul punto, a ricordare come il mercante al termine del film venga lui stesso ucciso dall'islam dei massimalisti, dei folli, degli assassini. In quel momento, lui chiede al suo Dio di perdonare perchè si rende conto che quanto fino a quel momento fatto è stato sbagliato. Non altrettanto mostrano di fare i suoi "fratelli di islam" (tali si erano autodefiniti in altra scena) che, accecati dall'odio e dal fanatismo finiscono per uccidere il fratello oltre agli innocenti del traghetto. Gli islamici moderati dovrebbero invece giudicare con favore il film che, se all'inizio può dare l'idea di essere eccessivamente sbilanciato, "di parte", termina in maniera molto equilibrata: un islam temperato c'è (ed il mercante ne è il simbolo); il problema vero, quello denunciato dal film, è che esso è soffocato dal fanatismo e dall'odio di pochi esaltati. Ed il dramma è proprio nella difficoltà che si incontra nel riuscire a sbrogliare tale matassa. Un film realmente di parte avrebbe fatto si che il mercante, pur amando la donna, la mandasse comunque verso il suo destino di morte, sacrificando il suo amore - senza troppo struggimento- per Allah. Il fatto che, viceversa, egli cerchi di evitare quel destino e/o di viverlo insieme, mostra il rifiuto, di chi ragiona, di chi è - per esserlo divenuto con la forza dell'amore- unamo, per una logica di sola morte. In questo modo, alla fine, il film salva l'islam moderato, e condanna quello degli estremisti, che alla notizia delle morti ridono, così come ridevano gli attentatori delle torri gemelle e quelli del luglio di londra mentre facevano canoa. Se poi vogliamo coprire i nostri occhi e non guardare, chi per paura, chi per comodità, chi per menefreghismo, chi per convinzioni politiche, ecc., fate pure. Ma il film rimane da questo punto di vista ottimo.
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roby
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venerdì 20 ottobre 2006
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messaggio forte, ma sincero.
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RITENGO CHE PER QUANTO SI POSSA CONTESTARE PER LA CRUDEZZA E IL SENSO UNICO DEL FILM, IL MESSAGGIO DI PERICOLO E' REALE.
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