Il mercante di pietre |
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Un film di Renzo Martinelli.
Con Harvey Keitel, Jane March, Jordi Mollà, F. Murray Abraham, Brahim Abid, Maria Grazia Adamo, Lucilla Agosti.
continua»
Drammatico,
durata 107 min.
- Italia 2005.
uscita venerdì 15 settembre 2006.
MYMONETRO
Il mercante di pietre ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Film di denuncia anticonformista
di L'AnonimoFeedback: |
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venerdì 8 dicembre 2006 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La critica è stata feroce e spietata verso questo film e francamente non se ne comprende la ragione se non si conviene che è una stroncatura politica. E' inquietante che una società come la nostra, abituata alla satira e all'irriverenza, abbia sposato il dogma per il quale Il film ha dei punti di debolezza ma non più evidenti di quelli di altri prodotti di medio-buon livello presenti usualmente nelle sale cinematografiche. Certamente il fil non indaga nelle dinamiche psicologiche dei personaggi, ma preferisce mostrare allo spettatore la risultate dell'azione di queste. Del resto questo film è incentrato sulla descrizione di una verità scomoda che oggi tutti preferiscono non vedere magari persuasi così che ciò che non si vuol vedere non esista (la logica dello struzzo). Si dice che il film sia manicheo, ma forse manichea è la critica radical chic che per un malcelato senso di colpa autoinculcatosi non vede il male che dentro la nostra società, mentre è pronta a dare tutte le ragioni e le giustificazioni agli altri. Si parla dell'inesistenza dello scontro di civiltà, quasi che il patrimonio culturale legato alla Rivoluzione francese fosse un patrimonio universalmente condiviso. L'Islam non solo rifiuta radicalmente le premesse e le conseguenze della Rivoluzione francese, ma, anzi, le smetisce rimarcandone i fallimenti. Fallimento del modello liberale, del modello liberaldemocartico, del modello socialista e del modello comunista. Il Revivalismo islamico nasce dalle ceneri del fallimento dei modelli sorti dalla Rivoluzione francese e si pone ora come una occasione di riscatto per le popolazioni sottoposte all'influenza occidentale nei cinque secoli precedenti. L'Islam non è mai stata una religione di pace, ma di conquista. Non è una religione di pace e tolleranza ma una religione totalitaria e totalizzante di supremazia e superiorità. Quello che importa, infatti, non è la possibile interpretazione, ma l'interpretazione che se ne fa comunemente e generalmente da parte dei sui interpreti. Siamo innanzi a spostamenti di popolazioni di dimensioni bibliche, tuttavia si continua a paragonarle alle migrazioni e immigrazioni dell'Ottocento e del Novecento, individuandone le causa nella povertà. La povertà c'è sempre stata tuttavia non ha prodotto mai fenomeni di queste dimensioni che sono semmai paragonabili alle invasioni barbariche che sconvolsero l'Impero Romano e dovrebbero far sorgere il dubbio che non siano affato spontanee ma che dietro vi sia un disegno politico. La stessa Rivoluzione francese non fu affatto un fenomeno spontaneo, ma un fenomeno sfuggito alla programmazione che di esso se ne era fatta (cosa del resto usueta nella storia). Ora se al comparire di vicende esemplari (dagli attenatti terroristici alle minacce ed esecuzioni di gente inerme come il regista olandese Theo van Gogh) noi si preferisce far finta di nulla e censurare film di denuncia come quello di Renzo Martinelli, allora questo è un segnale preoccupante di una follia suicida che sta sconvolgendo l'occidente che raffrontata al fenomeno degli shahidi (kamikaze islamici) da netta la sensazione di chi prevarrà. Gli USA col loro desiderio di dominare il mondo stanno accelerando il crollo dell'Occidente, dacché proprio loro sono lo sponsor unico dell'ingresso della Turchia nella Unione europea. Il consumismo, la vita comoda hanno fiaccato l'Occidente. E' sempre stato così. In questo lo slogan «finirete con il crepare di comodità» sarà presto davvero profetico.
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