Il mercante di pietre

Cesare Balbo

Se dopo una iniziale empasse il cinema anglosassone sta iniziando a trattare il tema del terrorismo, sia producendo nuovi film (tra cui 102 minutes, tratto dal libro omonimo sull'11 settembre) che mandando nelle sale pellicole ispirate al tema (tra cui Yes di Sally Potter e The interpreter, con Nicole Kidman e Sean Penn), anche nel cinema di casa nostra sembra accendersi interesse per l'argomento.
Tra i primi ad occuparsene il regista Renzo Martinelli, autore che già in passato si è ispirato alla cronaca (suoi Vajont e Piazza delle Cinque lune sull'affare Moro), che sta terminando le riprese de Il mercante di pietre atteso nelle sale per la primavera del 2006.
Protagonista del film un commerciante di pietre preziose, Ludovico Vicedomini (interpretato da Harvey Keitel), che dopo la conversione all'Islam ja aderito una cellula dormiente di Al Qaeda. Il capo della cellula (Murray Abraham) gli affida il compito di sedurre una donna per usarla come complice inconsapevole di un attentato. Come da piano il fascinoso mercante corteggia Leda (Jane March) moglie di un professore di storia del terrorismo(Jordi Molla) che ha perso entrambe le gambe nell'attentato all'ambasciata americana di Nairobi.
Leda diventa un corriere dei terroristi, destinata a imbarcare sul traghetto tra Calais e Dover un'auto con a bordo una bomba "sporca". Ma il piano sfuma in modo inatteso perché Ludovico pur di salvare la vita alla donna preferisce sacrificarsi, vanificando tutto. La sceneggiatura del film, scritta dallo stesso regista e da Fabio Campus, si basa sul romanzo di Corrado Calabrò Ricorda di dimenticarla e sulle cronache dei giornali, nonchè su una ricerca rigorosa sulle tecniche usate dai terroristi per gli attentati.
Nel film di Martinelli il mercante avvia una strumentale storia d'amore con Leda ma poi viene spinto dall'amore a ravvedersi, riconoscendo in arabo che "c'è un solo Dio per tutti gli uomini". Se il film lancia un messaggio di speranza, indicando nell'amore l'antitodo al terrorismo, un'altra storia dal finale positivo ce la regala Don Mullan nel suo nuovo libro, che uscirà in autunno e sarà dedicato dedicato al portiere Gordon Banks. Lo scrittore irlandese, autore qualche anno fa del bestseller Eyewittness Bloody Sunday, riconosce infatti al carisma del numero uno della nazionale inglese, campione del mondo 1966, la ragione per cui non diventò un terrorista dell'Ira.
Da L’Espresso del 12 agosto 2005


di Cesare Balbo,