ivan91
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mercoledì 27 ottobre 2010
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impossibile scappare dal passato
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imun film sula violenza e su come questa possa influnzare su una normale famiglia americana. gli attori sono tutti bravissimi la storia è semplice e lineare ma racchiude diiveri significati. bell film dunque che avrebbe dovuto meritare maggiore consenso da parte del pubblico. il finale è a dir poco straziante
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pod73
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martedì 26 ottobre 2010
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affascinante.
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Trovo questo film veramente affascinante, perchè la lentezza, il sesso, la famiglia sono proprio gli aspetti della vita quotidiana di una cittadina di provincia americana, portati sullo schermo in modo perfetto dal regista e che ad un tratto sono stati sconvolti dalla violenza di una vita celata da menzogne, quella del protagonista che hanno stravolto quello che era stata fino a quel momento la sicurezza del sogno americano nel quale Joy si era rifugiato cercando di sfuggire dalla realtà. A chi non piacerebbe una vita perfetta???Cronemberg ci ha dimostrato che non esiste, ma che ci si può provare.E il finale lo dimostra pienamente.Bel film da guardare con un occhio più lungo e meno banale.
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fabio
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domenica 19 settembre 2010
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an american history
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Come a dire che l’America non si è fatta una casa con la pace e l’amore. È dovuta passare prima per una dura gavetta di sangue.
Tom Stall ha una bella famiglia con moglie e due figli e vive in Indiana dove gestisce un bar. Due balordi senza scrupoli entrano nel suo locale e tentano una rapina: lui li fa fuori come se nulla fosse. È un uomo dalle idee chiare Tom Stall, un brav’uomo tutto d’un pezzo e non vuole essere chiamato “eroe” per quello che ha fatto. Vuole vivere la vita tranquillamente, ma la sua immagine fa il giro dei TG. Intanto una macchina scura si aggira intorno casa con dentro un uomo senza un occhio, Carl Fogarty, un pezzo grosso della malavita di Philadelphia che dice di conoscere l’eroe americano Tom Stall ma con il nome di Joey Cusack.
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Come a dire che l’America non si è fatta una casa con la pace e l’amore. È dovuta passare prima per una dura gavetta di sangue.
Tom Stall ha una bella famiglia con moglie e due figli e vive in Indiana dove gestisce un bar. Due balordi senza scrupoli entrano nel suo locale e tentano una rapina: lui li fa fuori come se nulla fosse. È un uomo dalle idee chiare Tom Stall, un brav’uomo tutto d’un pezzo e non vuole essere chiamato “eroe” per quello che ha fatto. Vuole vivere la vita tranquillamente, ma la sua immagine fa il giro dei TG. Intanto una macchina scura si aggira intorno casa con dentro un uomo senza un occhio, Carl Fogarty, un pezzo grosso della malavita di Philadelphia che dice di conoscere l’eroe americano Tom Stall ma con il nome di Joey Cusack. Lui nega, la moglie ci crede, ma poi le vengono dei dubbi. Intanto il figlio di Tom/Joey picchia a sangue il bullo della scuola che lo prende in giro per farsi grande. Si arriva ai conti in uno scontro a fuoco con i malavitosi la moglie di Tom si accorge che quell’uomo violento non può essere suo marito, ma Joey Cusack un ragazzo di Philadelphia e non di Portland.
Film sul rimorso, sul cambio radicale di vita, sul passato che riemerge e sui demoni che non si cancellano. Su quella parte cattiva che c’è dentro un uomo sano e che può tornare a farsi sentire quando viene evocata.
Non un horror per Cronenberg che fa un bellissimo lavoro misurato e deciso. Una sola domanda: perché quando uccide due sbandati è un eroe, ma non succede niente quando uccide dei boss così potenti? È all’ospedale e nessuno lo cerca, solo la moglie che non riconoscere suo marito.
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le magnifique
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mercoledì 4 agosto 2010
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violenza: linee guida per la sopravvivenza
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La violenza può irrompere nella vita di chiunque, anche se si vive in una tranquilla cittadina di provincia nell’Indiana. Ma se è facile individuare, stigmatizzare e condannare come un incidente di percorso o una minaccia portata da uno straniero, qualsiasi atteggiamento violento proveniente dall’esterno, quali sono le possibili reazioni quando ad insinuarla all’interno della società è proprio uno dei suoi cittadini tipo?
Cronemberg ragiona sulla violenza. Su come questa una volta scatenata si diffonda come un virus all’interno di una comunità. E’ una malattia che la contagia a qualsiasi livello, insinuandosi anche nei rapporti i più intimi. E il vaccino a questa epidemia è tutto nel forte simbolismo della sequenza finale.
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La violenza può irrompere nella vita di chiunque, anche se si vive in una tranquilla cittadina di provincia nell’Indiana. Ma se è facile individuare, stigmatizzare e condannare come un incidente di percorso o una minaccia portata da uno straniero, qualsiasi atteggiamento violento proveniente dall’esterno, quali sono le possibili reazioni quando ad insinuarla all’interno della società è proprio uno dei suoi cittadini tipo?
Cronemberg ragiona sulla violenza. Su come questa una volta scatenata si diffonda come un virus all’interno di una comunità. E’ una malattia che la contagia a qualsiasi livello, insinuandosi anche nei rapporti i più intimi. E il vaccino a questa epidemia è tutto nel forte simbolismo della sequenza finale. Rientrando da Filadelphia Joey trova la “sua” famiglia riunita per la cena attorno al tavolo della cucina. Dopo un primo momento di titubanza gli viene comunque offerto il piatto. Joey è di nuovo Tom agli occhi dei suoi familiari e non potrebbe essere altrimenti, perché rifiutarlo vorrebbe dire ridiscutere tutto ed in primis se stessi. E’ l’accettazione della violenza da parte della “bella gente” di Millbrook. E’ la sua normalizzazione attraverso i rassicuranti gesti della routine quotidiana. Una delle prove più illuminate del regista canadese in concorso alla 58° edizione del Festival di Cannes.
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travis_bickle
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sabato 6 febbraio 2010
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a history of violence.
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Un film che si lascia vedere ma che non mi convince più di tanto.
Buone le potenzialità peccato che non vengano del tutto sfruttate.
Il film a tratti diventa lento e la sceneggiatura pecca di tanto in tanto.
Preferisco il Cronenberg de "La promessa dell'assassino".
voto 6 +
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andrea s.
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lunedì 9 novembre 2009
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l'irrevocabilità del male
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A history of violence è senza dubbio uno dei miglior film degli ultimi anni. Il maestro canadese David Cronenberg ci offre un lavoro che colpisce “violentemente” sia il nostro stomaco che la nostra mente. Fin da subito rimaniamo storditi. Siamo in un area di servizio, nella provincia americana, e due balordi, per niente frenetici o preoccupati, hanno appena ucciso a sangue freddo chi là dentro lavorava, non facendosi scrupoli nemmeno davanti ad una bambina. La gratuità del male squarcia in questo modo lo spazio ed entra nel tempo lasciandoci con un peso insostenibile e con un vuoto di senso. I due poi si spostano in un paesino e decidono di mangiare in una tavola calda il cui proprietario è il calmo e pacifico Tom.
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A history of violence è senza dubbio uno dei miglior film degli ultimi anni. Il maestro canadese David Cronenberg ci offre un lavoro che colpisce “violentemente” sia il nostro stomaco che la nostra mente. Fin da subito rimaniamo storditi. Siamo in un area di servizio, nella provincia americana, e due balordi, per niente frenetici o preoccupati, hanno appena ucciso a sangue freddo chi là dentro lavorava, non facendosi scrupoli nemmeno davanti ad una bambina. La gratuità del male squarcia in questo modo lo spazio ed entra nel tempo lasciandoci con un peso insostenibile e con un vuoto di senso. I due poi si spostano in un paesino e decidono di mangiare in una tavola calda il cui proprietario è il calmo e pacifico Tom. Le cose si mettono male, i due killer infastidiscono una ragazza e tirano fuori le pistole, in quell’istante abbiamo la reazione di Tom che, in una scena straordinaria, li fa fuori entrambi. Tom diventa un eroe ed accorrono anche le televisioni. Ma il clamore e la visibilità è così alta che di lui si accorge una vecchia e poco rassicurante conoscenza che va a fargli visita ricordandogli i suoi oscuri trascorsi . Chi è Tom? È il tranquillo lavoratore che ha realizzato il sogno americano vivendo felicemente e senza scossoni con la sua famiglia, o è un uomo misterioso che nasconde un passato di indicibile violenza? Il dubbio inizia a serpeggiare anche all’interno del microcosmo familiare per poi farsi sconcerto ed incredulità nel momento in cui, per difendersi ancora, Tom uccide davanti ai suoi cari il gangster venuto a portarlo via. A questo punto tutto si rompe, e la violenza latente e repressa si sprigiona creando il caos, innescando un inarrestabile reazione a catena: il figlio che fino ad ora ha avuto un comportamento giudizioso contro i bulli che a scuola lo tormentano (dando ascolto ai consigli paterni), dà sfogo alla sua rabbia picchiando quei ragazzi; la moglie, che non sa più chi dorme accanto sè, cerca dal marito una risposta sulla sua vera o presunta identità (sempre che di una sola identità si debba parlare), e la cerca con un’aggressività comprensibile dando vita ad un incontro-scontro, il rapporto sessuale sulle scale, che ci fa capire come anche nel sesso vi sia una dose di violenza non trascurabile. Alla fine Tom sarà costretto a fare i conti con il suo passato tornato a presentargli il conto delle sue colpe; sarà costretto a ricorrere di nuovo alla violenza per espiarle o forse più semplicemente per nasconderle di nuovo e recuperare così quella parvenza di normalità che si è faticosamente conquistato con il tempo. Quando nel finale Tom torna a casa è costretto ad affrontare lo sguardo dei suoi familiari : cosa c’è nei loro occhi? Paura per l’uomo che Tom è stato e forse ancora è, o semplicemente il desiderio di riscoprire un padre ed un marito? Solo la bambina, nella sua innocenza, è in grado di accoglierlo come il papà di sempre. Una cosa è certa al termine del film, Cronenberg , senza velleità pedagogiche, denuncia pessimisticamente l’ineluttabilità del male, una male che ritorna in continuazione alla sua origine, senza possibilità di soluzione e molto spesso di “comprensione”.
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hal 9000
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giovedì 3 settembre 2009
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la parabola di cronenberg su passato e violenza
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Uno dei film più sorprnedenti degli ultimi anni, incentrato sulla possibilità di rifarsi una vita, che s'infrange però sulla superficie di un mondo dominato dalla violenza le cui conseguenze sono inevitabili. Se Cronenberg si era sempre dedicato a personaggi "deviati" qui invece analizza l'ambiguità e la schizzofrenia di una persona apparentemente "normale" che vorrebbe cancellare un passato di violenza, ma che invece deve rivelare la sua vera faccia perchè "le sue mani sono spoeche di un sangue che non si potrà mai cancellare" [Paolo Mereghetti].
Cronebreg gira in modo perfetto, lucido e controllatissimo, mostra molta violenza, ma non la sottlinea nè la commenta e così il film finisce per essere "un apologo straziante sul falso mito della seconda volta" [Paolo Mereghetti] e un salutare pugno nello stomaco.
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Uno dei film più sorprnedenti degli ultimi anni, incentrato sulla possibilità di rifarsi una vita, che s'infrange però sulla superficie di un mondo dominato dalla violenza le cui conseguenze sono inevitabili. Se Cronenberg si era sempre dedicato a personaggi "deviati" qui invece analizza l'ambiguità e la schizzofrenia di una persona apparentemente "normale" che vorrebbe cancellare un passato di violenza, ma che invece deve rivelare la sua vera faccia perchè "le sue mani sono spoeche di un sangue che non si potrà mai cancellare" [Paolo Mereghetti].
Cronebreg gira in modo perfetto, lucido e controllatissimo, mostra molta violenza, ma non la sottlinea nè la commenta e così il film finisce per essere "un apologo straziante sul falso mito della seconda volta" [Paolo Mereghetti] e un salutare pugno nello stomaco.
E a coronare il tutto un lieto fino agghiacciante e terribilmente inquietante.
Grande cast e 2 nominations agli Oscr: miglior sceneggiatura non originale e miglior attore non protagonista (william Hurt)
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lucido71
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venerdì 10 luglio 2009
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una storia di... lentezza!
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Film che mi attirava veramente tanto, con un trailer accattivante e ben montato... ma già dalla prima scena, s'intuiva che non sarebbe stato granché veloce... riprese piatte che andavano alla "velocità" di un bradipo, quasi slegate fra loro... ripeto, la trama era anche discreta, ma la pellicola no, troppo, troppo, dannatamente lenta!! BOCCIATO. E non venitemi a menzionare le riprese e le angolazioni d'autore. Ammirate: SHOOTER, IO VI TROVERò, IL SOLITARIO, PERFECT STRANGER e poi ne riparliamo.
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paride86
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lunedì 27 aprile 2009
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buono ma...
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Buon film, ma sviluppato in maniera superficiale.
peccato.
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paolo ciarpaglini
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domenica 29 marzo 2009
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a history of violence, + supplemento per marla.
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C'è gente che si sente erudita, eppure scambia un'espressione come 'bellissima biondina', per chissà cosa. Perchè vedi cara Alma, solo nel caso non vi fosse il soggetto a cui ben si capisce mi riferisco, si potrebbe navigare sulla frase. Ma in questo caso, mai più finto purismo quasi da inquisitrice, è del tutto fuori luogo. Colgo l'occasione per aggiungere alla recensione lasciata un po di tempo fa, il ribadire ciò che dissi. La promessa dell'assassino, ne è la prova vivente. Viggo è un grande.
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