justo
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mercoledì 27 febbraio 2008
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bello ma non esageriamo
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Non riesco a capire l'entusismo di tanta critica(compreso il Morandini che gli ha concesso quelle 5 stelle così rare)per un film che ha sì delle qualità,come una sceneggiatura ben fatta e che sa far aspettare,una grande direzione d'attori e delle ottime scene d'azione,ma anche difetti,come una trama decisamente scontata e una brevità che impedisce di sviluppare a fondo i temi come l'identità o il seme della violenza in ognuno di noi,finendo per farci rappresentarci un Mortensen non tanto dissimile dal Bruce Willis di turno,che uccide nemici a raffica tutto da solo.Sembra che Cronenberg abbia voluto abbindolare i suoi fan,chiedendosi se cascassero nel suo film assolutamente nella media(vogliamo ricordare Inseparabili?)attribuendogli una profondità che non c'è.
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giorgio
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mercoledì 23 gennaio 2008
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brutto, ma brutto!!!!
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"Guardalo, è un capolavoro"....se ribecco quello che me lo ha detto lo stronco.....
[+] bravo giorgio !!!
(di marvelman)
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daedalus
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sabato 19 gennaio 2008
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un film che fa riflettere
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David Cronenberg riesce splendidamente a presentare due aspetti contrastanti dell'essere umano contrapponnendoli anche all'interno del film che è diviso in due parti, una in cui il protagonista e la sua famiglia vivono il sogno americano, dove l'odio e la violenza sono metodicamente rifiutate (basta vedere il comportamento del figlio sottoposto a continue provocazioni)e sembra che neanche facciano parte del carattere dei protagonisti, l'altra in cui la violenza arriva sottoforma di due criminali nel bar del protagonista e porta con se il suo torbido passato. Il protagonista è riuscito a cambiare e ciò ci suggerisce che possiamo scegliere, che siamo noi gli artefici del nostro destino e di noi stessi ma improvvisamente l'ombra del passato ritorna e ribadisce che non possiamo sfuggire a noi stessi che siamo destinati ad essere in un certo modo e per quanto uno si sforzi di cambiare non può rinnegarsi "Ti sforzi tanto di essere un altro uomo che fai pena a vederti".
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David Cronenberg riesce splendidamente a presentare due aspetti contrastanti dell'essere umano contrapponnendoli anche all'interno del film che è diviso in due parti, una in cui il protagonista e la sua famiglia vivono il sogno americano, dove l'odio e la violenza sono metodicamente rifiutate (basta vedere il comportamento del figlio sottoposto a continue provocazioni)e sembra che neanche facciano parte del carattere dei protagonisti, l'altra in cui la violenza arriva sottoforma di due criminali nel bar del protagonista e porta con se il suo torbido passato. Il protagonista è riuscito a cambiare e ciò ci suggerisce che possiamo scegliere, che siamo noi gli artefici del nostro destino e di noi stessi ma improvvisamente l'ombra del passato ritorna e ribadisce che non possiamo sfuggire a noi stessi che siamo destinati ad essere in un certo modo e per quanto uno si sforzi di cambiare non può rinnegarsi "Ti sforzi tanto di essere un altro uomo che fai pena a vederti". Da qui il finale aperto: sta a noi interpretare la scena conclusiva del film e rispondere a tutti gli interrogativi che il film solleva, giustamente il regista non ha voluto imporre il suo punto di vista su un tema così importante ma ha voluto solo sollevare il problema facendolo in modo magistrale. Nota di merito agli attori sopratutto a viggo mortensen che ha capito che è grazie a questi film che si diventa attori di un certo livello.
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eraserhand
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mercoledì 16 gennaio 2008
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impeccabile
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Noir pressochè impeccabile.
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jill
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sabato 12 gennaio 2008
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la vendetta della violenza
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Questo film di David Croneberg è un saggio sulla viscerale violenza dell'uomo, radicata nei suoi aspetti più subdoli, frutto di una natura animale completamente irrazzionale. Tutto nel film è lucido e spietato. A cominciare dalla prima memorabile scena, dove un uomo all'apparenza normale, entra in un negozio e uccide brutalmente una bambina con in mano un orsacchiotto. Lo spettatore è svegliato dalla violenza, se ne sente partecipe, nauseato e atterrito. Vorrebbe morti gli assassini della piccola. La scena si sposta, ora vediamo un uomo normale, con una vita normale, con dei figli normali, con una moglie normale, con un lavoro normale in una caffetteria. Tutto è talmente normale che diventa nauseabondo, quasi quanto la scena iniziale.
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Questo film di David Croneberg è un saggio sulla viscerale violenza dell'uomo, radicata nei suoi aspetti più subdoli, frutto di una natura animale completamente irrazzionale. Tutto nel film è lucido e spietato. A cominciare dalla prima memorabile scena, dove un uomo all'apparenza normale, entra in un negozio e uccide brutalmente una bambina con in mano un orsacchiotto. Lo spettatore è svegliato dalla violenza, se ne sente partecipe, nauseato e atterrito. Vorrebbe morti gli assassini della piccola. La scena si sposta, ora vediamo un uomo normale, con una vita normale, con dei figli normali, con una moglie normale, con un lavoro normale in una caffetteria. Tutto è talmente normale che diventa nauseabondo, quasi quanto la scena iniziale. Ma poi... Poi qualcosa cambia, la violenza entra brutalmente e nuovamente in ballo sconvolgendo praticamente tutto. Tom Stall si trova a dover uccidere per difendersi. Questo evento cambierà non solo la sua vita, ma anche quella della sua famiglia. Il figlio, da ragazzo modello, si trasforma in picchiatore di bulli, la mogliettina dopo lo spavento, finisce per soddisfare con il suo maritino l'istinto animale radicato in lei, e, se il primo amplesso tra i due è all'insegna della timidezza e quasi della vergogna, il secondo è a dir poco furibondo, avviene sulle scale, con una voracità che lascia sconcertati. Tutto è opera della violenza? Croneberg pare proprio che con questo film, voglia risponderci di sì.
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wesee
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domenica 23 dicembre 2007
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buono
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Un film bello, forse un pochino breve. Non trovo, viste le recensioni, tutti questi elementi di profondità e interpretazioni all'inizio, sul finale o quant'altro. Un film piacevole che scorre lineare dall'inizio alla fine. Nella vita di un uomo si riaffaccia un passato cruento che aveva cercato di cancellare, creandosi una nuova vita. Si vede quindi costretto a saldare i conti in sospeso. La famiglia giustamente provata e incredula, lo perdona.
Un Cronenberg ormai maturo con l'età, che non vuole più forse strabiliare quanto raccontare storie interessanti, a crudo, senza artifizi, e condide come sempre dal sangue.
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fabrizio/bukettes
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venerdì 14 dicembre 2007
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film profondo del genio cronenberg
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film capolavoro di grande impatto che ha come unico torto di essere troppo sbrigativo nelle azioni, ma in compenzo ha delle inquadrature che hanno un profondità incredibbile
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ari
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martedì 14 agosto 2007
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bravissimo
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Ho visto ieri il film, volevo scrivere una recensione ma sarebbe stata uguale alla tua.
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massimo rocca
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martedì 7 agosto 2007
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l'uomo ha bisogno di distruggere i propri fantasmi
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La violenza si riaffaccia nella vita di Tom Stall (Viggo Mortensen) a seguito di una sventata aggressione nel suo locale. Ciò porta indesiderata notorietà alla sua tranquilla vita di provincia. Gli equilibri familiari però lentamente si rompono. La figura del padre è messa in discussione dal figlio, Jack si libera dalle vessazioni di un compagno di scuola con una reazione brutale, la cui violenza appare giustificata dal contesto ma non dal padre, nel confronto Jack dice: "in questa famiglia risolviamo i problemi sparando?", più tardi salverà il padre a colpi di fucile. La molesta presenza di Fogarty (Ed Harris), personaggio losco sopraggiunto per la notorietà dell'episodio di cronaca, introduce nella moglie di Tom, Edie (Maria Bello), dubbi sul passato del marito.
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La violenza si riaffaccia nella vita di Tom Stall (Viggo Mortensen) a seguito di una sventata aggressione nel suo locale. Ciò porta indesiderata notorietà alla sua tranquilla vita di provincia. Gli equilibri familiari però lentamente si rompono. La figura del padre è messa in discussione dal figlio, Jack si libera dalle vessazioni di un compagno di scuola con una reazione brutale, la cui violenza appare giustificata dal contesto ma non dal padre, nel confronto Jack dice: "in questa famiglia risolviamo i problemi sparando?", più tardi salverà il padre a colpi di fucile. La molesta presenza di Fogarty (Ed Harris), personaggio losco sopraggiunto per la notorietà dell'episodio di cronaca, introduce nella moglie di Tom, Edie (Maria Bello), dubbi sul passato del marito. La scena di sesso sulle scale è la richiesta da parte di Tom di restare coppia, ma anche questa è violenta.
I fantasmi del passato non sono stati cancellati. Tom rivolgendosi a Fogarty dice: "avrei dovuto ucciderti vent'anni fa". Costretto a ripercorre la sua vita a ritroso, raggiunge e uccide il suo stesso fratello (William Hurt). Il viaggio notturno in macchina marca la distanza spaziale e temporale delle due vite. La violenza è presentata come fenomeno ineluttabile, la costruzione di un'alternativa possibile non basta a cancellare il passato bisogna sconfiggerlo e poi superarlo, ciò sarà a costo di utilizzare la stessa violenza, sempre più fredda e automatica, di cui è vittima anche chi la rifiuta (Tom resta sempre insanguinato). Esiste una violenza innata nell'uomo. Un istinto brutale, ancestrale, biologicamente radicato nell'uomo che riemerge per garantire la sopravvivenza. Sarebbe questa una lettura banale. In realtà Cronemberg sviluppa nel suo stile un viaggio all'interno delle fobie umane, una metafora psicologica. Per costruire la serenità l'uomo ha bisogno di distruggere i propri fantasmi, la fuga non garantisce nessuna stabilità. Al termine del suo "viaggio", compiuto l'inevitabile percorso purificatorio, Tom viene riaccolto all'interno della famiglia.
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filippoalongi
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sabato 14 luglio 2007
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tensione crescente e sorpresa
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Ottima storia, grande suspense in continuo crescendo. Azione e violenza cruda ma realistica. In questi piccoli flash si rivede la visione "lurida", cara alle vecchie ambientazioni dei suoi primi film.
Dualismo di tutti i personaggi, anche dei familiari del protagonista. Tutti hanno un doppio volto. Psicothriller di grande livello.
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