koroba73
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mercoledì 26 dicembre 2012
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un film banale
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Un film monocorde, senza alcuna pretesa. Forse, non volevano diffondere la trama del film, in quanto non esiste. Per una volta discordo completamente con la votazione globale sul film.
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andrea giostra
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martedì 11 dicembre 2012
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film bellissimo.
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Assolutamente da vedere. Chi ancora non lo ha visto si è perso un gran bel film che parla di amore, di vendetta, di violenza che si scatena inesorabilmente quando viene minacciata l'incolumità della famiglia del protagonista (un superbo Viggo Mortensen).Tutto raccontato in modo raffinato e con grandissima classe, senza eccedere in americanismi scontati. Un bellissimo film dove trionfa l'amore sulla violenza, diretto dal grandissimo David Cronemberg.
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osteriacinematografo
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lunedì 6 febbraio 2012
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il passato torna a galla
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Tranquilla cittadina di provincia americana.
Dove tutti conoscono tutti e le colazioni nelle tavole calde non finiscono mai.
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Tranquilla cittadina di provincia americana.
Dove tutti conoscono tutti e le colazioni nelle tavole calde non finiscono mai.
Cronenberg s’insinua strisciando nella vita di una famiglia qualsiasi, scopre il nervo d’un passato che inizia a ticchettare come il senso strano e disarmonico di una stonatura.
Tom Stall subisce l’aggressione di due malviventi, nel difendersi reagisce, cede il passo all’istinto, li uccide entrambi, fino a divenire eroe cittadino; il suo viso è ovunque, il suo passato d’ombra e delinquenza lo riconosce e lo va a cercare.
Tom Stall in quanto tale non può far nulla, che sia difendere se stesso o la sua famiglia o soltanto la sua reputazione. E si tramuta gradualmente in Joy Cusack, quel Joy che riaffiorerà gradualmente fino ad esplodere in ogni direzione. In questo passaggio di consegne fra maschere emerge forse più chiaramente il legame fra il film e il fumetto da cui l’effetto scaturisce, così come nella vendetta totale che si sviluppa in seguito.
La maschera, l’identità che oscilla, le certezze di una famiglia che traballano fino a sgretolarsi, tutto si muove, tutto è teso in un film che s’infila infido sotto la superficie come un sommergibile nemico (quale che sia il nemico).
La violenza genera violenza e diviene incontenibile, il sangue scorre fuori e scorre dentro, come il fiume in piena di “Shining”, il passato di Tom è più presente che mai e si diffonde tutto intorno, come un virus senza cura, che ha come antidoto se stesso e la propria estenuante propagazione.
Indimenticabili prove di Ed Harris e William Hurt.
Le ferite non si rimarginano mai del tutto, le scelte passate non terminano mai di produrre effetti, a maggior ragione se sono scelte macchiate di sangue e violenza.
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davide chiappetta
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martedì 10 gennaio 2012
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apparentemente semplice
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Le apparenze possono essere ingannevoli in "A History of Violence",
Esso è un adattamento di un comicbook ma molto più riflessivo rispetto ad esempio al frastornante ma in definitiva vuoto "Sin City".
Lo sceneggiatore Josh Olson trae spunto dalla graphic novel di John Wagner (lo stesso che ha creato 'Judge Dredd'), illustrata dal talentuoso disegnatore Vincent Locke, che alcuni forse conoscono per i lavori realizzati per le copertine del gruppo Death Metal Cannibal Corpse.
Inoltre Cronenberg e lo sceneggiatore Olson hanno cambiato in questo movie i nomi che sembravano italiani per evitare di associarlo al solito film di mafia.
Proprio come le domande sull'identità circonda un padre di famiglia di nome Tom (Viggo Mortensen) dopo che lui ha ucciso due viziosi serial killer così il film rivela strati di complessità sotto la sua superficie apparentemente semplice.
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Le apparenze possono essere ingannevoli in "A History of Violence",
Esso è un adattamento di un comicbook ma molto più riflessivo rispetto ad esempio al frastornante ma in definitiva vuoto "Sin City".
Lo sceneggiatore Josh Olson trae spunto dalla graphic novel di John Wagner (lo stesso che ha creato 'Judge Dredd'), illustrata dal talentuoso disegnatore Vincent Locke, che alcuni forse conoscono per i lavori realizzati per le copertine del gruppo Death Metal Cannibal Corpse.
Inoltre Cronenberg e lo sceneggiatore Olson hanno cambiato in questo movie i nomi che sembravano italiani per evitare di associarlo al solito film di mafia.
Proprio come le domande sull'identità circonda un padre di famiglia di nome Tom (Viggo Mortensen) dopo che lui ha ucciso due viziosi serial killer così il film rivela strati di complessità sotto la sua superficie apparentemente semplice.
La tensione che si crea in alcune sequenze si può tagliare con un coltello affilato, a volte è seguito da esplosioni di violenza grafica,
E' rimarchevole lo spargimento di sangue che eccita e sconvolge: ma chiariamo subito che non si tratta solo di violenza fine a se stessa, il film solleva tre tipi di domande a livello di: morale, sociale, artistico.
Ma mentre il film gioca con ipotesi generiche, lavora anche come un film-gangster di alto livello, dalla gelida apertura all'ambigua scena finale.
La sparatoria finale di per sè ottima, a causa di un non tanto azzeccato William Hurt (con un pizzetto che distrae) guasta un pò l'umore del film, ma la recitazione è di prima categoria con Mortensen che mostra più profondità che negli altri suoi film precedenti da lui interpretati.
Ovviamente la vera stella dello show è Cronenberg, che cammina sul filo del rasoio tra spettacolo e critica e colpisce duro a entrambi: intestino e mente.
Assolutamente da vedere.
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marco ed 93
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giovedì 24 novembre 2011
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questo è cinema!!
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Ho poche parole per descrivere la straordinaria bellezza di questo film. per ora mi limito a dire : stupendo e magistrale!!
Questo lavoro di Cronenberg viene meno o è pari solo al successivo La promessa dell'assassino. il motivo è semplice, è un film stilisticamente perfetto (le scene d'azione sono riprodotte in maniera magistrale). ma ha dalla sua anche degli interpreti straordinari ed d'eccezione (Ed Harris e William Hurt su tutti!!), un'atmosfera serena all'inizo ed infernale alla fine, un pathos incredibile ed un finale drammatico.
In conclusione ritengo A history of violence un capolavoro del noir e una pellicola da ricordare nei secoli dei secoli.
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Ho poche parole per descrivere la straordinaria bellezza di questo film. per ora mi limito a dire : stupendo e magistrale!!
Questo lavoro di Cronenberg viene meno o è pari solo al successivo La promessa dell'assassino. il motivo è semplice, è un film stilisticamente perfetto (le scene d'azione sono riprodotte in maniera magistrale). ma ha dalla sua anche degli interpreti straordinari ed d'eccezione (Ed Harris e William Hurt su tutti!!), un'atmosfera serena all'inizo ed infernale alla fine, un pathos incredibile ed un finale drammatico.
In conclusione ritengo A history of violence un capolavoro del noir e una pellicola da ricordare nei secoli dei secoli. 5 stelle!!!!
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fabrizio cappella
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lunedì 31 ottobre 2011
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lezioni di cinema da parte di cronenberg....
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A history of violence: cittadino modello, amato e buon padre di famiglia si ritrova da un giorno all'altro ad essere l'eroe del giorno di un paesino degno del tipico "sogno americano". Sarà proprio quest' evento a risollevare dalla polvere del dimenticatoio spesso lacerato nella nostre memorie, ricordi e mostri del passato, ricollegandolo ad una vita che aveva dimenticato, o che cercava di dimenticare. Ma si sà, il passato, essendo l'unica cosa certa che ci accompagna nella vita, certe volte non dimentica noi, ricollegando così quello che era l'eroe quotidiano ad un ex killer malavitoso. Solo uno scontro con tutti i personaggi che caratterizzavano il proprio passato sarà l'addio definitivo alla sua vita precedente.
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A history of violence: cittadino modello, amato e buon padre di famiglia si ritrova da un giorno all'altro ad essere l'eroe del giorno di un paesino degno del tipico "sogno americano". Sarà proprio quest' evento a risollevare dalla polvere del dimenticatoio spesso lacerato nella nostre memorie, ricordi e mostri del passato, ricollegandolo ad una vita che aveva dimenticato, o che cercava di dimenticare. Ma si sà, il passato, essendo l'unica cosa certa che ci accompagna nella vita, certe volte non dimentica noi, ricollegando così quello che era l'eroe quotidiano ad un ex killer malavitoso. Solo uno scontro con tutti i personaggi che caratterizzavano il proprio passato sarà l'addio definitivo alla sua vita precedente. D. Cronenberg è incontenibile. Forse apice della propria filmografia, A History of Violence è un film magistrale. Degno di lezioni di cinema. Caratterizza i propri personaggi collocandoli perfettamente nei propri ruoli, grazie a dettagli che non sono mai lasciati al caso e che proiettano lo spettatore direttamente nel vivo del film. L'evoluzione del regista, passando per "videodrome" a "spider" culmina in questo film arrichito, o anche impoverito per i maniaci del genere, da una storia semplice, che rende chiarissimo l'itento del regista. Cioè fare un film che si avvicini il più possibile ad un concetto certe volte astratto negli ultimi anni per questo genere: fare BENE un film, un film bello.
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ilaskywalker
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domenica 9 ottobre 2011
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sangue versato inconcludentemente
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Una serie di omicidi compiuti per legittima difesa da un uomo innocente e spaurito - alter ego del sé stesso precedente, criminale, sepolto nella memoria.
Film deludente, un pochino prevedibile, e soprattutto inconcludente: se da una parte possiamo concedere a Cronenberg di 'raccontare' una storia e non di 'svelarla' piano piano, che almeno la rivesta di plausibilità. Non è ambientata in quel grottesco suo solito che tutto può straniare, e quindi doveva risultare verosimile. Per un attimo, dopo l'assassinio del fratello (ops, spoiler) ho temuto di vedere un'inquadratura del protagonista specchiato nel lago = "oh duplicità/oh non sono più me stesso/ah l'io, il non io".
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Una serie di omicidi compiuti per legittima difesa da un uomo innocente e spaurito - alter ego del sé stesso precedente, criminale, sepolto nella memoria.
Film deludente, un pochino prevedibile, e soprattutto inconcludente: se da una parte possiamo concedere a Cronenberg di 'raccontare' una storia e non di 'svelarla' piano piano, che almeno la rivesta di plausibilità. Non è ambientata in quel grottesco suo solito che tutto può straniare, e quindi doveva risultare verosimile. Per un attimo, dopo l'assassinio del fratello (ops, spoiler) ho temuto di vedere un'inquadratura del protagonista specchiato nel lago = "oh duplicità/oh non sono più me stesso/ah l'io, il non io". Meno male che se la sono risparmiata.
Ho letto che alcuni si sono lamentati del finale: dove si va a parare? Silenzio assenso? Forse il momento meno riuscito e più riuscito allo stesso tempo.
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bella earl!
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mercoledì 5 ottobre 2011
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crudo, paranoico, schizofrenico.
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- Eh papà? Se vado a dirlo a Sam che fai? Da chi mi fai liquidare? -
Tom Stall (Viggo Mortensen) è un piccolo imprenditore che dirige una tavola calda nella piccola città in cui abita. Un giorno un evento sconvolgerà la sua vita e la sua famiglia scoprirà che il mite Tom nasconde un oscuro segreto. David Cronenberg ci offre una regia maestosa e un ritratto perfetto del crollo psichico umano. Quanto un evento traumatico può cambiare una vita? Cronenberg dice tanto. Questo thriller, per l'appunto cronenberghiano, si avvale della partecipazione di un grande cast composto da Viggo Mortensen (attore feticcio del regista) che da grande prova di sé trasformando il suo personaggio da buono a cattivo con un'ottima trasformazione, Maria Bello, la moglie, bravissima l'interprete e un William Hurt ottimo.
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- Eh papà? Se vado a dirlo a Sam che fai? Da chi mi fai liquidare? -
Tom Stall (Viggo Mortensen) è un piccolo imprenditore che dirige una tavola calda nella piccola città in cui abita. Un giorno un evento sconvolgerà la sua vita e la sua famiglia scoprirà che il mite Tom nasconde un oscuro segreto. David Cronenberg ci offre una regia maestosa e un ritratto perfetto del crollo psichico umano. Quanto un evento traumatico può cambiare una vita? Cronenberg dice tanto. Questo thriller, per l'appunto cronenberghiano, si avvale della partecipazione di un grande cast composto da Viggo Mortensen (attore feticcio del regista) che da grande prova di sé trasformando il suo personaggio da buono a cattivo con un'ottima trasformazione, Maria Bello, la moglie, bravissima l'interprete e un William Hurt ottimo. Thriller atipico per appassionati di cinema. Consigliato.
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andrea levorato
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lunedì 3 ottobre 2011
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un cinecomic geniale: profondo e suggestivo
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A History of Violence ****
Produzione: USA 2005
Genere: Cinecomic, Drammatico, Thriller
Attori principali: Viggo Mortensen, Ed Harriss, Maria Bello, William Hurt
Regia: David Cronenberg
Trama:
Un giorno, mentre lavora alla sua tavola calda, Tom Stall (Mortensen) uccide due rapinatori che lo avevano aggredito armati. Tom non è il suo vero nome. Si chiama Joey e il suo passato violento riaffiora devastando l’illusorio equilibrio della sua vita, della sua seconda chance.
Mini recensione:
Cronenberg adatta la graphic novel di John Wagner con un cast superbo e la sua solta regia pulita ed emozionante. Sulla carta sembrerebbe un ottimo thriller e basta.
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A History of Violence ****
Produzione: USA 2005
Genere: Cinecomic, Drammatico, Thriller
Attori principali: Viggo Mortensen, Ed Harriss, Maria Bello, William Hurt
Regia: David Cronenberg
Trama:
Un giorno, mentre lavora alla sua tavola calda, Tom Stall (Mortensen) uccide due rapinatori che lo avevano aggredito armati. Tom non è il suo vero nome. Si chiama Joey e il suo passato violento riaffiora devastando l’illusorio equilibrio della sua vita, della sua seconda chance.
Mini recensione:
Cronenberg adatta la graphic novel di John Wagner con un cast superbo e la sua solta regia pulita ed emozionante. Sulla carta sembrerebbe un ottimo thriller e basta. Sbagliatissimo. “A History of Violence” è un film tanto semplice quanto suggestivo e perfetto. Un capolavoro di tematiche per niente prolisso (poco più di 90 minuti) che va dritto come un fuso fino al finale, cuore della storia. Visivamente violento, ma per nulla ricattatorio, è la massima vetta raggiunta da Cronenberg. Finalmente un Mortensen memorabile.
Interpretazioni:
Viggo Mortensen ****
Ed Harriss ***
Maria Bello ****
William Hurt ***
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oblivion7is
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mercoledì 28 settembre 2011
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ps:
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Aggiungo un'altra cosa oltre a quello che ho detto nella mia recensione più lunga ed importante: questo film è stato nominato a soli due oscar ma non ne ha vinto uno. Alcune persone lo considerano un demerito per il film. Persone che non hanno capito tre cose importanti: 1. se un film viene candidato ad un qualsiasi premio, non vuol dire che quel film meriti davvero quel premio, come se un film non viene candidato ad un qualsiasi premio è possibile che lo meriti... basti pensare ai premi oscar 2011 per il montaggio, "Inception" non è stato nemmeno candidato! 2. il premio Oscar è solitamente molto commerciale, non basa troppo sui VERI meriti tecnici, cosa che fanno al contrario al Festival di Cannes, anche se sono peggio i Golden Globe e ancor peggio gli MTV Movie Awards! 3.
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Aggiungo un'altra cosa oltre a quello che ho detto nella mia recensione più lunga ed importante: questo film è stato nominato a soli due oscar ma non ne ha vinto uno. Alcune persone lo considerano un demerito per il film. Persone che non hanno capito tre cose importanti: 1. se un film viene candidato ad un qualsiasi premio, non vuol dire che quel film meriti davvero quel premio, come se un film non viene candidato ad un qualsiasi premio è possibile che lo meriti... basti pensare ai premi oscar 2011 per il montaggio, "Inception" non è stato nemmeno candidato! 2. il premio Oscar è solitamente molto commerciale, non basa troppo sui VERI meriti tecnici, cosa che fanno al contrario al Festival di Cannes, anche se sono peggio i Golden Globe e ancor peggio gli MTV Movie Awards! 3. Almeno sono stati candidati, no? :-)
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