claudio
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lunedì 24 marzo 2008
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complimenti mel
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freud
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lunedì 24 marzo 2008
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la vera passione
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Finalmente un bel film che mostra il lato umano di Cristo!
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(di il filosofo)
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freud
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lunedì 24 marzo 2008
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la vera passione
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Per una volta un bel film che mosta anche il lato umano di Cristo!
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zolory
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lunedì 24 marzo 2008
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che vergogna!
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Questo film e tutto quello che in maniera cruda e forte viene presentato dal sangue e dalle torture, dovrebbe solo farci vergognare di essere uomini...in fondo non dimentichiamo che tutte le violenze e le guerre dei nostri tempi (causate anche da ognuno di noi), non sono altro che un continuo torturare e crocifiggere Cristo che, anche se invisibile, vive nel cuore di ogni creatura.
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skycaptain
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lunedì 24 marzo 2008
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x il filosofo...
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caro filosofo,tanto scettico per qst film..come tnt altre persone..
lo so è solo un film,è solo uno squarcio di quella ke viene definita la passione di gesù cristo.
Io sono ateo,non so se esiste un Dio,ne tantomeno Un Gesù,ma il compito di Gibson,o della stessa figura di Gesù,è quello di far muovere il cuore della gente,di far capire ke il credere nella possibilità del bene,nell'avere fede in qualcosa(nn dico la fede vera e propria ma in qualcosa di positivo),possa renderci + forti,+ veri e umani rispetto all'indifferenza del mondo.
Penso a tnt persone ke leggono Moccia,harry potter,signore degli anelli,o mille altre opere ke vogliono esprimere qualcosa..tra i tanti libri,
beh io da ateo Ho letto il Vangelo,tutto da solo,senza messe o altre manifestazioni di fede,e non come credente,ma come colui ke vuole capire qualcosa.
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caro filosofo,tanto scettico per qst film..come tnt altre persone..
lo so è solo un film,è solo uno squarcio di quella ke viene definita la passione di gesù cristo.
Io sono ateo,non so se esiste un Dio,ne tantomeno Un Gesù,ma il compito di Gibson,o della stessa figura di Gesù,è quello di far muovere il cuore della gente,di far capire ke il credere nella possibilità del bene,nell'avere fede in qualcosa(nn dico la fede vera e propria ma in qualcosa di positivo),possa renderci + forti,+ veri e umani rispetto all'indifferenza del mondo.
Penso a tnt persone ke leggono Moccia,harry potter,signore degli anelli,o mille altre opere ke vogliono esprimere qualcosa..tra i tanti libri,
beh io da ateo Ho letto il Vangelo,tutto da solo,senza messe o altre manifestazioni di fede,e non come credente,ma come colui ke vuole capire qualcosa.
Alla fine...no non mi sono convertito,no nn ho avuto un miracolo di fede.
Ma questo libro,il vangelo,rimanendo nel mondo dubbio sulla vericità o meno dell'opera,rimane per me la storia,la vicenda,le parole + incredibili sulla faccia della terra.
Nulla,nessuna altra vicenda reale o meno,si spinge così tanto,trasmette valori e emozioni come questa.
Quindi,al diavolo la filosofia esistenziale e il raziocinio della ragione,al diavolo i pregiudizi a colui si riferisce la Passione,rimane un esempio di altissima umanità e fede verso quel qualcosa.
Quando qualcuno critica dicendo "tnt gente muore soffrendo come lui,ma nessuno si ricorda di loro",mentre vedevo il film,vedevo questo Cristo,piangevo anke per loro.
Se nessuno si ricorda degli altri è colpa nostra,di noi ke facciamo la storia,non del Mel gibson di turno,del Cristo di turno.
Non c'è misericordia,non c'è redenzione,Gibson ha voluto solo rendere omaggio(rimane sempre dubbioso questo omaggio,ma spero di si) a quel libro,a quella storia,a quell'ESEMPIO.
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germinal
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lunedì 24 marzo 2008
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come un horror
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"La passione di Cristo, e degli spettatori". Le facezie dei commentatori che con goliardia irriverente si sono scompisciati vedendo il capolavoro cristianista del XXI secolo si sprecano. Il film a onor del vero è di una bruttezza angosciosa, disconosce qualsiasi linguaggio cinematografico accumulando compiaciuto scene sadiche inverosimili, gli stereotipi della più infima fauna del cinema d'azione. Commuovere con Van Damme, Bruce Lee e Sade è troppo facile. Di catarsi neanche l'ombra. Per il resto troviamo il classico copione con il Cristo pudico e casto predicatore, bello de mammeta, capelloni biondastri, viso sottile e diafano, mite come un agnellino alla mercé di una barbarie giudaico-capitolina mai così goffa e improbabile.
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"La passione di Cristo, e degli spettatori". Le facezie dei commentatori che con goliardia irriverente si sono scompisciati vedendo il capolavoro cristianista del XXI secolo si sprecano. Il film a onor del vero è di una bruttezza angosciosa, disconosce qualsiasi linguaggio cinematografico accumulando compiaciuto scene sadiche inverosimili, gli stereotipi della più infima fauna del cinema d'azione. Commuovere con Van Damme, Bruce Lee e Sade è troppo facile. Di catarsi neanche l'ombra. Per il resto troviamo il classico copione con il Cristo pudico e casto predicatore, bello de mammeta, capelloni biondastri, viso sottile e diafano, mite come un agnellino alla mercé di una barbarie giudaico-capitolina mai così goffa e improbabile. Quasi l'intero film narra torture fisiche e morali che a un certo punto finiscono per stancare vincendo anche lo spirito bendisposto, facendo scattare l'inevitabile effetto boomerang: l'impressione (certezze!) di stucchevole, risate, battute ironiche e commenti sarcastici. Picchiato e flagellato, umiliato e tradito dal gregge che lui stesso ha difeso, educato e, diciamolo pure, tentato di cambiare, il povero personaggio vagamente incentrato al Cristo è ridotto a un hamburger e non solo commercialmente. Gliene capitano proprio di tutti i colori, gli mancano solo la porta in faccia e il calcio negli attributi, ma Lino Banfi Alvaro Vitali e Paolo Villaggio hanno dato forfait: strano considerando che il cast e l'ambientazione sono - quasi - interamente tricolori. Una delle maggiori e macroscopiche mancanze addebitabili al regista è non l'aver rappresentato il figlio di Jahvé come l'eroe buono massacrato dai cattivi, refrain ravvisabile in qualunque pellicola che mette in immagini la vita e specialmente la passione di Gesù, ma nell'aver esasperato tale capitolo del Nuovo testamento, irrorandolo di sangue e brandelli di sangue, nefandezze agghiaccianti e particolari orrorifici di cui poteva sicuramente fare a meno. Complessivamente è una buona provocazione popolaresca, ricca di quel kitsch postmoderno ormai immancabile nei blockbuster, tracimante ovunque, anche nella cinematografia sacra e religiosa. Ma certo clericalume e la turba dei nuovi cristianisti esagera nelle lodi, nella presunta ieraticità di un film ridondante, grezzo nel mostrare trucchi grevi, disgustoso nella pretesa di mostrare in tutta la sua terribile icasticità la passione di Giosuè l'ebreo (ebreo non dimentichiamolo cari cristianisti e cari israeliani sempre pronti a gridare al complotto), urla e singulti, gemiti e grugniti e in mezzo un corpo oscenamente martoriato, barcollante, il quale ci riporta con la mente ai truculenti zombi-movie d'antan più che alla sacra Bibbia. E il libro dei libri, ragazzi, possiamo trattarlo in mille modi, snobbarlo, trascurarlo, rimuoverlo, rispettarlo, fruirlo cercando di metterlo in pratica: qualunque cosa tranne che distillarlo in una pesante sceneggiatura gore, un fumetto splatter. Dove sta la logica nell'imbastire un racconto iperrealista, recitato in aramaico con sottotitoli (riconosciamo benissimo la voce grottesca di Sergio Rubini e la vocina dolceamara di Sabrna Impacciatore), condotto implacabilmente supplizio dopo supplizio, e poi riempirlo di luoghi comuni giurassici, di topos impuri pescati nella ricca e qualitativamente discontinua filmografia cristologica? Giuda seviziato da una muta di ragazzini e nani espìa il suo tradimento impiccandosi ai piedi di un agnello putrefatto, poco velata e infelice allusione all'agnello divino che toglie i peccati dal mondo (come canta Finardi); uno scontato Erode Antipa effemminato, interpretato da un'illustre signor nessuno, sbeffeggia lo Zombi-Gesù di Caviezel nella canonica scena dell'interrogatorio tenuto fra quei sibariti dei cortigiani; Ponzio Pilato rapato uomo dai mille dubiti, Amleto ante litteram che si vede quasi strappato l'agnello di Dio dalla furia omicida di un'odiosa folla farisea con la moglie misericordiosa; il demonio, una macilenta salopette in luogo del fatalone dark di turno, porta in seno un nano simile al repellente Gollum del Signore degli anelli, il livello è quello, su per giù. Gli aguzzini riassumono le virtù dei romani di Hollywood: imbecilli, feroci e beoni. Chissà come riuscirono a edificare e difendere per secoli il loro impero. Gli ebreucci teocidi, da bravi proavi del buon Süss, piangono i danni materiali provocati dal terremoto post-crocifissione. E poi i due ladroni classici che più classici non si può, uno, il cattivone miscredente ovviamente, addirittura punito dalla mano divina tramite un corvo che gli strappa un occhio a beccate, una scena degna di Lucio Fulci. Si salvano le femminucce: la dolente Maria di Maia Morgenstern, l'abituale scarmigliata Maddalena della bellissima Monica Bellucci e la donna che deterge il viso del Signore interpretata dalla Impacciatore. L'ultima sequenza ci mostra Gesù-Caviezel ripulito dalla poltiglia sanguinolenta alzarsi dalla salma e avviarsi fuori dal sepolcro. La passione di Cristo è finito. Incomincia l'alba dei morti viventi.
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germinal
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lunedì 24 marzo 2008
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come un horror
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"La passione di Cristo, e degli spettatori". Le facezie dei commentatori che con goliardia irriverente si sono scompisciati vedendo il capolavoro cristianista del XXI secolo si sprecano. Il film a onor del vero è di una bruttezza angosciosa, disconosce qualsiasi linguaggio cinematografico accumulando compiaciuto scene sadiche inverosimili, gli stereotipi della più infima fauna del cinema d'azione. Commuovere con Van Damme, Bruce Lee e Sade è troppo facile. Di catarsi neanche l'ombra. Per il resto troviamo il classico copione con il Cristo pudico e casto predicatore, bello de mammeta, capelloni biondastri, viso sottile e diafano, mite come un agnellino alla mercé di una barbarie giudaico-capitolina mai così goffa e improbabile.
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"La passione di Cristo, e degli spettatori". Le facezie dei commentatori che con goliardia irriverente si sono scompisciati vedendo il capolavoro cristianista del XXI secolo si sprecano. Il film a onor del vero è di una bruttezza angosciosa, disconosce qualsiasi linguaggio cinematografico accumulando compiaciuto scene sadiche inverosimili, gli stereotipi della più infima fauna del cinema d'azione. Commuovere con Van Damme, Bruce Lee e Sade è troppo facile. Di catarsi neanche l'ombra. Per il resto troviamo il classico copione con il Cristo pudico e casto predicatore, bello de mammeta, capelloni biondastri, viso sottile e diafano, mite come un agnellino alla mercé di una barbarie giudaico-capitolina mai così goffa e improbabile. Quasi l'intero film narra torture fisiche e morali che a un certo punto finiscono per stancare vincendo anche lo spirito bendisposto, facendo scattare l'inevitabile effetto boomerang: l'impressione (certezze!) di stucchevole, risate, battute ironiche e commenti sarcastici. Picchiato e flagellato, umiliato e tradito dal gregge che lui stesso ha difeso, educato e, diciamolo pure, tentato di cambiare, il povero personaggio vagamente incentrato al Cristo è ridotto a un hamburger e non solo commercialmente. Gliene capitano proprio di tutti i colori, gli mancano solo la porta in faccia e il calcio negli attributi, ma Lino Banfi Alvaro Vitali e Paolo Villaggio hanno dato forfait: strano considerando che il cast e l'ambientazione sono - quasi - interamente tricolori. Una delle maggiori e macroscopiche mancanze addebitabili al regista è non l'aver rappresentato il figlio di Jahvé come l'eroe buono massacrato dai cattivi, refrain ravvisabile in qualunque pellicola che mette in immagini la vita e specialmente la passione di Gesù, ma nell'aver esasperato tale capitolo del Nuovo testamento, irrorandolo di sangue e brandelli di sangue, nefandezze agghiaccianti e particolari orrorifici di cui poteva sicuramente fare a meno. Complessivamente è una buona provocazione popolaresca, ricca di quel kitsch postmoderno ormai immancabile nei blockbuster, tracimante ovunque, anche nella cinematografia sacra e religiosa. Ma certo clericalume e la turba dei nuovi cristianisti esagera nelle lodi, nella presunta ieraticità di un film ridondante, grezzo nel mostrare trucchi grevi, disgustoso nella pretesa di mostrare in tutta la sua terribile icasticità la passione di Giosuè l'ebreo (ebreo non dimentichiamolo cari cristianisti e cari israeliani sempre pronti a gridare al complotto), urla e singulti, gemiti e grugniti e in mezzo un corpo oscenamente martoriato, barcollante, il quale ci riporta con la mente ai truculenti zombi-movie d'antan più che alla sacra Bibbia. E il libro dei libri, ragazzi, possiamo trattarlo in mille modi, snobbarlo, trascurarlo, rimuoverlo, rispettarlo, fruirlo cercando di metterlo in pratica: qualunque cosa tranne che distillarlo in una pesante sceneggiatura gore, un fumetto splatter. Dove sta la logica nell'imbastire un racconto iperrealista, recitato in aramaico con sottotitoli (riconosciamo benissimo la voce grottesca di Sergio Rubini e la vocina dolceamara di Sabrna Impacciatore), condotto implacabilmente supplizio dopo supplizio, e poi riempirlo di luoghi comuni giurassici, di topos impuri pescati nella ricca e qualitativamente discontinua filmografia cristologica? Giuda seviziato da una muta di ragazzini e nani espìa il suo tradimento impiccandosi ai piedi di un agnello putrefatto, poco velata e infelice allusione all'agnello divino che toglie i peccati dal mondo (come canta Finardi); uno scontato Erode Antipa effemminato, interpretato da un'illustre signor nessuno, sbeffeggia lo Zombi-Gesù di Caviezel nella canonica scena dell'interrogatorio tenuto fra quei sibariti dei cortigiani; Ponzio Pilato rapato uomo dai mille dubiti, Amleto ante litteram che si vede quasi strappato l'agnello di Dio dalla furia omicida di un'odiosa folla farisea con la moglie misericordiosa; il demonio, una macilenta salopette in luogo del fatalone dark di turno, porta in seno un nano simile al repellente Gollum del Signore degli anelli, il livello è quello, su per giù. Gli aguzzini riassumono le virtù dei romani di Hollywood: imbecilli, feroci e beoni. Chissà come riuscirono a edificare e difendere per secoli il loro impero. Gli ebreucci teocidi, da bravi proavi del buon Süss, piangono i danni materiali provocati dal terremoto post-crocifissione. E poi i due ladroni classici che più classici non si può, uno, il cattivone miscredente ovviamente, addirittura punito dalla mano divina tramite un corvo che gli strappa un occhio a beccate, una scena degna di Lucio Fulci. Si salvano le femminucce: la dolente Maria di Maia Morgenstern, l'abituale scarmigliata Maddalena della bellissima Monica Bellucci e la donna che deterge il viso del Signore interpretata dalla Impacciatore. L'ultima sequenza ci mostra Gesù-Caviezel ripulito dalla poltiglia sanguinolenta alzarsi dalla salma e avviarsi fuori dal sepolcro. La passione di Cristo è finito. Incomincia l'alba dei morti viventi.
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luciano
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lunedì 24 marzo 2008
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tragico drammatico e tristemente veritiero...
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Chi si sconvolge x questo capolavoro.. e xkè smuove molti sensi di colpa...meglio non sapere e continuare a non voler sapere.. andare in chiesa e poi fare porcate
...Questo film ci fa vedere che Gesù ha sofferto torture inimmagginabili x redimere le nostre porcate.. mettiamoci tutti una mano sulla coscienza.. la chiesa in primis
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olllimania
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lunedì 24 marzo 2008
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senza parole
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nn ho parole ...guardare questo film ...nn è cm il solito ma è un esperienza di vita ...dopo averlo visto nn si può rimanere freddi , felici o uguali a prima , perchè qualcosa ti cambia e ti aiuta a riflettere sulla vita e sulla religione.
questo film apre gli acchi anzi li spalanca ..facendo capire che dobbiamo veramente ringraziare il Signore , il Cristo ..perchè io penso che le torture fatte vedere nel film nn siano niente in confronto a quello che il nostro Gesù ha subito .
grazie Gesù ...
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elisa
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domenica 23 marzo 2008
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l uomo
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sono cattolica,ma credo di poter dare un giudizio,non sottomesso al pregiudizio ,come invece descrive il recensionista. Ho visto la pellicola come un opera valente(secondo me)di un artista che è fra i pochi che ammiro.Molto spesso secondo il mio modesto parere,si commette l errore,di ricercare in lavori come questo con riferimenti storici o religiosi, l intellettualismo in ogni forma. Io non sono erudita,come vorrei,e non posso fare accenni particolarmente mirati,posso solo dire le mie impressioni.In questo film quello che io ho visto ,oltre naturalmente la rappresentazione politica e religiosa di un fatto accaduto 2000 anni fa,ho vistole infinite facce dell animo umano,la ferocia l invidia,la gioia,il tradimento,il pentimento,la condivisione,l umiltà,la furbizia,l odio.
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sono cattolica,ma credo di poter dare un giudizio,non sottomesso al pregiudizio ,come invece descrive il recensionista. Ho visto la pellicola come un opera valente(secondo me)di un artista che è fra i pochi che ammiro.Molto spesso secondo il mio modesto parere,si commette l errore,di ricercare in lavori come questo con riferimenti storici o religiosi, l intellettualismo in ogni forma. Io non sono erudita,come vorrei,e non posso fare accenni particolarmente mirati,posso solo dire le mie impressioni.In questo film quello che io ho visto ,oltre naturalmente la rappresentazione politica e religiosa di un fatto accaduto 2000 anni fa,ho vistole infinite facce dell animo umano,la ferocia l invidia,la gioia,il tradimento,il pentimento,la condivisione,l umiltà,la furbizia,l odio. Non c'è bisogno di essere di parte per vedere questo,è lampante.Forse oggi queste cose non ci sono piu? o forse sono rozzamente camuffate,dalla modernità o che dir si voglia progresso,tali da non essere piu riconosciute? Oggi hanno altri nomi, stupro,violenza sugli anziani,corruzzione politica, furto di dignità..sofferenza innocente di bimbi uccisi,madri straziate,giovani donne e giovani uomini umiliati da uno stato che ti soffoca piano cosicche tu non te ne accorgi..potrei continuare all infinito. La maggior parte delle critiche sono andate a colpire la crudezza della fustigazione e della crocifissione,gia,cio era il fulcro della storia,ma io ho anche visto gli occhi di una madre che impotente guarda il figlio , uomo, che patisce per mano di un altro uomo,ho visto niente di piu e niente di meno di cio che puo,non che potè,ma ,che puo fare l uomo. Forse un po di semplicita,intesa come maggior chiarezza non guasterebbe,credo che il voler sminuire il tutto riducendolo ad un discorso intellettuale sia solo la dimostrazione di un altra faccia che ancora non ho citato: l' indifferenza, che secondo me è peggio della crudezza.
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