nicolò
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giovedì 5 aprile 2007
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la passione di cristo come splatter-movie...
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Come apprezzare questo polpettone religioso che Mel Gibson, attore e regista australiano di pochi meriti (uno è "Arma letale" e alla regia "Braveheart"), ha trasformato in un truculento spettacolo di massa che, più che commuovere i fedeli cristiani, solletica il nervo ottico dello spettatore. Più che un film sulla vera vita di Gesù, è una carrellata di banalità e incongruenze, che mischia i Vangeli originali e apocrifi con lo splatter-movie, facendone un blockbuster dal prevedibile successo di pubblico. Decisamente ignobile.
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a.r.
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sabato 31 marzo 2007
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la passione di cristo
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Quando andai a vedere il film "The Passion of the Christ" mi obbligai a fare un’opera di persuasione, ovvero liberarmi da tutte le critiche negative di cui il film, ancorché non ancora ufficialmente uscito nelle sale, fu sommerso. Questo, perché mi sono imposto, da sempre, come etica personale, la facoltà di giudicare con il mio intelletto (o intelligenza) qualsiasi evento. Chi discute con il cervello di altre persone, pur autorevoli, si sottrae autonomamente da quella che io definisco “democratica possibilità” di avvalersi della libertà di opinione. Premesso ciò, non condivisi in nessun modo, i dibattiti che si succedevano sulla “cattedra” televisiva, dati in pasto agli ignari spettatori, favorendo in essi la costruzione di una forma mentis pregiudiziale nei confronti del film.
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Quando andai a vedere il film "The Passion of the Christ" mi obbligai a fare un’opera di persuasione, ovvero liberarmi da tutte le critiche negative di cui il film, ancorché non ancora ufficialmente uscito nelle sale, fu sommerso. Questo, perché mi sono imposto, da sempre, come etica personale, la facoltà di giudicare con il mio intelletto (o intelligenza) qualsiasi evento. Chi discute con il cervello di altre persone, pur autorevoli, si sottrae autonomamente da quella che io definisco “democratica possibilità” di avvalersi della libertà di opinione. Premesso ciò, non condivisi in nessun modo, i dibattiti che si succedevano sulla “cattedra” televisiva, dati in pasto agli ignari spettatori, favorendo in essi la costruzione di una forma mentis pregiudiziale nei confronti del film. “In pratica, il film non è positivo, pertanto voi, sudditi di Re Televisione, non andate a vederlo giacché noi lo abbiamo già giudicato, anche per voi, non degno della vostra preziosa attenzione.” Mi scuso per la mia insolita ironia, ma non è colpa mia se purtroppo cose del genere avvengono spesso dalle nostre parti. Dunque, un film stroncato sul nascere; ciò mi fece porre una semplice domanda: “Perché?” Non lo so, forse non troverò mai risposta. Ora vorrei esporre le tematiche del film, che fu giudicato, sommariamente, in tal modo: Gratuita e continuativa violenza e pericolosamente offensivo nei confronti degli ebrei, nonché integralista, un film di destra. A questo punto, passando dalla parte illustrativa a quella religiosa, dico subito che il Vangelo, che Cristo non è né di destra né di sinistra. Egli è Dio, divenuto uomo, condividendo la nostra fragile natura, soffrendo e morendo per la salvezza dell’umanità. Leggendo, d’altronde, i Vangeli, essi ci raccontano le tappe della passione di Cristo, che fu un percorso di violenza, di sangue, di morte, in pratica una vera e propria tragedia. Allora perché condannare la violenza del film, se la passione di Cristo fu violenta? È ipocrisia tacere a noi stessi, che forse ci siamo abituati a credere in un Cristo, come dire, edulcorato. Quando recitiamo qualche preghiera o partecipiamo alla Santa Messa, usiamo parole forti, alle quali ormai le nostre labbra si sono abituate a pronunciarle con indifferenza, rifiutiamo il concetto della sofferenza: patì, morì e fu sepolto, dicono i Vangeli, mentre i profeti ci rammentano come Cristo fosse come agnello portato al macello, trafitto per i nostri peccati. Fu messo a morte sebbene non avesse alcuna colpa, ma solo perché ritenuto dai sacerdoti del tempo destabilizzante, preferendo far morire un uomo solo, affinché non recasse danni alla comunità. Questo dicono i Vangeli, non altro! Perché, allora, mentire a noi stessi, se non per l’unica ragione di costruirci su misura un Cristo meno ingombrante, limitando l’edonismo nel quale l’umanità e immersa! Il film è denso di significati delicatamente religiosi, ne cito solo qualcuno: la Madre che segue il Figlio nella sua passione, rivedendo nelle cadute sotto il peso della croce, quelle piccole cadute da bambino e la Madre, premurosa, a soccorrerlo; il Cireneo che aiuta Cristo a portare il fardello della croce, come in unico intreccio della croce, del Cireneo e di Cristo. Ebbene, io mi sono pienamente riconosciuto in quel Cireneo tornato di campagna, con le mie paure, i miei turbamenti, le mie difficoltà, nella mia mancanza di coraggio di vivere, nelle mie sofferenze fisiche e morali.Il film non è quindi violento, vuole ricordarci delle cose che, essendo d’intralcio, l’umanità vuole rimuovere.
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roby
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venerdì 30 marzo 2007
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un film unico nel nostro tempo...
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Uno dei film più grandi degli ultimi tempi, sotto diversi aspetti; il primo, e il più importante, è la sensazione di angoscia che accompagna tutto il film, Gibson ha creato delle immagini forti e suggestive, di un realismo impressionante e veritiero, da sconvolgere l'animo di chi lo vede; questo grazie ad una fotografia eccezionale, dove la luce accarezza i volti e l'ombra genera sinistri presagi. Poi la scelta di far recitare gli attori in aramaico e latino, che aiuta ad entrare ancor meglio nell'epoca in cui si svolge. E una crudezza necessaria, bella, assoluta, vera che ci mostra tutto quello che deve aver patito Gesù nelle ultime ore, il travaglio umano e divino, fisico e psicologico (e la componente psicologica affiora abbastanza nelle immagini)fino all'inevitabile fine.
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Uno dei film più grandi degli ultimi tempi, sotto diversi aspetti; il primo, e il più importante, è la sensazione di angoscia che accompagna tutto il film, Gibson ha creato delle immagini forti e suggestive, di un realismo impressionante e veritiero, da sconvolgere l'animo di chi lo vede; questo grazie ad una fotografia eccezionale, dove la luce accarezza i volti e l'ombra genera sinistri presagi. Poi la scelta di far recitare gli attori in aramaico e latino, che aiuta ad entrare ancor meglio nell'epoca in cui si svolge. E una crudezza necessaria, bella, assoluta, vera che ci mostra tutto quello che deve aver patito Gesù nelle ultime ore, il travaglio umano e divino, fisico e psicologico (e la componente psicologica affiora abbastanza nelle immagini)fino all'inevitabile fine. Un film come nessun altro poteva fare; la storia di Gesù è stata raccontata, per la prima volta, come veramente deve essere avvenuta. Che sia credente o meno, una persona guarda "La Passione di Cristo" e dopo rimane scioccata, estasiata, allibita e meravigliata da come è stata narrata la storia; rimane a riflettere, perchè è un film che fa riflettere molto sull'amore, l'umanità e il sacrificio. E' una pellicola di una perfezione raramente raggiunta da altri registi.
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un'altra pecora!!!
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martedì 27 marzo 2007
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riconciliatorio....
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almeno per quanto mi riguarda!!! qui voglio solo esprimere il mio Grazie sincero a Gibson che con questo film "farsa" per molti, mi ha dato la possibilità di ritrovare quella fede che da molto non sentivo più appartenermi... Il film può piacere o no, potrà essere più o meno veritiero ma sicurmente è talmente crudo da far nascere in me la compassione per chi "si dice" abbia dato la vita per noi.... qui si tratta di FEDE.... c'e chi ce l'ha e chi no.... Ad ogniuno è concesso di seguire la propria strada.... nessuno può obbligare l'altro a credere o meno in qualcosa che ci viene raccontato da così tanto tempo e da così tante persone.... per questo non mi sento di condannare chi critica aspramente questa pellicola e chi ne avanza le difese in modo cosi tenece.
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almeno per quanto mi riguarda!!! qui voglio solo esprimere il mio Grazie sincero a Gibson che con questo film "farsa" per molti, mi ha dato la possibilità di ritrovare quella fede che da molto non sentivo più appartenermi... Il film può piacere o no, potrà essere più o meno veritiero ma sicurmente è talmente crudo da far nascere in me la compassione per chi "si dice" abbia dato la vita per noi.... qui si tratta di FEDE.... c'e chi ce l'ha e chi no.... Ad ogniuno è concesso di seguire la propria strada.... nessuno può obbligare l'altro a credere o meno in qualcosa che ci viene raccontato da così tanto tempo e da così tante persone.... per questo non mi sento di condannare chi critica aspramente questa pellicola e chi ne avanza le difese in modo cosi tenece.... personalmente non ho saputo trattenere le lacrime e non me ne vergogno affatto. piangere per un film? si può certo ma non è per il film che i miei occhi hanno pianto... Abbiate coraggio di credere in qualche cosa....
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danilo manta
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sabato 17 marzo 2007
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la passione tra meraviglia e stupore
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Come ormai tutti sappiamo il celeberrimo regista Mel Gibbson, nel 2003 ha strabiliato il pubblico con il suo film THE PASSION interpretato da Jim Cavaziel.
Lo studio della sacra scrittura, unito successivamente dalla profonda fede do Gibbson ha fatto si che l'opera in questione rimanga nel cuore di ciascuno di noi.
Un film che ci mostra Cristo non come un personaggio Aureo, divino, sicuro di se, ma ci mostra un Cristo come vero uomo, un uomo pieno di sensibilità, armonia,insomma pienamente conforme alla figura che ogni domenica ci presenta il Vangelo.
Risalta subito agli occhi dello spettatore la figura realista dell'ECCE HOMO cioè il Cristo flaggellato che si sta facendo uccidere per salvare noi.
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Come ormai tutti sappiamo il celeberrimo regista Mel Gibbson, nel 2003 ha strabiliato il pubblico con il suo film THE PASSION interpretato da Jim Cavaziel.
Lo studio della sacra scrittura, unito successivamente dalla profonda fede do Gibbson ha fatto si che l'opera in questione rimanga nel cuore di ciascuno di noi.
Un film che ci mostra Cristo non come un personaggio Aureo, divino, sicuro di se, ma ci mostra un Cristo come vero uomo, un uomo pieno di sensibilità, armonia,insomma pienamente conforme alla figura che ogni domenica ci presenta il Vangelo.
Risalta subito agli occhi dello spettatore la figura realista dell'ECCE HOMO cioè il Cristo flaggellato che si sta facendo uccidere per salvare noi. Forse è proprio per questo che questo film ci ha toccato nel profondo, ci ha commosso, ci ha lasciato senza parole, ci ha fatto piangere ed emozionare, perchè in quelle dodici ore descritte scrupolosamente nel film lo spettatore ha visto morire non un Dio ma bensì un uomo, o meglio un vero uomo e un vero Dio.
Per questo sullo schermo vediamo un uomo che viene costantemente tentato da Satana, e questo sta a ricordarci che l'UOMO cade facilmente in tentazione.
Ancora una volta ci dobbiamo inchinare davanti all'arte e alla fede di Gibbson che ha reso Cristo un uomo vero vicino alla sensibilità della gente.
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mario er burino
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mercoledì 7 febbraio 2007
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e propio belllissssimmo!!!
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Stò firm e propio bello, miiii che musiche ci sono ner film, a me me piace er genere truculento, ke me fa 'mpazzirre, quindi W Gibson, continua cosììììì.
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carlo il cinematografico
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mercoledì 31 gennaio 2007
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ignobile
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Parlato in Aramaico e latino con sottotitoli: le ultime 12 ore di vita di Gesù di nazareth, con prologo (il getsemani), epilogo (la resurrezione) e qualche flashblack. Uscito nell'estate 2004, con 1300 copie di distibuzione negli USA, grande successo di pubblico (380 milioni di dollari), apprezzato da molti critici ma allo stesso tempo stroncato, è un film sicuramente ignobile, troppo stereotipico, troppo hollywoodiano, troppo efferato nel suo cinismo, e troppo ateo in poche parole, Gibson ha cercato di sforzarsi ricostruendo la passione con un budget mostruoso, attori eccezzionali e qui un pò sprecati, e con la affluenza del pubblico giovanile adolescente attratto dal cinema estivo, ma non è servito a niente, la chiesa cattolica lo ha condannato per il suo razzismo non religioso, i critici italiani hanno sprigionato un'enorme vespaio di polemiche, quasi tutti i paesi lo hanno vietato, e tutti hanno ragione, dall'inizio alla fine il film più che un percorso biblico sembra un tritacarne, due ore di spettacolo per un film così efferato e maligno sono veramenete troppe, i romani qui sono stati maltrattati, non sono più i romani di "Ben-Hur", non è più lo stile di Zeffirelli, Gesù e torvo, eccessivo, goffo, ridicolo, disgustoso, immorale, cattivo, comico, spietato e antipatico, la politica e cultura americana ha sempre maltrattato i nostri antenati romani come nazisti dell'antichità, ha sempre accusato la nostra cultura poco gradevole e epica, e ha sempre e spesso maltrattato Gesù accusandolo di cinismo e retorica pendante, chissà che direbbero i nostri antenati se sentissero queste parole e queste voci del mondo globale e moderno, noi crediamo che l'esteica sia insemparabile dall'etica come molti altri critici italiani, quindi questo film non è per nulla religioso, se lo fosse stato non sarebbe stato così schifoso e volgare, non avrebbe tutta questa enfatica, e non avrebbe tutta questa mondanità, che si sente spesso, non avrebbe nulla di tutto questo, bisognerebbe castigare prima di tutto il regista Gibson, razzista, sbruffone e bastardo, i produttori per aver collaborato a tutto, i montatori per aver montato le scene da distruggere e mettere al rogo, gli attori per aver accettato le parti, e infine i censori che in Italia, unico paese al mondo, hanno stabilito che sia accessibile anche ai bambini, a loro bisognerebbe sottoporli alla legge di contrapasso, a cui sono d'accordo tutti, obbligarli a vedere per una settimana, tutte le scene più truculente, efferate, paurose, orripilanti e volgari della storia del cinema, alcuni prevedono inoltre che il film verrà sicuramente messo al rogo, come succese trent'anni fa come "Ultimo tango a Parigi" di Bernardo Bertolucci, speriamo che sia così, per questo film che in futuro nessuno, ma proprio nessuno dovrà mai più vedere e criticare.
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francesco
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mercoledì 17 gennaio 2007
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la passione secondo mel gibson
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Mi trovo in forte disaccordo con la recensione del buon Farinotti su "The Passion", a partire dal discorso sull'attesa creata (con grande bravura a tavolino, per ovvie ragioni commerciali) da questo film.
Senza entrare nella polemica sul "pulp" (è questione di gusti, a me non piace, ma ci sono persone e popoli a cui piace; si dice che questo aspetto sia stato molto apprezzato in medio oriente!), non capisco come - al di là del cast e dell'ottima fotografia - si possa apprezzare un film di fatto vuoto di contenuti, pura forma e neache particolarmente originale, e soprattutto con numerose cadute di stile (quelle che alcuni chiamano "americanate", ma ricordiamoci che ci sono anche quelle buone!), per citarne solo una il lancio dei soldi dal grande sacerdote a Giuda Iscariota al rallentatore!
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Mi trovo in forte disaccordo con la recensione del buon Farinotti su "The Passion", a partire dal discorso sull'attesa creata (con grande bravura a tavolino, per ovvie ragioni commerciali) da questo film.
Senza entrare nella polemica sul "pulp" (è questione di gusti, a me non piace, ma ci sono persone e popoli a cui piace; si dice che questo aspetto sia stato molto apprezzato in medio oriente!), non capisco come - al di là del cast e dell'ottima fotografia - si possa apprezzare un film di fatto vuoto di contenuti, pura forma e neache particolarmente originale, e soprattutto con numerose cadute di stile (quelle che alcuni chiamano "americanate", ma ricordiamoci che ci sono anche quelle buone!), per citarne solo una il lancio dei soldi dal grande sacerdote a Giuda Iscariota al rallentatore!!! Come si fa a girare scene del genere senza vergognarsi neanche un po'?
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rumon
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sabato 6 gennaio 2007
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bugie truccate da verità
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Gran scialo di lingue antiche (latino, aramaico) per dare l'idea della realtà. Ma "The Passion" è tutto meno che un documentario. La disonestà di fondo dell'operazione è proprio in questo. Prendiamo la scena della fustigazione. Gesù viene ridotto, secondo Gibson, quasi in fin di vita da un soldato sadico. Ma se uno si legge i Vangeli, arriva a ben altra conclusione. Nessuno di essi dice quanto fu severa la fustigazione. Ma Marco, quello che scrisse il Vangelo più antico, dice che: 1) Pilato incontra Gesù prima della fustigazione; 2) Pilato incontra Gesù anche dopo; 3) Pilato si stupisce, quando gli vengono a dire che Gesù è morto; la sua reazione è del tipo "Già morto?!". Pilato ha visto Gesù quando era ancora in buone condizioni; si è fatto, automaticamente, un'idea su di lui.
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Gran scialo di lingue antiche (latino, aramaico) per dare l'idea della realtà. Ma "The Passion" è tutto meno che un documentario. La disonestà di fondo dell'operazione è proprio in questo. Prendiamo la scena della fustigazione. Gesù viene ridotto, secondo Gibson, quasi in fin di vita da un soldato sadico. Ma se uno si legge i Vangeli, arriva a ben altra conclusione. Nessuno di essi dice quanto fu severa la fustigazione. Ma Marco, quello che scrisse il Vangelo più antico, dice che: 1) Pilato incontra Gesù prima della fustigazione; 2) Pilato incontra Gesù anche dopo; 3) Pilato si stupisce, quando gli vengono a dire che Gesù è morto; la sua reazione è del tipo "Già morto?!". Pilato ha visto Gesù quando era ancora in buone condizioni; si è fatto, automaticamente, un'idea su di lui. Lo ha visto dopo. Quando il soldato gli riferisce che Gesù è morto, Pilato "ripesca" dalla memoria le immagini di Gesù; le confronta con quelle di uomini che ha già visto morire crocifissi, e di cui sa quanto ci hanno messo a morire. E qualcosa non gli torna. Ed esprime stupore. La chiave del mistero sta in quel "sangue e acqua" che, secondo i Vangeli, escono dal costato di Gesù quando uno dei soldati gli dà il colpo di grazia. Quando si muore di "crepacuore" può succedere che si formi del siero.
"The Passion" è un film insopportabile proprio perché si avverte da ogni inquadratura che, spacciandosi per documentario realistico e "filologico", è in realtà intriso di visioni parziali, imprecisioni e falsità. Una segnalazione a parte merita la colonna sonora, una delle più invadenti, inutili e rumorose di tutta la storia del cinema.
Uno sprazzo di creatività c'è alla fine, quando la telecamera inquadra una goccia di pioggia che scende dal cielo e poi inquadra la Croce dall'alto. Insomma, Gibson usa la prospettiva di Dio per considerare la scena della crocifissione. A parte Dalì, nessun altro si è servito di questa prospettiva. Magari perché gli altri artisti non si credevano onnipotenti.
Perdetevelo pure, ci sono molti altri film migliori, se state cercando la storia di Gesù raccontata al cinema.
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maomaomiao
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venerdì 29 dicembre 2006
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penoso
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Fotografia, musiche, inventiva scenica ... tutto penoso, un brutto film hollywoodiano.
Enfatico, scritto e pensato per bambini subnormali ( forse il pubblico made in usa ); smorfie, parabole un tanto al chilo completano il profilo dei personaggi.
Storia zero,
Raramente si puo' vedere un film tanto mal fatto e tanto costoso.
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