La passione di Cristo |
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Un film di Mel Gibson.
Con Jim Caviezel, Maia Morgenstern, Monica Bellucci, Rosalinda Celentano.
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Titolo originale The Passion of the Christ.
Religioso,
durata 126 min.
- USA, Italia 2004.
MYMONETRO
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Bugie truccate da verità
di RumonFeedback: |
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sabato 6 gennaio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gran scialo di lingue antiche (latino, aramaico) per dare l'idea della realtà. Ma "The Passion" è tutto meno che un documentario. La disonestà di fondo dell'operazione è proprio in questo. Prendiamo la scena della fustigazione. Gesù viene ridotto, secondo Gibson, quasi in fin di vita da un soldato sadico. Ma se uno si legge i Vangeli, arriva a ben altra conclusione. Nessuno di essi dice quanto fu severa la fustigazione. Ma Marco, quello che scrisse il Vangelo più antico, dice che: 1) Pilato incontra Gesù prima della fustigazione; 2) Pilato incontra Gesù anche dopo; 3) Pilato si stupisce, quando gli vengono a dire che Gesù è morto; la sua reazione è del tipo "Già morto?!". Pilato ha visto Gesù quando era ancora in buone condizioni; si è fatto, automaticamente, un'idea su di lui. Lo ha visto dopo. Quando il soldato gli riferisce che Gesù è morto, Pilato "ripesca" dalla memoria le immagini di Gesù; le confronta con quelle di uomini che ha già visto morire crocifissi, e di cui sa quanto ci hanno messo a morire. E qualcosa non gli torna. Ed esprime stupore. La chiave del mistero sta in quel "sangue e acqua" che, secondo i Vangeli, escono dal costato di Gesù quando uno dei soldati gli dà il colpo di grazia. Quando si muore di "crepacuore" può succedere che si formi del siero. "The Passion" è un film insopportabile proprio perché si avverte da ogni inquadratura che, spacciandosi per documentario realistico e "filologico", è in realtà intriso di visioni parziali, imprecisioni e falsità. Una segnalazione a parte merita la colonna sonora, una delle più invadenti, inutili e rumorose di tutta la storia del cinema. Uno sprazzo di creatività c'è alla fine, quando la telecamera inquadra una goccia di pioggia che scende dal cielo e poi inquadra la Croce dall'alto. Insomma, Gibson usa la prospettiva di Dio per considerare la scena della crocifissione. A parte Dalì, nessun altro si è servito di questa prospettiva. Magari perché gli altri artisti non si credevano onnipotenti. Perdetevelo pure, ci sono molti altri film migliori, se state cercando la storia di Gesù raccontata al cinema.
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