qisoneb
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sabato 29 luglio 2023
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cmq vivo... e concorde con a sua linea,film.
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Sembra che la storia sia di chiaro narramento sia dalle
situazoni prequel che sequel per chiunque e che
aveva dubbi su qualsiasi particolare, i perchè che
accompagnavano in prequel dei propri valori e accompagnano
tal situazioni, per il servzio le donazoni le tasse... che il
cesare di turno pensava di esigere... senza nulla in cambio al popolo,
quel voler ricercare..., riconoscere, e formulare accuse per
il poveraccio guardacaso per
poi crocifiggerlo, in sostanza opportunità e occasioni
perse e perso il senso e la possibltà datagli per un decenno crca di
dmostrare quel che valevano sia che fosse
di risarcmento per que dubbi e involontarietà.
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Sembra che la storia sia di chiaro narramento sia dalle
situazoni prequel che sequel per chiunque e che
aveva dubbi su qualsiasi particolare, i perchè che
accompagnavano in prequel dei propri valori e accompagnano
tal situazioni, per il servzio le donazoni le tasse... che il
cesare di turno pensava di esigere... senza nulla in cambio al popolo,
quel voler ricercare..., riconoscere, e formulare accuse per
il poveraccio guardacaso per
poi crocifiggerlo, in sostanza opportunità e occasioni
perse e perso il senso e la possibltà datagli per un decenno crca di
dmostrare quel che valevano sia che fosse
di risarcmento per que dubbi e involontarietà... eventuali
nel prequel, et nella loro malafede. Cosìcchè da
dimostrare quale animo e mondo non certo migliore
volevano (ri)proporre, per trovarsi allo svolgere della
loro strage, d'erba, rosa... e oli indomabili alla compassione per il
loro bastonare senza pietà alcuna chi messosi a
disposizione della società sembra riconoscerli altrettanto
ponendogli il dilemma di andarsene per la
loro strada se l'hanno e di non indaffararsi... a ricercare chicchessia per
poi non trovarsi al riconoscimento e accuse del supertestimone... che
conosce e ha fatto conoscere al mondo civilizzato quale
croce... spetti e di quali atrocità fosse capace
tal gente, da far sembrare norimberga... come semplice
scarpinata confronto... alle
condanne in realtà dalle quali
difficilmente nonostante qualcuno gli
dovesse dare la possibilità di discolparsi potranno
mai farlo e soprattutto non nel modo migliore come
quegli ergastolani con il loro mondo, e il mondo del supertestimone... per
loro e per chiunque con l'eventuale e possbile spettacolo del film.
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mercoledì 10 maggio 2023
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sei il solito senza dio
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INVECE Schindler's List TI E' PIACIUTO E'? SENZA ERRORI VERO? SEI SOLO UN SENZA DIO
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dario
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sabato 27 agosto 2022
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un capolavoro ucciso dai pregiudizi dei critici
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Rivisto ieri, senza sottotitoli, il film è semplicemente un viaggio nella follia dell'umanità. A partire dall'uso delle lingue antiche il film ti immerge in quel mondo tanto osannato della Roma Antica. Non bisogna essere cristiani per credere in quelle pene inflitte nella Roma Antica, il cui diritto ancora si studia nelle università italiane. Andando ad elementi più tecnici il film fa un frequente ricorso di inquadrature soggettive, elemento che spesso ci fa vedere le cose con gli occhi di Cristo. Inoltre la recitazione sembra molto autentica, emblematico è il volto del soldato romano che sembra quasi piangere di fronte alla flagellazione del Gesù Nazareno, figura storica la cui esistenza è innegabile.
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Rivisto ieri, senza sottotitoli, il film è semplicemente un viaggio nella follia dell'umanità. A partire dall'uso delle lingue antiche il film ti immerge in quel mondo tanto osannato della Roma Antica. Non bisogna essere cristiani per credere in quelle pene inflitte nella Roma Antica, il cui diritto ancora si studia nelle università italiane. Andando ad elementi più tecnici il film fa un frequente ricorso di inquadrature soggettive, elemento che spesso ci fa vedere le cose con gli occhi di Cristo. Inoltre la recitazione sembra molto autentica, emblematico è il volto del soldato romano che sembra quasi piangere di fronte alla flagellazione del Gesù Nazareno, figura storica la cui esistenza è innegabile. Anche il montaggio parallelo fra la Passione di Cristo e l'infanzia e la giovinezza di Cristo risulta azzeccato, in particolare il flashback della caduta. Infine la maestosa scenografia di Matera vale più di mille Chroma key.
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bernardino abate
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martedì 12 aprile 2022
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un film capolavoro!
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Un film capolavoro che, per tutta la durata, ti tiene sospeso e commuove. Un film che rimarrà nella storia del grande Cinema e lo rivedi sempre volentieri. Un grande merito al regista Mel Gibson e ai suoi attori.
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luigi
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sabato 11 aprile 2020
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signori morandini, andate a casa.
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Non sarebbe ora di far smettere ai Morandini di recensire? Hanno fatto già troppi danni e parlo dopo una lunga e attenta lettura dei loro libri.Hanno influenzato piu generazioni con recensioni assurde, danno tre stelle a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e una soltanto a La Passione di Cristo, un capolavoro applaudito anche dal Papa.
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martedì 24 marzo 2020
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un po' di onestà
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Se è vero che è difficile una critica obiettiva, dobbiamo essere onesti sul fatto che in questo sito almeno una critica positiva ce la si poteva permettere. Altrimenti diciamocelo chiaramente: noi qui non siamo credenti e di Dio non ne vogliamo sapere. Sarebbe stato più onesto. Oltretutto vi ricordo che il film è piaciuto moltissimo ed ha riscosso gran successo. Francamente non mi aspettavo nulla di diverso.
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lunedì 25 novembre 2019
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anche io non sono d'accordo
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Caro Farinotti, io amo il cinema. Questo è un film stupendo. È evidente che il tuo pensiero condiziona la tua critica fin dalle prime battute. Per questo è da considerarsi carta straccia. Buona giornata Chiara
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trouffldpotemkez
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domenica 25 agosto 2019
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sembrano troppe paranze... per il film.
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ricordo soltanto giuda, e cristo col suo dire, are
you dawn over there? cioè chi va la, chi sei
giuda... la in fondo? cosa vuoi in realtà, in verità, e che
chiedi a te stesso? datti il tuo comendamento,
eseguiti per quel che dici, dai, uno strano cristo
pregiudicato... con la barba, ma guardando a modo là...
sembrano tante le malefatte, guardando le figure ci vediamo un
sacco di reati... sembra che ci sia una
buca... ecco perchè cercano un povro cristo da mettere sulla
loro croce..., la furbizia di quei criminali malfattori ci rimembrano la
diffida nei confronti di chi se ne infischia della legalità con l'utilizzo
delle credenze perfino per perseguire i cittadini onesti, are
you over there?, don't worry, un film incredibile.
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ricordo soltanto giuda, e cristo col suo dire, are
you dawn over there? cioè chi va la, chi sei
giuda... la in fondo? cosa vuoi in realtà, in verità, e che
chiedi a te stesso? datti il tuo comendamento,
eseguiti per quel che dici, dai, uno strano cristo
pregiudicato... con la barba, ma guardando a modo là...
sembrano tante le malefatte, guardando le figure ci vediamo un
sacco di reati... sembra che ci sia una
buca... ecco perchè cercano un povro cristo da mettere sulla
loro croce..., la furbizia di quei criminali malfattori ci rimembrano la
diffida nei confronti di chi se ne infischia della legalità con l'utilizzo
delle credenze perfino per perseguire i cittadini onesti, are
you over there?, don't worry, un film incredibile...
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fourt
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domenica 18 novembre 2018
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danken 100% grande,non xrò il meglio della storia.
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ah, tutte quelle persone a parlare in aramaico, vi è il bisogno
di dirlo, quando le ho viste a arrabattarsi per contare... qualcosa,
e presentandosi con le loro pseudo espressioni,
nottetempo e del secolo scorso, quel
sottogiustizialismo spicciolo loro, è una specie d'argomento
accennato anche in disamina in alcune recensioni del film
il labirinto del silenzio..., cos'è che
non avevano compreso comunque narrando la storia, che
quando s'incontra qualcuno sia in città che in
periferia, sia uomini che donne..., se uno non ha mai fatto caso a
qualcosa e non mai subito niente
del genere vi è per forza un motivo.
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ah, tutte quelle persone a parlare in aramaico, vi è il bisogno
di dirlo, quando le ho viste a arrabattarsi per contare... qualcosa,
e presentandosi con le loro pseudo espressioni,
nottetempo e del secolo scorso, quel
sottogiustizialismo spicciolo loro, è una specie d'argomento
accennato anche in disamina in alcune recensioni del film
il labirinto del silenzio..., cos'è che
non avevano compreso comunque narrando la storia, che
quando s'incontra qualcuno sia in città che in
periferia, sia uomini che donne..., se uno non ha mai fatto caso a
qualcosa e non mai subito niente
del genere vi è per forza un motivo..., a dargli per così dire
giù e sotto... porlo a cose mai sentite ne concepite , è tipo come
refuggere... col sapere che gli scoppierà una specie di bubbone sulla
testa, sotto valutando... sotto stimando... ecc ecc le capacità altrui,
dunque poi cos'è che non avevano compreso nelle
loro fiabette, non conoscevano per caso
san giuliano... o san... giu ... sti no mi pare coi numeri... che
avevano... scomodare il signore... sia stato il
loro errare più grande, soprattutto quando li
cercheranno anche per le
loro responsabilità, intendendosi male... della
croce del suo significato e delle capacità
del poverino cristo, capace di fare
budinoi... delle loro surreali assurdità, e che
pontificavano pensando d'essere indisturbati... la
loro dunque great responsabilità... sinchè la
cercano... dal loro creatore... troveranno
solo la sofferenza... loro e del cristo
poverino... coi ladroni in croce..., un film incomprensibile (?) forse
ma giustamente sempre forse, (e nessuno vorrebbe
sbarcare... poi senza surealismo alcuno a difendere il proprio
confine, pagando oltre al
debito pubblico... per il loro show
e per cose dette in altre lingue e non concepibili alla
pace e umanità), per il film maker
crudo sanguinistico, con 8 mila scene così
e non nel generis fiabesche del classico.
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great steven
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martedì 20 dicembre 2016
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spudorata esibizione di violenza anticristiana.
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LA PASSIONE DI CRISTO (USA, 2003) diretto da MEL GIBSON. Interpretato da JAMES CAVIEZEL, MAIA MORGENSTERN, MONICA BELLUCCI, CLAUDIA GERINI, ROSALINDA CELENTANO, HRISTO SHOPOV, HRISTO JIVKOV, TONI BERTORELLI, SERGIO RUBINI, MATTIA SBRAGIA, FRANCESCO CABRAS, GIOVANNI VETTORAZZO
Distribuito in tutti i Paesi del mondo con la medesima versione (coi sottotitoli adeguati per la relativa nazione) parlata in latino e aramaico, premiato con due Nastri d’Argento ai costumi (Maurizio Millenotti) e alla scenografia (Francesco Friggeri) e molto meno meritatamente con un successo mondiale al box office, è un film che è stato definito in tutti i modi, osannato apertamente da un lato e criticato con estrema asprezza dall’altro, ma di certo gli si può negare senza troppi torti la denominazione di "cristiano".
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LA PASSIONE DI CRISTO (USA, 2003) diretto da MEL GIBSON. Interpretato da JAMES CAVIEZEL, MAIA MORGENSTERN, MONICA BELLUCCI, CLAUDIA GERINI, ROSALINDA CELENTANO, HRISTO SHOPOV, HRISTO JIVKOV, TONI BERTORELLI, SERGIO RUBINI, MATTIA SBRAGIA, FRANCESCO CABRAS, GIOVANNI VETTORAZZO
Distribuito in tutti i Paesi del mondo con la medesima versione (coi sottotitoli adeguati per la relativa nazione) parlata in latino e aramaico, premiato con due Nastri d’Argento ai costumi (Maurizio Millenotti) e alla scenografia (Francesco Friggeri) e molto meno meritatamente con un successo mondiale al box office, è un film che è stato definito in tutti i modi, osannato apertamente da un lato e criticato con estrema asprezza dall’altro, ma di certo gli si può negare senza troppi torti la denominazione di "cristiano". Perché il suo messaggio non ha proprio la più minuscola briciola di essenza religiosa. Raccontare le ultime dodici ore della vita di Gesù di Nazareth, col prologo nel Getsemani immerso in un’oscurità lugubre e maestosa (ma tutt’altro che poetica), una parte centrale che sembra interminabile – soprattutto per l’esposizione gratuita e senza filtri di una violenza pazzesca, enorme e ingiustificabile – cui spetta il compito di narrarne il sofferente calvario, e un miserabile minuto finale che funge da epilogo, nel quale vien mostrata la Resurrezione. E pensare che non son mancate personalità influenti e di moralità non facilmente destrutturabile come alcuni attuali cattolici da Controriforma, nemici (vescovi inclusi) del Concilio Vaticano II e seguaci di Monsignor Lefebvre che, esaltandosi e commuovendosi, han raccomandato questo film splatter sulla passione del Messia. Ora, a prescindere dalla sensibilità di ogni critico o spettatore considerato singolarmente, e anche accantonando un momento il comune senso del pudore per esprimere un giudizio obiettivo, quali sentori di cristianità e religione (quantomeno in senso stretto) si possono percepire in una pellicola che, per tre quarti della sua durata, passa al tritacarne il suo protagonista, compiacendosi di mostrare i ripetuti e sempre più efferati metodi di tortura e colluttazione che riceve da volgari legionari romani, senza contare le ancora più numerose umiliazioni verbali di cui lo stesso diventa bersaglio nelle tappe dell’ultimo tratto della sua vita? Che, fra l’altro, risulta soave e istruttiva per come viene narrata nelle Sante Scritture durante una qualsivoglia celebrazione eucaristica, mentre qui appaiono soltanto come i punti obbligati consecutivi di un gioco al massacro che cancella con ossessione, e magari pure in maniera non intenzionale, ogni traccia di purezza, perdono e consolazione. Storicamente inattendibile, esteticamente indegno, tutto fuorché strappalacrime nella sua ricerca maniacale di un dolore immenso da raffigurare, è un’opera talmente brutta, e non solo per il discorso della violenza, che anche recriminarne la mancanza di buongusto, gli errori storici e l’inadeguatezza del come è recepita la rappresentazione della tortura, altro non è che uno spreco di tempo da cui si può trarre, come unico beneficio, il pensiero che un simile scempio cinematografico poteva essere fatto centomila volte meglio e che magari è venuto così contrariamente alle aspettative dei suoi autori (Gibson è anche sceneggiatore, coadiuvato da Benedict Fitzgerald). Da notare che i registi consapevoli si pongono da sempre il tema della tortura, attuale malgrado lo scorrere del tempo, reale e filmico, e soprattutto i modi per rappresentarla. L’attore-regista australiano s’è convinto di dover fornire una parola religiosa prendendo ad esempio e modello la storia più dolorosa, straziante ed educativa che i testi sacri continuano a raccontare nonostante i cambiamenti d’epoca nella stessa struttura ecclesiastica dell’intero pianeta, ma mescolando la discutibilità dei cenni storici (un Ponzio Pilato così garbato e condiscendente non stona certo poco) con l’istupidimento adoperato nei confronti degli Antichi Romani (considerati all’unanimità da personalità storiche di rilievo come i nazisti dell’antichità, e qui ritratti con una brutalità inattendibile), perde di vista l’obiettivo e finisce solamente per imbastire un obbrobrio antisemita, anticristiano e opposto ad ogni logica di creatività, coerenza, monitoraggio e valore artistico di un prodotto. Come se non bastasse, i censori italiani non hanno nemmeno posto il divieto di visione ai minori di diciotto anni, reputandolo un film proponibile anche ai bambini, e qui è utile stendere un pietoso velo su possibili sperequazioni. Consolano unicamente le interpretazioni degli attori, in particolar modo gli italiani: la Maria Maddalena della Bellucci (più intensa ed espressiva del solito), il Dimaco di S. Rubini (molto risicato, ma che riesce a ritagliarsi un piccolo e fruttifero angolo di espressione), il Satana di R. Celentano (che avanza come un macabro fantasma nero a sottolineare gli istanti più carichi di tensione e suspense), la Claudia della Gerini (moglie accorata del governatore della provincia palestinese Ponzio Pilato, maldisposta verso la flagellazione di colui che si proclama re dei Giudei) e, fra gli stranieri, una Maria abbastanza credibile (Morgenstern abile nel riprodurre sul suo volto l’ansia opprimente e il dolore incommensurabile della Madre di Gesù) e, suo malgrado, anche il Jeoshua di Caviezel, cui donano i rari occhi giallognoli. Totalmente girato in Italia, fra Roma e Matera, come specificato anche nei titoli di coda.
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