6bravoacorvociseipassorambo
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sabato 2 marzo 2024
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l''utopia dell''inseguimento... solito spettacolo.
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Black Mamba 4x4 racing sembra spettacolo, che si tratti
di 46 manovali o dei dis abilissimi 80 folli, con la lestezza
dell'aikido sciabolato rende quell'action post-modern
di qualche livello. Incredibile sarà forse la tutina di Lee a volergli
donare tutte quelle cose, lo spettacolo le citazioni
inseguite dagli autentici films divertono e sembrano
ri portare stile maggiordomo, il mitico spettacolo del film.
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marcloud
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lunedì 25 maggio 2020
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dalla vendetta alla riflessione
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Ci sono ancora da uccidere Budd, Elle Driver e naturalmente Bill. Nel secondo volume oltre alla solita copiosa scia di sangue, scopriamo meglio le ragioni della vendetta e i sentimenti dei protagonisti. Trovano spazio le digressioni, tra cui l'apprezzabilissimo addestramento di Uma Thurman, attrice perfetta sotto ogni aspetto anche in questo episodio. Tarantino ci regala un film tirato e mai noioso, con la saggezza di un western e la violenza di un film asiatico sulle arti marziali. Ottime anche le musiche per una "saga" da incorniciare.
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raffaele reppucci
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domenica 17 maggio 2020
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vendetta ma non solo
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Tarantino, un funambolo in equilibrio sul filo di una sottilissima ironia, teso sul baratro della violenza descritta con segni e colori realistici, nel senso fotografico del termine però. perché il viso e la silhouette taglienti di Una Thurman che esce dalla bara, trivella il terreno e spalanca gli occhi sono surreali. non fino al punto di essere insulsi.
la morte data come fulmine a ciel sereno dall'uno all'altro è segno per il quale Tarantino ha una inclinazione da artigiano. una filosofia della vendetta apparentemente inesorabile, la "nonchalance" del killer o della killer nelle esecuzioni, i particolari da istituto di anatomia patologica, le strategie ciniche dei protagonisti, tutto questo avvince ma non convince fino in fondo, perché alla fine è una crudeltà un po' .
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Tarantino, un funambolo in equilibrio sul filo di una sottilissima ironia, teso sul baratro della violenza descritta con segni e colori realistici, nel senso fotografico del termine però. perché il viso e la silhouette taglienti di Una Thurman che esce dalla bara, trivella il terreno e spalanca gli occhi sono surreali. non fino al punto di essere insulsi.
la morte data come fulmine a ciel sereno dall'uno all'altro è segno per il quale Tarantino ha una inclinazione da artigiano. una filosofia della vendetta apparentemente inesorabile, la "nonchalance" del killer o della killer nelle esecuzioni, i particolari da istituto di anatomia patologica, le strategie ciniche dei protagonisti, tutto questo avvince ma non convince fino in fondo, perché alla fine è una crudeltà un po' ... da bambini. senza una traccia di redenzione. l'ultimo colpo di scena invece arriva quasi inaspettato, per chi non conosce l'autore: l'amore materno. la protezione della piccola. del resto un codice d'onore minimo c'era anche nei duelli spietati. idurissimi amano. con Tarantino non ci si annoia.
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great steven
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lunedì 16 settembre 2019
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azioni e parole in sintonia anfetaminica!
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KILL BILL – VOLUME 2 (USA, 2004) di QUENTIN TARANTINO. Interpretato da UMA THURMAN, DAVID CARRADINE, DARYL HANNAH, MICHAEL MADSEN, GORDON LIU
La Sposa/Black Mamba porta a termine la sua vendetta contro i responsabili del Massacro ai Pini alla Chiesa Nuziale di El Paso. Prima della resa dei conti con Bill, elimina Budd/Sidewinder ed Elle Driver/California Mountain Snake. I due film sono consequenziali, le sconnessioni temporali e il citazionismo persistono, ma sono anche radicalmente diversi, quasi contrapposti. Il secondo capitolo del dittico è più parlato, libero e d’autore; vi compaiono molta meno violenza, sangue, azione e coreografie, e in compenso vi è più amore e dolore sino ai confini del melodramma, genere assai estraneo al regista: qui, infatti, scopriamo che la Sposa/Beatrix è anche madre, madre della bambina che ha avuto da Bill, che non ha mai conosciuto e che vede per la prima volta quando lei ha quattro anni.
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KILL BILL – VOLUME 2 (USA, 2004) di QUENTIN TARANTINO. Interpretato da UMA THURMAN, DAVID CARRADINE, DARYL HANNAH, MICHAEL MADSEN, GORDON LIU
La Sposa/Black Mamba porta a termine la sua vendetta contro i responsabili del Massacro ai Pini alla Chiesa Nuziale di El Paso. Prima della resa dei conti con Bill, elimina Budd/Sidewinder ed Elle Driver/California Mountain Snake. I due film sono consequenziali, le sconnessioni temporali e il citazionismo persistono, ma sono anche radicalmente diversi, quasi contrapposti. Il secondo capitolo del dittico è più parlato, libero e d’autore; vi compaiono molta meno violenza, sangue, azione e coreografie, e in compenso vi è più amore e dolore sino ai confini del melodramma, genere assai estraneo al regista: qui, infatti, scopriamo che la Sposa/Beatrix è anche madre, madre della bambina che ha avuto da Bill, che non ha mai conosciuto e che vede per la prima volta quando lei ha quattro anni. Tarantino è un trasformista, un novello Houdini che gioca con gli strumenti stilistici a disposizione e li adopera tutti senza soluzione di continuità: colore e bianconero, schermo panoramico e split-screen, montaggio convulso e piano-sequenza. Rifà la sua apparizione anche l’omaggio al cinema asiatico con lungo e mimetico periodo dedicato all’addestramento di Beatrix alle arte marziali sotto la severa e impietosa guida del Maestro Pai Mei, ma è in funzione della titanica lotta che la guerriera intraprendere per uscire dalla bara dov’è stata sepolta viva da Budd che poco prima le aveva sparato a salve e in seguito l’aveva legata. Il più frequente riferimento meta-cinematografico è condensato nei ritmi lenti dell’epica western, e non soltanto quelli dilatati di Sergio Leone. Più che un film, Tarantino crea un universo filmico. Nel suo repertorio la trama passa sempre in secondo piano per dare maggior risalto alle acrobazie scenografiche, ai colpi di scena mozzafiato, alle scene dal notevole impatto emotivo, ai significati strazianti da ricercare dietro gli atti bellicosi e alla spregiudicatezza di una messa in scena collaudata a puntino nei minimi dettagli prima di riempire lo schermo con un’esplosione che sa al tempo stesso di pacchianeria e raffinatezza. Difficile stabilire se il suo linguaggio espressivo travalichi il sensazionalismo o riguardi più che altro un metodo di rappresentazione che nega l’autocompiacimento per soddisfare le emozioni. Quelle emozioni che, sepolte in fondo all’animo di uno spettatore alla ricerca di brivido, si rivelano poi elementari da espellere quando sorgono, ma tuttavia vanno cercate in luoghi assai reconditi, quasi inespugnabili. Il che fa del nostro film-maker un cultore della settima arte a trecentosessanta gradi abile tanto nell’epurazione dei generi mediante l’impiego di una chimica tutta particolare e molto complessa da esplicare, quanto in una sfrenata e ossessiva caccia all’ultima emozione che si può provare sulla propria pelle osservando spettacoli elaboratissimi di vizi e virtù portati alle loro estreme conseguenze. Nel dare una spiegazione al suo comportamento sanguinosamente preparatorio e per giustificare le sue imprese criminali, Bill afferma: «I overreacted». Nonostante un’eccezione come Jackie Brown, l’intero cinema di Quentin è overeacted, esagerato, mostruosamente tendente all’accumulo e alla ridondanza. La riconoscenza che gli devono quantomeno la Thurman e la Hannah non può conoscere limiti. Del resto, negli anni a venire soprattutto, anche gli altri attori statunitensi che sovente sono stati diretti da lui (Samuel L. Jackson, Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Kurt Russell, Tim Roth, Michael Madsen, Bruce Dern, Walton Goggins, Christoph Waltz, ecc.) hanno imparato parecchio su un tipo di recitazione dalla grana grossa, ma pur sempre efficace perché finalizzata allo svolgimento di una storia appassionante, di cui lui è il massimo propinatore ed elargitore sul mercato mondiale.
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cinephilo
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mercoledì 19 dicembre 2018
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odi et amo avrebbe detto catullo
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Tutt'altra storia rispetto al deludente (almeno secondo me) vol 1. La sequenza drammaturgica qui è notevole, una bella metafora del rapporto di amore-odio che può instaurarsi tra le persone. Il film mantiene un buon ritmo e non annoia mai. Ottima la fotografia del sempre grande Richardson così come ottima l'interpretazione di David Carradine. Opera ben riuscita da parte di QT.
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theforumplayer
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lunedì 1 gennaio 2018
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hy ha, che mosse che film.
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Una fiction delle arti marziali. Imitare lee non è
facile con la tutna sound remember e lotte
improvvisate cercano un bill improbo e che alla
fine fiacco e debilitato guarda attonito
black mamba e dice la mossa 5 dita, quanto ci hai messo
per impararla... 5 anni e s'arrotola su
sè stesso debilitato senza neanche combattere,
la hannah gli aveva dato più filo da torcere, è un
b movie dei settanta camuffandone la stupidità, palesatasi comunque
poi dai pareri dei critici, che si raccomandano senza spiegazione,
tentando di farne una specie di mito,
ma non tutto è da buttare, la
benda nel ricordo paleontolitico del
grinta e qualche canzone sono di spirito altreattanto, film piacevole
non comunque paragonabile alle pellicole del genere.
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Una fiction delle arti marziali. Imitare lee non è
facile con la tutna sound remember e lotte
improvvisate cercano un bill improbo e che alla
fine fiacco e debilitato guarda attonito
black mamba e dice la mossa 5 dita, quanto ci hai messo
per impararla... 5 anni e s'arrotola su
sè stesso debilitato senza neanche combattere,
la hannah gli aveva dato più filo da torcere, è un
b movie dei settanta camuffandone la stupidità, palesatasi comunque
poi dai pareri dei critici, che si raccomandano senza spiegazione,
tentando di farne una specie di mito,
ma non tutto è da buttare, la
benda nel ricordo paleontolitico del
grinta e qualche canzone sono di spirito altreattanto, film piacevole
non comunque paragonabile alle pellicole del genere.
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persona obiettiva
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martedì 26 luglio 2016
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capolavoro
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Capolavoro. Nient' altro da aggiungere
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fabio57
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lunedì 18 aprile 2016
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ottimo
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Naturale seguito di Kill bill n.1 direi che è ancora più suggestivo e intrigante,finalmente conosciamo Bill,un grande Corradine in una delle sue ulime e migliori interpretazioni,non c'è nulla da aggiungere a quanto detto sul primo capitolo,Tarantino fa un cinema estremo, senza mezze misure,ma è sicuramente di grandissima qualità.Le arti marziali sono il verbo di quest'opera giustamente definita monumentale,funzionano benissimo anche la sceneggiatura e i dialoghi a tratti anche spiritosi.La lunghezza del film non deve scoraggiare, non ci si annoia mai,non ci sono tempi morti.E' solo cinema di altissimo livello
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niccol� martini
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venerdì 25 marzo 2016
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kill bill vol. 2
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Secondo me anche meglio del primo
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filippo catani
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mercoledì 23 aprile 2014
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l'epilogo della vicenda
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La Sposa continua nella sua opera di vendetta che la porterà all'epilogo da lei tanto agognato: l'incontro con Bill.
Non era facile ma Tarantino mantiene un alto livello di narrazione anche nella seconda parte della saga. Forse l'unico appunto si potrebbe fare ad un finale eccessivamente dilatato ma per il resto funziona proprio tutto. Buona la trama e il ritmo della pellicola che alterna ancora parti a colori e in bianco e nero e regala ancora scorci sul mondo orientale. Uma Thurman si conferma la vera e propria mattatrice del film specialmente quando riesce ad uscire dalla bara o quando vince il cruento duello con Daryl Hannah. Ecco la colonna sonora paga un po' alla prima parte della pellicola ma forse perchè lì non si era letteralmente sbagliata una mossa.
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La Sposa continua nella sua opera di vendetta che la porterà all'epilogo da lei tanto agognato: l'incontro con Bill.
Non era facile ma Tarantino mantiene un alto livello di narrazione anche nella seconda parte della saga. Forse l'unico appunto si potrebbe fare ad un finale eccessivamente dilatato ma per il resto funziona proprio tutto. Buona la trama e il ritmo della pellicola che alterna ancora parti a colori e in bianco e nero e regala ancora scorci sul mondo orientale. Uma Thurman si conferma la vera e propria mattatrice del film specialmente quando riesce ad uscire dalla bara o quando vince il cruento duello con Daryl Hannah. Ecco la colonna sonora paga un po' alla prima parte della pellicola ma forse perchè lì non si era letteralmente sbagliata una mossa. Insomma Kill Bill smentisce quella legge abbastanza sicura che vuole i seguiti o le continuazioni dei film come decisamente inferiori rispetto ai primi. Vuoi che si tratti di Tarantino o vuoi che si doveva per forza continuare sul registro inaugurato all'inizio, il film vince e convince per usare una metafora sportiva.
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