Titolo originale | Kamtchatka |
Anno | 2002 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Argentina, Spagna |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Marcelo Piñeyro |
Attori | Ricardo Darín, Cecilia Roth, Fernanda Mistral, Héctor Alterio, Matías Del Pozo Milton De La Canal, Tomás Fonzi. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 5 settembre 2014
Il colpo di stato in Argentina letto con lo sguardo di un bambino.
CONSIGLIATO SÌ
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Argentina, 1976, colpo di stato, dittatura militare. I genitori di Harry, 10 anni, hanno l’unica colpa di non appoggiare il regime autoritario, cosa che li costringe a lasciare la città per una più discreta campagna. Harry comincia lentamente a trovare i lati positivi di quella vita che all’inizio gli sembrava una reclusione.Perché ha finalmente con sé i genitori che, impegnati professionalmente e politicamente, non avevano mai avuto molto tempo da dedicargli. Sarà però una felicità di breve durata perché la repressione dilaga. Un film che legge l'instaurarsi di una dittatura con lo sguardo (inedito per quanto riguarda l'Argentina) di un bambino. Lo fa con grande partecipazione e tenerezza. Se qualcuno si chiedesse il significato del titoloè bene che sappia che risiede in quella penisola che in giochi come il Risiko deve essere conquistata. La strategia per farlo è un segreto che il padre rivelerà al figlio.
Il tema principale di Kamchatka, film pieno di simboli, metafore, allegorie, è la resistenza, il cui simbolo è la regione del Kamchatka in cui il padre di Harry, nel gioco del TEG, una sorta di Risiko, resiste a un immaginario esercito. Altro tema è la costrizione alla clandestinità, l’uccisione della libertà. Nella clandestinità, i membri della famiglia creano tra loro un contatto più stretto, profondo, autentico: esistono solo loro nel nuovo mondo e ciò rafforza il loro legame. Si attribuiscono il nome e l’identità che vogliono, secondo i loro desideri. Il desiderio si esplica attraverso la chiave del gioco. Si afferma così la potenza del falso, che spodesta la forma del vero, fondata sul principio d’identità (Io=Io), e attesta la molteplicità della simulazione (Io è un altro). La verità diventa effetto della simulazione, potenza massima del falso. Cambiando nome, accordando le identità ai propri desideri, i membri della famiglia fanno uscir fuori la parte di sé più vera: attraverso il falso, nasce il vero. In contrasto, il potere dittatoriale, con la propaganda, falsifica e distorce la verità. Un altro tema importante è la presenza della scienza e della razionalità nella vita degli uomini. Non bastano la scienza e la razionalità a spiegare tutto: è necessario appellarsi alla passione, alle affezioni, agli affetti. Resistere significa soprattutto lottare per amore. Lo stile visivo è improntato sul cinemascope, che crea uno sguardo ampio, permette di fare un uso parco dei movimenti della cinepresa e di aprirsi ai paesaggi. Il cinemascope è usato anche in funzione psicologica e genera contrasto tra l’apertura di un grande occhio e la chiusura degli interni e delle questioni domestiche. Lo stile si riveste dei crismi della modernità cinematografica, schiudendosi alla dimensione del tempo: la cinepresa si ferma a guardare il tempo che scorre, si apre all’immagine del tempo.
E' una storia capace di farti sorridere, riflettere e di commuovere. Una famiglia che fugge dalle prime (ma ahimé ancora blande) violenze dei primissimi tempi della dittatura militare argentina, rifugiandosi in una bucolica villetta di campagna. La loro "Kamchatka" assediata dalla storia che compare solo su uno sbiadito televisore ma che è opprimente nell'animo delle meravigliose figure di "Papà" e [...] Vai alla recensione »
Ma davvero l'Argentina non produce qualcosa di meglio del tremendo Valentin di Agresti e di questo Kamchatka? Anche qui, come nell'altro film, c'è di mezzo un bambino, solo che la scelta del punto di vista in-fantile qui è il mezzo per evitare di fare i conti fino i fondo col tema scelto: il grande fantasma della dittatura dei colonnelli. Il film narra l'idillio campestre di una famiglia di dissidenti [...] Vai alla recensione »