pask79
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venerdì 21 ottobre 2011
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se questo e' un capolavoro io sono napoleone
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Ecco uno di quei film in cui il regista si sfrega le meningi per ore e ore giorni e giorni, sta li' a pensare come dar vita ad un film
in cui non si capisce niente o meglio dove si capisce quel che si vuole. Non e' una pellicola e' un mercato, un grande magazzino di scene messe li che ognuno puo' sistemare come meglio crede, puo' costruirsi la trama che vuole e anche il finale che ritiene piu' opportuno,sembra di essere all'Ikea.
David Lynch in questo caso prende la cinepresa e' inizia a filmare, confeziona immagini su immagini creando il caos piu' totale, ma lo fa' con consapevolezza,sparge allusioni a destra e a manca ed infine raggiunge il suo scopo ovvero il nulla. Io sono convintissimo che nemmeno lui conosca il significato e il finale del film e chissa' quante risate si fa' quando Mulholland Drive viene definito un capolavoro.
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(di rixc88)
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petergriffin
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giovedì 28 luglio 2011
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eccitante, magico, arriva in profondita'
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personalmente, un film che mi costringe a rivederlo, a vivisezionare le scene per notare tutti gli indizi necessari alla comprensione (indizi che possono sfuggire facilmente, come la lampada rossa..), merita il massimo dei voti. Le musiche del ben noto Badalamenti (..twin peaks..) si sposano perfettamente alle immagini, alla stranzezza dei personaggi e di certe situazioni, creando un clima di angoscia surreale..(il teatro Silencio..). Merita davvero di esser visto
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cineamatore
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martedì 19 luglio 2011
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la recensione di francesco...buona..ma non è tutto
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Interpretazione assolutamente condivisa;volevo aggiungere qualche particolare,
secondo me,di rilevante importanza:
1)Il film non è ciclico ma lineare,sviluppato su 3 tre piani narrativi:
SOGNO-l'inizio del film fino alla "sveglia" del cowboy
RICORDO-il party,le scene erotiche con Camilla e l'assunsione del killer
REALTà(presente)-il risveglio e il conseguente suicidio
2)I 2 vecchietti,posso affermare con quasi assoluta certezza,sono i genitori di Diane,probabilmente la causa primordiale del suo fallimento.
Questi appaiono in tre diversi momenti del film:
-Durante il balletto iniziale(che non è altro che la gara vinta da Diane che ha acceso i suoi sogni hollywoodiani,come confida a CoCo durante il party)
-Sotto forma di 2 gentili sconosciuti,all'arrivo di Diane a L.
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Interpretazione assolutamente condivisa;volevo aggiungere qualche particolare,
secondo me,di rilevante importanza:
1)Il film non è ciclico ma lineare,sviluppato su 3 tre piani narrativi:
SOGNO-l'inizio del film fino alla "sveglia" del cowboy
RICORDO-il party,le scene erotiche con Camilla e l'assunsione del killer
REALTà(presente)-il risveglio e il conseguente suicidio
2)I 2 vecchietti,posso affermare con quasi assoluta certezza,sono i genitori di Diane,probabilmente la causa primordiale del suo fallimento.
Questi appaiono in tre diversi momenti del film:
-Durante il balletto iniziale(che non è altro che la gara vinta da Diane che ha acceso i suoi sogni hollywoodiani,come confida a CoCo durante il party)
-Sotto forma di 2 gentili sconosciuti,all'arrivo di Diane a L.A.,che la incoraggiano per la futura avventura(anche se,una volta saliti in taxi,ridono sarcasticamente di lei,come consci del suo fallimento)
-Nell'ultima memorabile scena,dove Diane patisce, in un visionario delirio ,l'enorme peso del fallimento,e viene letteralmente spinta dai 2 coniugi a suicidarsi.
3) Ancora 3 elementi,legati tra di loro, meritano forte attenzione:
-Il mostro che appare dietro al fast-food
-La chiromante che annuncia un'imminente disgrazia
-La ragazza suicida(che non a casa si chiama Diane)
Questi tre elementi sono evidedentemente un presagio di ciò che accadrà alla protagonista,la raffigurazione della morte e del fallimento a cui è fatalmente sottoposta;una prepotente intromissione della realtà nel mondo del sogno di Diane,che è,si,costellato di elementi del suo vissuto,ma filktrato,secondo le teorie freudiane(Io,Super-Io,Es),in maniera idilliaca e armonica(tutto va come Diane avrebbe voluto che andasse)
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molenga
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sabato 9 luglio 2011
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oh lynch!
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Mulholland drive va vissuto, ognuno ha un suo mulholland drive...mah, Lynch ci ha buggerati con una storia repellente- eccezion fatta per le due protagoniste- dove ha paizzato qualche simbolismo e tanta bella fotografia: cosa vuole dirci questa pellicola? nulla? per carità, può andar bene ugualmente.
per favore non mi dite che è un film lineare
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chry75
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mercoledì 29 giugno 2011
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poesia visiva
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il poeta visivo David Lynch, si esprime in quest'opera ad un livello elevatissimo, suscitando nello spettatore forti emozioni contrastanti, razionalizzarne la trama, sarebbe superfluo, in quanto l'unico modo di coglierne l'essenza e' quello di lasciarsi trasportare in questo mondo onirico assaporando ogni momento per cio' che e', come del resto capita nella vita di ognuno di noi.
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stefano burini
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lunedì 13 giugno 2011
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cubisti al cinema
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Assurdo, intricatissimo dramma- thriller allegorico e metacinematografico in cui gli unici punti fermi sono rappresentati dalle grandi qualità di affabulatore e di virtuoso della macchina da presa del grande D. Lynch, qui più che mai grande burattinaio a cui si può permettere di suggestionare senza pretendere una (o quantomeno unica) conclusione logica, tale è la fitta rete di personaggi, simbolismi e deus ex-machina in cui nulla e nessuno pare essere ciò che sembra. Sogni, speranze, delusioni, e l’inesorabile declino: a prima vista la parabola di una giovane aspirante attrice che termina in maniera tragica, ma a ben vedere anche una feroce satira del dorato mondo di Hollywood, la grande e scintillante macchina dell’inganno e della finzione ( “No hay banda, no hay orchestra” recita l’uomo dello spettacolo) capace di ogni possibile trucco artificio, in grado di plasmare la realtà a proprio piacimento, di capovolgere i fatti e di scambiare i ruoli (molto interessanti le sequenze che illustrano il casting del film diretto da J.
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Assurdo, intricatissimo dramma- thriller allegorico e metacinematografico in cui gli unici punti fermi sono rappresentati dalle grandi qualità di affabulatore e di virtuoso della macchina da presa del grande D. Lynch, qui più che mai grande burattinaio a cui si può permettere di suggestionare senza pretendere una (o quantomeno unica) conclusione logica, tale è la fitta rete di personaggi, simbolismi e deus ex-machina in cui nulla e nessuno pare essere ciò che sembra. Sogni, speranze, delusioni, e l’inesorabile declino: a prima vista la parabola di una giovane aspirante attrice che termina in maniera tragica, ma a ben vedere anche una feroce satira del dorato mondo di Hollywood, la grande e scintillante macchina dell’inganno e della finzione ( “No hay banda, no hay orchestra” recita l’uomo dello spettacolo) capace di ogni possibile trucco artificio, in grado di plasmare la realtà a proprio piacimento, di capovolgere i fatti e di scambiare i ruoli (molto interessanti le sequenze che illustrano il casting del film diretto da J. Theroux) per raccontare una storia apparentemente senza capo né coda, suscettibile di svariate chiavi di lettura e intrecciata con decine di sottotrame parallele di cui nulla o quasi si capisce, almeno in prima battuta. Mulholland Drive è probabilmente un sogno (la leggenda dice che, come al solito, sia stata proprio questa la fonte di ispirazione per Lynch), o forse un racconto in flashback, oppure ancora il risultato di un sortilegio di magia nera, in cui realtà e desiderio si sovrappongono e si compenetrano, il tutto intrecciato ad accenni di satira metacinematografica, a siparietti tra il grottesco e il demenziale, tutto questo e altro ancora. Non si può non rimanere affascinati (e storditi) di fronte alla realtà cui Lynch ha dato vita in questa pellicola: amnesie, torbidi amori, gelosie, digressioni oniriche e forse anche allegorie della Morte; lo script, a dir poco paranoico, è opera dello stesso regista, capace con poche, mirate, inquadrature di creare un clima di angoscia indicibile, aiutato dalle avvolgenti musiche di A. Badalamenti che, svariando dal thrilling all’operistico alla canzonetta anni ’60 (e lasciando pure spazio ai siparietti in stile musical tanto cari al regista americano), contribuiscono a dar forza a questo delirio organizzato.
Ciò che Lynch opera sulla pellicola è sostanzialmente ciò che i cubisti cercavano di trasporre nei loro quadri: una realtà (già di per sé malata, a metà strada tra il grottesco, il demenziale e il noir) osservata contemporaneamente da più punti di vista, spezzata e poi ricomposta ad uso e consumo della sensibilità del singolo, in cui identità logica e consequenzialità possono avere un senso logico ma altrettanto no; al di là delle innumerevoli possibili chiavi di lettura, diciamolo chiaramente: le vere star della pellicola sono le due splendide e bravissime protagoniste, la bionda e versatile Naomi Watts e la “bambolona” bruna Laura Harring, maliziose, complici e perfide al punto giusto, assistite dal sapiente uso dei mezzi cinematografici di uno dei più grandi maestri viventi del cinema, da una storia assolutamente incredibile nelle sue molteplici incarnazioni e sfaccettature e dalle frequenti allegorie visive, oltre che da più d’un paio di sequenze molto riuscite sul piano dell’intensità, della tensione e della potenza immaginifica.
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(di beckysharp)
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andrea
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martedì 31 maggio 2011
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capolavoro disturbante
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Premetto che insieme a Donni Darko questo è stato il film che più mi ha mosso dentro e toccato, suscitando brividi ogni volta che lo vedo. Detto ciò volevo scrivere perchè
ho letto che questo sarebbe un film da vedere,astratto,affascinante, ma senza trama e senza lettura razionale, di solo impatto visivo, oppure che ci sono differenti chiavi di lettura. Non sono d'accordo, questo è sì un film affascinante e tutto il resto, ma nessuna sequenza è messa lì per caso!! si può ricondurre ogni minimo dettaglio o cose difficili da spiegarsi ad una prima visione: è questo che ne fa una perla assoluta!! immagini e musiche sono inquietanti e incredibili, ti catturano l'anima e la testa, la
trasposizione sogno-realtà è magnifica in ogni dettaglio!! (Spoiler) ho letto che molti pensano che la storia sia ciclica come in strade perdute e mi permetto di dire che si
sbagliano, la narrazione temporale avviene così: inzio film con il sogno di diane(e tutta la realtà trasfigurata), fino al risveglio del cowboy, ultima sequenza onirica dopo
il club silencio(trepido ogni volta!).
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Premetto che insieme a Donni Darko questo è stato il film che più mi ha mosso dentro e toccato, suscitando brividi ogni volta che lo vedo. Detto ciò volevo scrivere perchè
ho letto che questo sarebbe un film da vedere,astratto,affascinante, ma senza trama e senza lettura razionale, di solo impatto visivo, oppure che ci sono differenti chiavi di lettura. Non sono d'accordo, questo è sì un film affascinante e tutto il resto, ma nessuna sequenza è messa lì per caso!! si può ricondurre ogni minimo dettaglio o cose difficili da spiegarsi ad una prima visione: è questo che ne fa una perla assoluta!! immagini e musiche sono inquietanti e incredibili, ti catturano l'anima e la testa, la
trasposizione sogno-realtà è magnifica in ogni dettaglio!! (Spoiler) ho letto che molti pensano che la storia sia ciclica come in strade perdute e mi permetto di dire che si
sbagliano, la narrazione temporale avviene così: inzio film con il sogno di diane(e tutta la realtà trasfigurata), fino al risveglio del cowboy, ultima sequenza onirica dopo
il club silencio(trepido ogni volta!). diane capisce che era un sogno,vede la chiave e sa che camilla è stata già uccisa dal killer da lei ingaggiato, ha un'allucinazione di loro
due sul divano, e comincia a ricordare da come si sono conosciute sul set,la cena dove le preannuncia il matrimonio col regista adam,e l'ingaggio di daine stessa del killer, poichè tradita nei sentimenti da camilla. Va a dormire e dopo il sogno capisce la tragedia che ha compiuto, insieme al fallimento sia amoroso che della sua carriera
da attrice, e i sensi di colpa la inducono al suicidio, unica via possibile per frenare il delirio che sta vivendo, ponendo la parola silencio alla sua esistenza.
Questa è la storia lineare, priva di quei dettagli, tutti da gustarsi,che lo rendono unico e inimitabile.Tutto nel fil ha una spiegazione, anche le sequenze più insignificanti che
sembrano messe lì per puro stile di narrazione, ma non posso dilungarmi se no scriverei un trattato. Se qualcuno avesse dei dubbi sono lieto di toglierglieli e fargli apprezzare ancora di più questo capolavoro immenso.
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lex21
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sabato 28 maggio 2011
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bisognerebbe avere il coraggio
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Ci sono molti modi di consumare il tempo. E non necessariamente vivere le perversioni mentali altrui e' il migliore. Qualche volta bisognerebbe avere il coraggio di interrompere un film, indipendentemente dal registra.
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pietro viola
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domenica 27 marzo 2011
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il cinema quale rivoluzione
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Uno dei film più importanti degli ultimi 30 anni, e il capolavoro di lynch ad oggi. Manifesto programmatico del cinema secondo lynch, ma anche del cinema secondo chicchessia: la realtà quale rappresentazione E la rappresentazione quale realtà, l'oggettività della visione e la soggettività di ciò che è visto. C'è tutto lynch qua dentro, l'ironia, lo sconcerto, la tensione paurosa del banale e dell'apparentemente insignificante, la perfetta logica dell'inconscio, vero motore che ci muove e ci fa essere uomini. E c'è anche lo strazio dei sentimenti, ineluttabili e feroci, e dolci e inafferrabili.
Capisco che il film, e il cinema lynchiano in genere, possa urtare o non piacere.
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Uno dei film più importanti degli ultimi 30 anni, e il capolavoro di lynch ad oggi. Manifesto programmatico del cinema secondo lynch, ma anche del cinema secondo chicchessia: la realtà quale rappresentazione E la rappresentazione quale realtà, l'oggettività della visione e la soggettività di ciò che è visto. C'è tutto lynch qua dentro, l'ironia, lo sconcerto, la tensione paurosa del banale e dell'apparentemente insignificante, la perfetta logica dell'inconscio, vero motore che ci muove e ci fa essere uomini. E c'è anche lo strazio dei sentimenti, ineluttabili e feroci, e dolci e inafferrabili.
Capisco che il film, e il cinema lynchiano in genere, possa urtare o non piacere. E' un po' secondo me come un appassionato d'arte che non sopporta kandinskij ma a cui piace tanto piero della francesca. E' questione di orientamenti allo stile. A me, piace molto, mi ci ritrovo, mi dà soddisfazione sentire il gioco sottile del regista, mi piace sentirmi sfidato (preso per i fondelli, come dice qualcuno...), mi piace la sovrapposizione dei piani, mi piace l'apparente, o reale, caos e apprezzare la scintillante geometricità del caos medesimo, millimetricamente coerente.
E' una sfida, ma quanto piacere, e quanta scoperta di mondi inattesi!
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[+] interessante
(di alessandro calmo)
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dandy
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sabato 26 marzo 2011
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lynch affina egregiamente il suo nuovo metodo.
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Nato come episodio pilota di una serie tv rifiutato dalla Abc,e completato grazie ai francesi di Studio Canal,il film è una summa del cinema del regista,nonchè un passo avanti nel suo nuovo modo di girare.Un puzzle noir che,andando ben aldilà dell'incerto"Strade perdute"lascia dubbio il legame tra le due parti,e crea un intricato enigma di flashback,mondi paralleli,identità sovrapposte.Suggestivo e labirintico,in cui trova spazio anche un sottointreccio con un regista frustrato vittima di produttori e mafiosi,riflettendo così sulla "fabbrica dei sogni"Hollywood,e sull'innocenza perduta.Appena un pò meno onirico e disturbante del successivo"INLAND EMPIRE",ma ugualmente intrigante,con il giusto equilibrio tra incubo e farsa,ben controllato prima di sfociare nel grottesco(vedi le vicende del sicario,e del regista che scopre il tradimento della moglie).
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Nato come episodio pilota di una serie tv rifiutato dalla Abc,e completato grazie ai francesi di Studio Canal,il film è una summa del cinema del regista,nonchè un passo avanti nel suo nuovo modo di girare.Un puzzle noir che,andando ben aldilà dell'incerto"Strade perdute"lascia dubbio il legame tra le due parti,e crea un intricato enigma di flashback,mondi paralleli,identità sovrapposte.Suggestivo e labirintico,in cui trova spazio anche un sottointreccio con un regista frustrato vittima di produttori e mafiosi,riflettendo così sulla "fabbrica dei sogni"Hollywood,e sull'innocenza perduta.Appena un pò meno onirico e disturbante del successivo"INLAND EMPIRE",ma ugualmente intrigante,con il giusto equilibrio tra incubo e farsa,ben controllato prima di sfociare nel grottesco(vedi le vicende del sicario,e del regista che scopre il tradimento della moglie).Belle musiche di Angelo Badalamenti,che interpreta il produttore che sputa il caffè.La Mulholland Drive del titolo,è una delle strade più famose di Los Angeles.
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