|
|
andrea macrì
|
giovedì 23 agosto 2007
|
diventare anche noi visione
|
|
|
|
Scardinare la realtà utilizzando lo strumento che, come diceva Pasolini, utilizza proprio la realtà come sua grammatica, suo codice principe. Ieri notte ho rivisto Mulholland Drive, e l'idea di essere di fronte alla cosa più vicina ad un sogno (perchè i sogni sono ancora realtà, anche se altra) mi sia mai capitato di vedere è ancora vivissima. Nonostante INLAND EMPIRE. Nonostante il surrealismo. Nonostante la vita stessa. Nonostante i revisionismi post-positivistici e cognitivisti.
Ma perchè il sogno? Perchè, al di là di ciò che crediamo, anche i sogni hanno un loro ordine: quello del riposizionamento delle percezioni in veglia. E così fa questo caos organizzato che prende un pò da Bergman (la centralità delle donne), da Bella di Giorno (la scatola oscura che ha al suo interno il mistero che Lynch ama così tanto), da Eyes Wide Shut (il rapporto lussuria-sogno), dallo stesso Lynch (la regia, le inquadrature, la fotografia sono qualcosa di magnifico, potrebbero stare da sole anche solo come forma, anche prive di un contenuto; e non solo, perchè l'inquietudine dettata dal male che non si vede è quella di molti altri film di Lynch - mi viene quasi da dire che il non vedersi è il migliore, l'unico abito del male).
[+]
Scardinare la realtà utilizzando lo strumento che, come diceva Pasolini, utilizza proprio la realtà come sua grammatica, suo codice principe. Ieri notte ho rivisto Mulholland Drive, e l'idea di essere di fronte alla cosa più vicina ad un sogno (perchè i sogni sono ancora realtà, anche se altra) mi sia mai capitato di vedere è ancora vivissima. Nonostante INLAND EMPIRE. Nonostante il surrealismo. Nonostante la vita stessa. Nonostante i revisionismi post-positivistici e cognitivisti.
Ma perchè il sogno? Perchè, al di là di ciò che crediamo, anche i sogni hanno un loro ordine: quello del riposizionamento delle percezioni in veglia. E così fa questo caos organizzato che prende un pò da Bergman (la centralità delle donne), da Bella di Giorno (la scatola oscura che ha al suo interno il mistero che Lynch ama così tanto), da Eyes Wide Shut (il rapporto lussuria-sogno), dallo stesso Lynch (la regia, le inquadrature, la fotografia sono qualcosa di magnifico, potrebbero stare da sole anche solo come forma, anche prive di un contenuto; e non solo, perchè l'inquietudine dettata dal male che non si vede è quella di molti altri film di Lynch - mi viene quasi da dire che il non vedersi è il migliore, l'unico abito del male).
MD è allo stesso tempo trattato del cinema su sè stesso (di cui Hollywood è la storia stessa), psicanalisi freudiana, attacco alla forma narrativa come mera concatenazione lineare del tempo, della realtà e, infine, una storia vissuta dentro e fuori la mente dei personaggi.
Lynch ci costringe ad abbandonarci facendo allo stesso tempo attenzione, addormentarci ad occhi aperti, guardarci mentre guardiamo. Sempre e comunque.
[-]
[+] fate una prova
(di gianluca macrì)
[ - ] fate una prova
|
|
|
[+] lascia un commento a andrea macrì »
[ - ] lascia un commento a andrea macrì »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
andre
|
mercoledì 8 agosto 2007
|
il cinema è un sogno: lynch è il cinema
|
|
|
|
E' il primo film che vedo di David Lynch, regista che mi era stato presentato come una via di mezzo tra il pazzo e il geniale, tra l'incapibile, l'irrazionale, l'onirico, il grottesco. Mulholland Drive rispecchia in pieno queste componenti. La storia si snoda nella Los Angeles dei sogni, come la strada da cui il film prende il titolo. E' proprio partendo dalla strada che possiamo trovare una delle poche "percorribili" chiavi di lettura. Una strada che nasce in aperta campagna, attraversa quartieri borghesi fino a giungere nel Malibù. La storia è tale: l'inizio- la prima ora- è originale, inquietante, misteriosamente affascinante. In essa compaiono tematiche contemporanee e non facili, quali la vuotezza del cinema- il provino della pseudo-Betty evidenzia la stoltezza dei cineasti-, l'assoluto potere di personaggi loschi che vivono nell'ombra e verso i quali si è costretti a mostrare reverenza e soggezione, la perdita della propria identità e la ricostruzione di essa.
[+]
E' il primo film che vedo di David Lynch, regista che mi era stato presentato come una via di mezzo tra il pazzo e il geniale, tra l'incapibile, l'irrazionale, l'onirico, il grottesco. Mulholland Drive rispecchia in pieno queste componenti. La storia si snoda nella Los Angeles dei sogni, come la strada da cui il film prende il titolo. E' proprio partendo dalla strada che possiamo trovare una delle poche "percorribili" chiavi di lettura. Una strada che nasce in aperta campagna, attraversa quartieri borghesi fino a giungere nel Malibù. La storia è tale: l'inizio- la prima ora- è originale, inquietante, misteriosamente affascinante. In essa compaiono tematiche contemporanee e non facili, quali la vuotezza del cinema- il provino della pseudo-Betty evidenzia la stoltezza dei cineasti-, l'assoluto potere di personaggi loschi che vivono nell'ombra e verso i quali si è costretti a mostrare reverenza e soggezione, la perdita della propria identità e la ricostruzione di essa. Fino a che si arriva ad un cubo blu. Qui la storia cambiaradicalmente, e tutto si rivela irreale ed immaginario. Betty diventa Diane, Rita si trasforma in Camilla, attrice che nella prima parte era stata fortemente "raccomandata" al regista protagonista da parte di gente pocco raccomandabile. Camilla e il regista s'innamorano, Diane s'ingelosisce e paga un sicario affinchè la uccida. I sensi di colpa- rappresentati da due vecchietti che passano da sotto una porta e la spaventano con urla e grida- la spingono al suicidio. In mezzo, veggenti, maghi, mostri, visionari, cow-boy, morti, uccisioni. Da segnalare, infine, la scena del sicario "deficiente", che ammazza due innocenti e scatena un casino per niente. Scena tipicamente tarantiniana.
Inutile tentare di capire il film. L'importante è abbandonarsi ad esso. Tante sono le emozioni che vi regala, malgrado, soprattutto nell'ultima parte, rischi di far irritare lo spettatore, che, invano, spera in un finale chiarificatore.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a andre »
[ - ] lascia un commento a andre »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
gianpaolo
|
martedì 7 agosto 2007
|
da che parte stà la verità?
|
|
|
|
Sarà per l'accoppiata ormai rodata Lynch/Badalamenti, ma per tutto il film ho respirato le stesse atmosfere di Twin Peaks (del poco che ne ho visto perlomeno): ambienti e personaggi surreali che si innestano su una storia che già in partenza si rivela solo una parodia della realtà. In più Lynch dimostra di aver seguito alcune lezioni tarantiniane nella divertente scena del triplice omicidio sgangherato "tirapiedicapellone/segretariacicciona/lustrapavimentiebete", indispensabile per non essere preso troppo sul serio. E anche Shyamalan deve essergli piaciuto parecchio, visto il tipico finale rivelatore che dovrebbe accendere una nuova luce su quanto visto prima (sempre che Lynch non ci stia prendendo in giro ancora una volta.
[+]
Sarà per l'accoppiata ormai rodata Lynch/Badalamenti, ma per tutto il film ho respirato le stesse atmosfere di Twin Peaks (del poco che ne ho visto perlomeno): ambienti e personaggi surreali che si innestano su una storia che già in partenza si rivela solo una parodia della realtà. In più Lynch dimostra di aver seguito alcune lezioni tarantiniane nella divertente scena del triplice omicidio sgangherato "tirapiedicapellone/segretariacicciona/lustrapavimentiebete", indispensabile per non essere preso troppo sul serio. E anche Shyamalan deve essergli piaciuto parecchio, visto il tipico finale rivelatore che dovrebbe accendere una nuova luce su quanto visto prima (sempre che Lynch non ci stia prendendo in giro ancora una volta...). Devo dire che in questo suo esercizio di stile ho gustato parecchio il geniale gioco di specchi nella sequenza del provino di Betty, dove gli attori si rendono finalmente credibili solo recitando un copione, davanti alla troupe di rimbambiti cineasti.
Sembra che Lynch voglia per forza distruggere le regole della razionalità e dell'ordine psicologico costituito, ormai consolidate dalla nostra società anestetizzante, dimostrandone la vacuità e fragilità con le sue trovate destabilizzanti. Come se credesse, e volesse dimostrarci, che la realtà non possa fermarsi al solo livello della razionalità, della coscienza, ma che ci deve essere dell'altro che 'partecipa' a questa raffigurazione del mondo, aldilà dei nostri sensi e delle nostre capacità mentali (e qui ci riagganciamo alla lezione matrixiana). Chiaramente non ha neppure lui le risposte a tutto ciò (anche lui è umano come noi!), per cui può solo giocare con dei simboli: il mostro dietro l'angolo, il cowboy sulla collina, l'attore luciferino nel teatro semivuoto. Quasi messaggi subliminali rivolti al nostro inconscio ('E' L'ATTEGGIAMENTO CHE CONDIZIONA IL COMPORTAMENTO'), ma alla fine pure declamati alla platea:"E' TUTTO REGISTRATO, E' SOLO FINZIONE'.
Ho letto recensioni che spiegano il film come una visione onirica della protagonista accecata dalla gelosia. Ok, forse Lynch ci ha mostrato un sogno, ma, se anche fosse, questo è solo il primo livello della questione (e con questo sono accontentati quelli che nei film cercano sempre una spiegazione logica). La vera domanda però che rimane in sospeso è un'altra: dove finisce la realtà e dove comincia il sogno? Cos'è il sogno? Da che parte stà la verità? E se fossero in fondo la stessa cosa?
Rendiamoci conto: siamo esseri limitati se non addirittura difettosi. E la nostra mente a volte può giocarci cattivi scherzi: amnesie, visioni mostruose, sogni, incubi.
Sempre che questi non siano invece gli unici momenti in cui funziona veramente...
[-]
[+] soggettiva della mente
(di andrea)
[ - ] soggettiva della mente
|
|
|
[+] lascia un commento a gianpaolo »
[ - ] lascia un commento a gianpaolo »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
yemmi
|
mercoledì 11 luglio 2007
|
film scarso
|
|
|
|
|
[+] bha...
(di drugob/n)
[ - ] bha...
|
|
|
[+] lascia un commento a yemmi »
[ - ] lascia un commento a yemmi »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
jack
|
domenica 10 giugno 2007
|
indescrivibile
|
|
|
|
Mamma mia ragazzi che film
|
|
|
[+] lascia un commento a jack »
[ - ] lascia un commento a jack »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
bob
|
domenica 10 giugno 2007
|
capolavoro
|
|
|
|
|
|
|
|
[+] lascia un commento a bob »
[ - ] lascia un commento a bob »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
7410marco
|
sabato 26 maggio 2007
|
basta questi film...
|
|
|
|
Non ce la faccio piu'a vedere questo tipo di film..anche se sono curati benissimo i particolari e le simbologie basta usare lo stratagemma sogno..il discorso crearsi la propria realta'.. ma come fa a piacervi ancora? come fate a dare 5 stelle a vanilla sky?e tutto quella banda di gente che adora donnie darko e i salti temporali.. gia' fight club e' appena passabile.. VOI SIETE MASOCHISTI. vi piace scervellarvi a dar significati sempre piu' profondi a film costruiti senza nemmeno troppa fantasia.. Guardatevi "the prestige" oppure "memento"..film del grande regista CHRISTOPHER NOLAN, quelli si che son geniali!!!!!!
NON SCAMBIATE IL GRAN CASINO DI UN FILM CON MILLE INTERPRETAZIONI POSSIBILI CON L'ORIGINALITA'.
[+] guarda i film tenendo a mente lo scopo...
(di grabbi)
[ - ] guarda i film tenendo a mente lo scopo...
[+] capire la trama non è fondamentale
(di grabbi)
[ - ] capire la trama non è fondamentale
[+] hollywood
(di grabbi)
[ - ] hollywood
|
|
|
[+] lascia un commento a 7410marco »
[ - ] lascia un commento a 7410marco »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
diego
|
giovedì 17 maggio 2007
|
tra realtà e sogno...!!!
|
|
|
|
Lynch con Mulholland Drive continua la sua analisi del surreale, realtà e surreale sono due facce della stessa medaglia e Lynch si rivela maestro nell'esplorazione di quella più recondita....il surreale per l'appunto!!!
Ci troviamo dinanzi ad un film in cui Lynch ci inganna per tutte le prime 2 ore in cui ci viene mostrata una realtà che è solo proiezione di una visione onirica partorita da Diane Selwin (Naomi Watts), una realtà fasulla e lo possiamo capire all'inizio quando la telecamera indugia fino a posarsi su di un cuscino e verso il 120° minuto quando il cow-boy entra in camera e dice alla Watts che "è ora di svegliarsi"....da quel momento inizia la realtà, una realtà opposta a quanto Diane/Watts aveva sognato, una realtà ove ella ha miseramente fallito, la donna per la quale lei si era invaghita ha invece fatto carriera fidanzandosi con il produttore dello stesso film mentre lei avendo fallito aveva "sognato" una realtà in cui lei invece aveva avuto successo e tutti coloro le erano stati contro erano stati ridotti a burattini.
[+]
Lynch con Mulholland Drive continua la sua analisi del surreale, realtà e surreale sono due facce della stessa medaglia e Lynch si rivela maestro nell'esplorazione di quella più recondita....il surreale per l'appunto!!!
Ci troviamo dinanzi ad un film in cui Lynch ci inganna per tutte le prime 2 ore in cui ci viene mostrata una realtà che è solo proiezione di una visione onirica partorita da Diane Selwin (Naomi Watts), una realtà fasulla e lo possiamo capire all'inizio quando la telecamera indugia fino a posarsi su di un cuscino e verso il 120° minuto quando il cow-boy entra in camera e dice alla Watts che "è ora di svegliarsi"....da quel momento inizia la realtà, una realtà opposta a quanto Diane/Watts aveva sognato, una realtà ove ella ha miseramente fallito, la donna per la quale lei si era invaghita ha invece fatto carriera fidanzandosi con il produttore dello stesso film mentre lei avendo fallito aveva "sognato" una realtà in cui lei invece aveva avuto successo e tutti coloro le erano stati contro erano stati ridotti a burattini.
Il finale ci mostra una Diane/Watts costretta al suicidio in quanto divorata dal rimorso interiore per non essere stata all'altezza e non aver rispettato le aspettative dei genitori, quest'ultimi invadenti e pretenziosi assimilati da Lynch a figure sinistre e demoniache che condurrano Diane/Watts a suicidarsi appunto per la troppa vergogna e rimorso di un fallimento senza attenuanti!!!
[-]
[+] splendido film, meno visionario di quanto sembra
(di andrea)
[ - ] splendido film, meno visionario di quanto sembra
|
|
|
[+] lascia un commento a diego »
[ - ] lascia un commento a diego »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
simone
|
lunedì 14 maggio 2007
|
che brutto capolavoro!
|
|
|
|
Gli incubi sono altri. Questo non è un incubo, è un fiasco. Ognuno può sprecarsi nelle interpretazioni che vuole, ma la verità è che è il film a permetterlo... cioè in una cosa del genere ognuno può trovarci quello che gli pare, BASTA CHE SE LO INVENTI!
Lynch ha fatto cose decisamente migliori (veri capolavori). In effetti ricordo bene che quando il film uscì, fu all'inzio crticato, bistrattato e soprattutto trascurato. Cioè, venne presentato come un sottoprodotto di un regista che in passato era stato grande ma che ora forse non era più al meglio... la cosa mi dispiacque non poco perchè il trailer era bellissimo e mi aveva intrigato da morire. Poi la vittoria a Cannes, l'ipnosi di massa, un po' di terapia di gruppo.
[+]
Gli incubi sono altri. Questo non è un incubo, è un fiasco. Ognuno può sprecarsi nelle interpretazioni che vuole, ma la verità è che è il film a permetterlo... cioè in una cosa del genere ognuno può trovarci quello che gli pare, BASTA CHE SE LO INVENTI!
Lynch ha fatto cose decisamente migliori (veri capolavori). In effetti ricordo bene che quando il film uscì, fu all'inzio crticato, bistrattato e soprattutto trascurato. Cioè, venne presentato come un sottoprodotto di un regista che in passato era stato grande ma che ora forse non era più al meglio... la cosa mi dispiacque non poco perchè il trailer era bellissimo e mi aveva intrigato da morire. Poi la vittoria a Cannes, l'ipnosi di massa, un po' di terapia di gruppo... e nel giro di un paio di mesi fa il botto peggio dei Vanzina! Aiuto!!!
Questo film non è onirico, perchè è troppo pesante, scontato. Non è nè metafisico, nè surreale (almeno non abbastanza per i miei gusti). E' quadrato, troppo "leccatino", troppo curato (banalmente) nella forma. Confezionato. Infondo tutto avviene (quasi)senza sorprese, e quelle poche sorprese che ci sono stanno lì solo a dare il contentino a chi sforzandoci riesce a vedervi un capolavoro. A tratti è pure cretino.
Quando un film è bello non ha bisogno di mille interpretazioni che si rincorrono, che cercano di decifrare il senso profondo come se fosse un papiro egizio. La dolce vita, Arancia meccanica, Psycho, Suspiria, Pulp fiction, Velluto blu... non sono testi sacri da decriptare: sono belli. Ci si sofferma a descrivere il fascino che producono, ma non a dare (come in questo caso) le spiegazioni di quello che misteriosamente descrivono - spiegazioni che qui sembrano piuttosto giustificazioni che ognuno si crea per convincersi che un tale "magniloquente" e confuso film, di un tale "maledetto" Autore, vincitore di una tale prestigiosissima e intellettuale Palma d'oro, sia un capolavoro!
No. Non è un capolavoro. E' un brutto film.
[-]
[+] non sono d'accordo....
(di drugob/n)
[ - ] non sono d'accordo....
|
|
|
[+] lascia un commento a simone »
[ - ] lascia un commento a simone »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
twin peaks
|
domenica 6 maggio 2007
|
molto rumore per nulla
|
|
|
|
Io dal cinema pretendo di più
|
|
|
[+] lascia un commento a twin peaks »
[ - ] lascia un commento a twin peaks »
|
|
d'accordo? |
|
|
|