Il favoloso mondo di Amelie |
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Un film di Jean-Pierre Jeunet.
Con Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Dominique Pinon, Rufus.
continua»
Titolo originale Le Fabuleux destin d'Amélie Poulain.
Commedia,
durata 120 min.
- Francia 2001.
- Bim Distribuzione
uscita martedì 11 maggio 2021.
MYMONETRO
Il favoloso mondo di Amelie
valutazione media:
3,33
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il favoloso mondo di Ameliedi Antonio LimoncelliFeedback: 0 |
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martedì 4 dicembre 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
C’era una volta… una splendida fiaba, la possibilità di giocare con il destino, ritoccare la vita degli altri come un pittore i personaggi d’un quadro. La splendida Amèlie Poulain, luminosa per la sua semplicità, per i suoi occhi limpidi, cameriera in un bar-tabacchi di Montmartre, decide di punire gli sfruttatori e di aiutare gli indifesi. Lei, così poco allineata alla quotidianità, si trova spesso in luoghi senza tempo alla ricerca d’ogni vicissitudine e scopre sulla sua pelle quanta alienazione produce l’informazione per immagini, il mondo della televisione. La trappola in cui l’uomo contemporaneo vive i propri problemi ne esaltano la duttilità emotiva, la freschezza ingenua dell’essere viva. E Amèlie è davvero viva… nella sua schizofrenia creativa riesce a stemperare i contrasti distruttivi per esaltarne i contorni su cui passeggiare insieme all’amato… l’altro ch’è diverso, come lei, dalla razionale volontà di conservazione che induce all’esasperante desiderio d’esserci indipendentemente. Amèlie vuole senza occupare altri spazi che non siano i propri, vuole per amare anche se non riesce a contenere le proprie emozioni. E finalmente il vivere diviene gioco, apparizioni e nascondimenti, bricolage di animazioni, fotografie, estetismi, e videoclip; tutto in un processo fantastico ed insieme nostalgico, un divenire quasi cristallizzato nel riflesso polifonico di mille voci fuori campo che la incitano ad essere quel che è. Tutti siamo concordi nel definire bella la diversità anche se viviamo le stesse cose, ogni giorno, per raggiungere i nostri ingannevoli obiettivi… è dunque questo il film da vedere per uscire dalla normalità in cui siamo stati confinati e in cui restiamo per paura di non ritrovarci. E lo hanno capito in tanti… J.-P. Jeunet usa tecnologia ed effetti speciali per scopi poetici, un modo nuovo di usare gli strumenti, di cesellare le sceneggiature. Una piccola riflessione mi porta ai primi del Novecento, la violenza della spettacolarizzazione resta limitata all’incubo d’un futuro non ancora nostro, l’orrida fessura ignota, il fantasma d’una presenza inquietante. E’ ancora lontano il mondo senz’amore che stiamo vivendo ed io passeggio con i miei sogni in una sera parigina e le mie idee, intrecciate ai mille pensieri della città, volano fino alla luna. Antonio Limoncelli
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