Titolo originale | Kirikù et la sorcière |
Anno | 1998 |
Genere | Animazione |
Produzione | Francia, Belgio, Lussemburgo |
Durata | 75 minuti |
Regia di | Michel Ocelot |
Tag | Da vedere 1998 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,15 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ambientato nella savana africana, questo film d'animazione racconta le avventure di un bambino molto speciale: Kirikù. In Italia al Box Office Kirikù e la strega Karabà ha incassato 556 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Ambientato nella savana africana, questo film d'animazione racconta le avventure di un bambino molto speciale: Kirikù. Piccolo e indifeso, toccherà a lui salvare il suo villaggio dai malefici della strega Karabà. Il regista francese Michel Ocelot che, per questa sua prima esperienza di lungometraggio, ha tratto ispirazione dall'affascinante repertorio delle fiabe e delle leggende africane, è riuscito a realizzare un film coinvolgente per grandi e piccini. Merito anche della musica di Youssou N'Dour, capace di rendere ancora più particolari le atmosfere e i colori africani.
Ispirato a una leggenda africana, Kirikù e la strega Karabà è un apologo contro le superstizioni, gli oscurantismi, le paure irrazionali, i fatalismi, l’intolleranza, i fanatismi; è un elogio dell’intelligenza, della saggezza, dello spirito illuminista. L’ignoranza, la vigliaccheria si sviluppano dove dominano le tenebre irrazionali della superstizione; l’intelligenza, la saggezza, il coraggio si sviluppano dove dominano la luce della verità, l’amore per la verità. All’odio, alla violenza, al dolore, si contrappongono l’amore e la capacità di dare ascolto alle ragioni dell’altro. Il percorso di Kirikù verso l’età adulta poggia su due punti: la missione per la salvezza del villaggio; la volontà di conoscere il segreto della cattiveria della strega Karabà, ossia la ricerca delle radici del Male, che affondano nel dolore. Il film sviluppa questi temi sulla base di un racconto di formazione, che narra nascita e crescita di Kirikù. La struttura narrativa rispetta la morfologia delle fiabe delineata da V.J. Propp. La situazione iniziale è marcata dalla mancanza, dell’acqua e degli uomini del villaggio. Tale mancanza porta il protagonista-eroe, Kirikù, ad agire per risolvere il problema, per spezzare il sortilegio. L’azione di Kirikù si esplica in un viaggio iniziatico costellato di prove da superare (per raggiungere maturità e felicità). Kirikù è assistito dagli aiutanti positivi e dai donatori (gli animali, il nonno). L’antagonista, Karabà, è assistita dagli aiutanti negativi (gli uomini del villaggio, trasformati in feticci). Nonostante l’opposizione di Karabà e dei suoi aiutanti, Kirikù giunge infine alla vittoria. Figurativamente, le fonti di ispirazione del film sono Rousseau, Gauguin, l’arte naïf, l’arte primitiva, l’arte africana, l’arte egiziana. Con un seguito: Kirikù e gli animali selvaggi (2005) di M. Ocelot e B. Galup.
Tra pittura primitiva, stile e gusto africano, arte del Novecento, la incantevole favola di Kirikù, infante intraprendente, uscito già maturo e perfettamente autonomo dalla pancia della sua mamma, che riesce a sconfiggere i malefici della bella strega Karabà e a liberare il suo villaggio dal nero influsso. L'animazione europea, tutta diversa da quella americana, produce almeno una volta l'anno un film [...] Vai alla recensione »