elisabetta ciarleglio
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giovedì 17 febbraio 2005
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catartico
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Era il film che mio padre adorava ma che mi aveva sempre proibito di vedere.."Sei troppo piccola", diceva, così, pur avendogli regalato la vhs per il suo compleanno, un pò per obbedienza filiale, un pò per riluttanza verso il videoregistratore, me ne stavo alla larga...
Un pomeriggio d'estate di quasi dieci anni fa, però, con i miei al mare e appena diciottenne(forse la maggiore età mi faceva mi faceva sentire finalmente libera di autodeterminarmi nella scelta dei film, facendo crollare una sorta di censura domestica), aggirandomi nervosamente nei pressi della piccola videoteca della nostra casa, presi trionfalmente la vhs e, direttami verso l'ormai familiare videoregistratore, mi immersi d'un fiato nella visione di quello che è stato il film della mia iniziazione cinefila.
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Era il film che mio padre adorava ma che mi aveva sempre proibito di vedere.."Sei troppo piccola", diceva, così, pur avendogli regalato la vhs per il suo compleanno, un pò per obbedienza filiale, un pò per riluttanza verso il videoregistratore, me ne stavo alla larga...
Un pomeriggio d'estate di quasi dieci anni fa, però, con i miei al mare e appena diciottenne(forse la maggiore età mi faceva mi faceva sentire finalmente libera di autodeterminarmi nella scelta dei film, facendo crollare una sorta di censura domestica), aggirandomi nervosamente nei pressi della piccola videoteca della nostra casa, presi trionfalmente la vhs e, direttami verso l'ormai familiare videoregistratore, mi immersi d'un fiato nella visione di quello che è stato il film della mia iniziazione cinefila...Le tre ore e quaranta circa, volate via d'un soffio, mi hanno letteralmente scosso e fatto vibrare le corde dell'anima e non posso che affermare che il mio è stato un approccio intimistico al film...Mi sono lasciata guidare e trasportare dalle emozioni evocate dal sublime commento musicale di Morricone, dalla fotografia impeccabile, dalla mimica dei personaggi (per tutti Deborah che si strucca nel camerino, quasi alla fine del film), dai sentimenti contrastanti ed imperituri inscenati magistralmente..
Scene forti (capivo la riluttanza di mio padre), sottolineate dal sangue in un viaggio attraverso anni difficili dell'America che, allo stesso tempo, erano gli anni delicati della crescita interiore e lato sensu professionale dei gangsters...eppure in quello scontro epico si staglia il vigore dei sentimenti forti, contraddittori, che vivono attraverso gli spazi, gli eventi, capaci di trasportare, creando nello spettatore una inevitabile immedesimazione, in una dimensione onirica che si fonde sottilmente con la realtà di ognuno..
Tante parole sono state scritte a riguardo da critici, esperti e addetti ai lavori, e non spetta a me giudicare l'Arte, pertanto, non volendo, come è facile che accada, cadere nella retorica, o, peggio risultare banale ed incompetente, ribadisco che C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA resterà per me l'opera che più di tutte ha segnato il mio personale percorso di crescita interiore, lavandomi l'anima..
Elisabetta Ciarleglio, Cerreto Sannita (BN)
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ivano
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mercoledì 9 gennaio 2008
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quel sorriso abbozzato
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Quel sorriso abbozzato suelle labbra di De Niro nell'inquadratura finale, suggeriscono allo sprovveduto spettatore che lo vede per la prima volta, lo sgomento di non aver ben compreso quale verità, quale impenetrabile trama possa essere ordita e spiegata. Ma esiste la poesia e con essa ogni parola, ogni fotogramma, rende vulnerabile quella tentazione di costringerci a comprendere quale sia il leit-motiv di tutto quello che abbiamo veduto. Poi uno si alza si avvia all'uscita del cinema, con la mente ottenebrata da quadri che ricompaiono, nel vano tentativo di attribuirli a chissà quale artista pittorico, o a strutture sinfoniche complesse che ricordano una sinfonia di Brahms, volti, occhi, parole, tempi sospesi in una leggendaria trasfigurazione, lacrime, rinunce, strazianti adii, le progressioni dilatate di ritmi che hanno in sè la luce del crepuscolo.
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Quel sorriso abbozzato suelle labbra di De Niro nell'inquadratura finale, suggeriscono allo sprovveduto spettatore che lo vede per la prima volta, lo sgomento di non aver ben compreso quale verità, quale impenetrabile trama possa essere ordita e spiegata. Ma esiste la poesia e con essa ogni parola, ogni fotogramma, rende vulnerabile quella tentazione di costringerci a comprendere quale sia il leit-motiv di tutto quello che abbiamo veduto. Poi uno si alza si avvia all'uscita del cinema, con la mente ottenebrata da quadri che ricompaiono, nel vano tentativo di attribuirli a chissà quale artista pittorico, o a strutture sinfoniche complesse che ricordano una sinfonia di Brahms, volti, occhi, parole, tempi sospesi in una leggendaria trasfigurazione, lacrime, rinunce, strazianti adii, le progressioni dilatate di ritmi che hanno in sè la luce del crepuscolo.. Ma fuori è buio, e alzando il bavero del cappotto, alzo lo sguardo al cielo. Cerco un'espressione che mi ricordi qualcosa di questo capolavoro. La cerco, e la trovo davanti a me, osservando Andrea, il mio migliore amico.
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[+] mi hai commosso
(di alespiri)
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joe77
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domenica 8 aprile 2012
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la teoria del sogno
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Analizzando le sequenze e i dettagli del film, la teoria del sogno potrebbe essere la più plausibile..tra le tante che si sono formulate. Addirittura, anche le scene iniziali della morte di Eve e del pestaggio di Fat Moe potrebbero (riconosco che è un azzardo) essere frutto dell’oppio consumato da Noodles nella fumeria.
Ed ancora, Noodles potrebbe anche non aver tradito Max…per i seguenti motivi:
1. Noodles, durante la festa, si apparta nell’ufficio per fare la “soffiata” alla polizia sulla spedizione del carico di wisky…ma (a mio parere) non farà in tempo a parlare col Sgt. Halloran perché Max, accortosi del suo allontanamento, lo segue facendo sì che Noodles riattacchi la cornetta…Il particolare della cornetta fuoriposto evidenzia lo stato coincitato di Noodles che non può spigare ad Halloran una cosa così complicata nel giro di pochi secondi…vuoi perché non se la sente (e la sua esitazione si nota) vuoi perché c’è Max dietro la porta.
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Analizzando le sequenze e i dettagli del film, la teoria del sogno potrebbe essere la più plausibile..tra le tante che si sono formulate. Addirittura, anche le scene iniziali della morte di Eve e del pestaggio di Fat Moe potrebbero (riconosco che è un azzardo) essere frutto dell’oppio consumato da Noodles nella fumeria.
Ed ancora, Noodles potrebbe anche non aver tradito Max…per i seguenti motivi:
1. Noodles, durante la festa, si apparta nell’ufficio per fare la “soffiata” alla polizia sulla spedizione del carico di wisky…ma (a mio parere) non farà in tempo a parlare col Sgt. Halloran perché Max, accortosi del suo allontanamento, lo segue facendo sì che Noodles riattacchi la cornetta…Il particolare della cornetta fuoriposto evidenzia lo stato coincitato di Noodles che non può spigare ad Halloran una cosa così complicata nel giro di pochi secondi…vuoi perché non se la sente (e la sua esitazione si nota) vuoi perché c’è Max dietro la porta.
2. Considerato questo, è verosimile che la morte di Max sia stata organizzata dal mafioso Frankie Monaldi in accordo con la polizia. Forse la presenza di Monaldi all’opsedale (poco dopo la scena del dialogo con Sharkey) potrebbe avvalorare un complotto ai danni dei 4 gangsters. Quindi, i sensi di colpa di Noodles sono quelli di non aver fatto quella telefonata (anche se sarebbe servito a poco se la trappola era ormai organizzata) e nel suo sogno egli immagina il tradimento ai danni di Max come se non volesse accettarne la morte, preferendo che Max sopravviva diventando poi il senatore Bailey.
3. Inoltre, se Noodles dice ad Eve che potrebbe assentarsi per più di un anno (lasciando intuire che andrà in galera) si presume che Noodles sarebbe stato con i suoi compagni durante l’ultima gita. Ma dov’era durante lo scontro a fuoco??.... Anche la scena dei corpi sull’asfalto e di Noodles che li guarda con le lacrime agli occhi potrebbe far parte del sogno..
Non volendo accettare la teoria del sogno, se Noodles non si è mai mosso dalla fumeria (come si sostiene), come e dove collocare i killers entrati nel teatro cinese per ucciderlo? Se non si è mai mosso da lì, come e dove collocare il cinese che lo avverte e lo fa fuggire dal retro? Ed ancora, se ha sognato l’uccisione di Eve come mai dovrebbe chiedere a Fat Moe il perché non dovrebbe tornare in albergo a riprenderla?...sarebbe superfluo visto che nel sogno già lo sapeva…
Ultima nota: il camion dei rifiuti fuori alla villa Bailey porta sulla fiancata il numero “35”…tanti sono gli anni trascorsi dalla fuga di Noodles e il suo ritorno a New York (1933-1968).
Tra le altre osservazioni, ho notato il particolare che io ho definito della "porta sul retro" (avranno un senso?):
- Noodles fugge dal teatro cinese da una porta sul retro
- Entra nel locale di Fat Moe da una porta sul retro
- Noodles incontra Deborah passando dalla porta sul retro
- Il Senatore Bailey gli dice di scappare via dalla porta sul retro dopo averlo ucciso
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tomdoniphon
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martedì 13 maggio 2014
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cinema allo stato puro
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Sicuramente il miglior film degli anni 80 e uno dei capolavori assoluti del cinema di tutti i tempi. Punto di arrivo della straordinaria carriera di Sergio Leone, il film rappresenta al meglio la sua idea di cinema, dove la storia ed i concetti sono trasmessi mediante le immagini e non viceversa; fondamentale, da questo punto di vista, l'uso della musica (ovviamente di Ennio Morricone): in tutta la Storia del Cinema, non esiste regista capace come Leone di abbinare magistralmente musica ed immagini. La musica, per Leone, è il principale narratore della storia. Per converso, il regista fa ricorso ai dialoghi soltanto quando questi risultano essenziali; e, proprio per questa ragione, le poche battute del film rimangono impresse indelebilmente nella memoria dello spettatore (basti citare la più nota: "Cosa hai fatto in tutti questi anni Noodles?" "Sono andato a letto presto").
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Sicuramente il miglior film degli anni 80 e uno dei capolavori assoluti del cinema di tutti i tempi. Punto di arrivo della straordinaria carriera di Sergio Leone, il film rappresenta al meglio la sua idea di cinema, dove la storia ed i concetti sono trasmessi mediante le immagini e non viceversa; fondamentale, da questo punto di vista, l'uso della musica (ovviamente di Ennio Morricone): in tutta la Storia del Cinema, non esiste regista capace come Leone di abbinare magistralmente musica ed immagini. La musica, per Leone, è il principale narratore della storia. Per converso, il regista fa ricorso ai dialoghi soltanto quando questi risultano essenziali; e, proprio per questa ragione, le poche battute del film rimangono impresse indelebilmente nella memoria dello spettatore (basti citare la più nota: "Cosa hai fatto in tutti questi anni Noodles?" "Sono andato a letto presto"). Al centro del film (che dura più di 200 minuti i quali, a differenza di molti altri film "brevi", se ne vanno in un soffio), c'è l'amicizia tra Noodles e Max, due piccoli gangster di New York, prima che una donna amata da entrambi li divida. La storia si dipana magistralmente (con continui salti in avanti ed indietro nel tempo) in tre fasi della vita dei due protagonisti: la loro adolescenza nel 1922, l'età adulta nel 1932 e la loro anziantà nel 1968. In questo modo, Leone traccia anche un suo personale ritratto di quell'America che ha saputo conoscere attraverso il grande cinema classico hollywoodiano. Per concludere, va ricordato che questo è purtroppo l'ultimo film che il grande regista potè dirigere, essendo egli scomparso mentre progettava "C'era una volta Leningrado", che (al pari del Napoleone di Kubrick) costituisce sicuramente il più grande film mancato della Storia del Cinema.
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the daughter of the sun
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martedì 19 agosto 2008
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nessuno ti amerà come ti ho amato io...
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Non credo che qualche simbolo a forma di stella possa esplicare ciò che un film trasmette; credo nelle emozioni suscitate dalla visione di certe sublimi immagini. Il film di Sergio Leone nei suoi altisonanti 218 minuti è in grado, come pochi altri, di entusiasmare, coinvolgere, commuovere e perfino "smarrire" lo spettatore. Alcune delle scene di "C'era una volta in America" sono entrate nella visione collettiva della vera arte: Dominick morente che afferma "Noodles sono inciampato", Deborah che recita e personalizza il "Cantico dei cantici", il periodare intenso dell'amicizia fra Noodles e Max, lo splendido e drammatico appuntamento tra due persone vicine eppure così distanti...
La bravura e lo spirito critico del cinefilo dovrebbero essere rappresentate dalla sensibilità con cui si accosta a certi films: "C'era una volta in America" è il simbolo di quell'arte raffinata e fin troppo deviata dalla verità che è il cinema.
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Non credo che qualche simbolo a forma di stella possa esplicare ciò che un film trasmette; credo nelle emozioni suscitate dalla visione di certe sublimi immagini. Il film di Sergio Leone nei suoi altisonanti 218 minuti è in grado, come pochi altri, di entusiasmare, coinvolgere, commuovere e perfino "smarrire" lo spettatore. Alcune delle scene di "C'era una volta in America" sono entrate nella visione collettiva della vera arte: Dominick morente che afferma "Noodles sono inciampato", Deborah che recita e personalizza il "Cantico dei cantici", il periodare intenso dell'amicizia fra Noodles e Max, lo splendido e drammatico appuntamento tra due persone vicine eppure così distanti...
La bravura e lo spirito critico del cinefilo dovrebbero essere rappresentate dalla sensibilità con cui si accosta a certi films: "C'era una volta in America" è il simbolo di quell'arte raffinata e fin troppo deviata dalla verità che è il cinema.
Un film unico, monumentale che spiazza alcuni proprio per la sua grandezza.
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michela
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lunedì 9 gennaio 2006
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armonia
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Una perfetta e (purtroppo) ineguagliabile armonia di trama, sceneggiatura, regia, fotografia, colonna sonora e interpretazione (di attori che-peraltro-sotto la guida di altri registi, non sempre sono stati altrettanto grandi): questo è "C'era una volta in America". In assoluto il miglior film che io abbia mai visto.(Nella mia personale classifica, al secondo posto compare "Novecento" di Bertolucci: non so cosa ne pensiate). Per Nicola: anch'io, quando l'ho visto la prima volta (ca 15 anni fa), non ne ho colto subito la grandezza. L'ho, però, gradito al punto dal desiderare di rivederlo più e più volte, avendone ogni volta, in dono, emozioni sempre più intense, cogliendone ogni volta significati, chiavi di lettura, aspetti diversi.
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Una perfetta e (purtroppo) ineguagliabile armonia di trama, sceneggiatura, regia, fotografia, colonna sonora e interpretazione (di attori che-peraltro-sotto la guida di altri registi, non sempre sono stati altrettanto grandi): questo è "C'era una volta in America". In assoluto il miglior film che io abbia mai visto.(Nella mia personale classifica, al secondo posto compare "Novecento" di Bertolucci: non so cosa ne pensiate). Per Nicola: anch'io, quando l'ho visto la prima volta (ca 15 anni fa), non ne ho colto subito la grandezza. L'ho, però, gradito al punto dal desiderare di rivederlo più e più volte, avendone ogni volta, in dono, emozioni sempre più intense, cogliendone ogni volta significati, chiavi di lettura, aspetti diversi. (Naturalmente dipendedalla tua sensibilità)
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[+] questione di affinità
(di spiritual)
[ - ] questione di affinità
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tony64
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giovedì 23 agosto 2007
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un film unico
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Questo è il film che non mi stancherò mai di rivedere. per me è un film unico, che mi lascia ogni volta il cuore in subbuglio per le emozioni che mi fa provare. Non ho visto alcun altro film che tratti insieme due sentimenti fondamentali - amore ed amicizia - in modo da renderli 'totali'. Totale è l'amicizia di Noodles per Max, che di fronte alla presunta morte dell'amico causata dalla sua 'spiata' a fin di bene si rivede in futuro con 35 anni di vita vissuta tra i rimorsi; totale è l'amore di Noodles per Deborah, che - per sua ammissione - la chiuderebbe in una stanza e butterebbe via la chiave pur di averla a sé - ma che non ha mai smesso di amarla, né durante la prigionia giovanile, né durante i 35 anni da adulto.
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Questo è il film che non mi stancherò mai di rivedere. per me è un film unico, che mi lascia ogni volta il cuore in subbuglio per le emozioni che mi fa provare. Non ho visto alcun altro film che tratti insieme due sentimenti fondamentali - amore ed amicizia - in modo da renderli 'totali'. Totale è l'amicizia di Noodles per Max, che di fronte alla presunta morte dell'amico causata dalla sua 'spiata' a fin di bene si rivede in futuro con 35 anni di vita vissuta tra i rimorsi; totale è l'amore di Noodles per Deborah, che - per sua ammissione - la chiuderebbe in una stanza e butterebbe via la chiave pur di averla a sé - ma che non ha mai smesso di amarla, né durante la prigionia giovanile, né durante i 35 anni da adulto.
Magistrali sono poi i collegamenti tra le varie epoche: da applauso quello in cui Noodles vecchio rivede Deborah bambina danzare tra la frutta e i sacchi di farina.
Credo che un film come questo non possa non essere visto, fa parte della storia del cinema e secondo me merita ampiamente il primo posto.
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(di gio)
[ - ] d'accordo
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stephen k.
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domenica 24 marzo 2013
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un indiscusso capolavoro del cinema
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C'era una volta in america è senza ombra di dubbio uno dei capolavori del cinema gangster e non e anche di Sergio Leone. Questo è un film che entra nella mente di un gangster, scardinando ogni linearità narrativa, portando al contempo sollievo e sofferenza. Caratterizzato da frequenti salti temporali nell'arco della vita del protagonista, l'intero film è legato al fluire dei ricordi nel tempo, i quli alcune volte si disperdono nei repentini salti temporali. Il film è stato rimaneggiato soprattutto negli USA dove è stato sfigurato con il riordino in ordine cronologico degli avvenimenti. Il regista con questo film vuole forse ricordare il suo cinema, il suo modo di girare un film che all'epoca, nel 1984, andava scomparendo e che oggi è del tutto sparito.
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C'era una volta in america è senza ombra di dubbio uno dei capolavori del cinema gangster e non e anche di Sergio Leone. Questo è un film che entra nella mente di un gangster, scardinando ogni linearità narrativa, portando al contempo sollievo e sofferenza. Caratterizzato da frequenti salti temporali nell'arco della vita del protagonista, l'intero film è legato al fluire dei ricordi nel tempo, i quli alcune volte si disperdono nei repentini salti temporali. Il film è stato rimaneggiato soprattutto negli USA dove è stato sfigurato con il riordino in ordine cronologico degli avvenimenti. Il regista con questo film vuole forse ricordare il suo cinema, il suo modo di girare un film che all'epoca, nel 1984, andava scomparendo e che oggi è del tutto sparito. C'era una volta in America è un gangster movie fuori dai ranghi, in quanto non è incentrato sui gangster, come lo è un suo parente, IL padrino, ma tramite i ricordi del protagonista e le analessi e profondi ragionamenti vuole fare emergere una profonda nostalgia di un tempo totalmente cambiato nel corso degli anni e di valori e metodi di vita dimenticati dalla gente. La pellicola è basata sul romanzo The Hoods di Herschel Goldberg, un criminale americano. La sceneggitura è completa dopo 12-13 anni di lavoro da parte del regista stesso e nomi importanti come Franco Ferrini, Leo Benvenuti e Piero de Bernardi e si rivela ottima sotto ogni punto di vista. I dialoghi sono intelligenti e ricercati e si adattano al film. Le musiche di Ennio Morricone sono perfette per il tema del film e la fotografia di Tonino Delli Colli si rivela efficace e ben fatta. Robert De Niro da sfoggio della sua miglior interpretazione cinematografica, calandosi nei panni di un astro nascente della malavita newyorkese, David "Noodles" Aaronson, ricercato da altri gangster rivali. Co-protagonista è James Woods, che accresce la sua fama conquistata l'anno precedente con Videodrome di David Cronenberg. Anche lui dà sfoggio di una delle sue migliori interpretazioni sul grande schermo, interpretando bene il ruolo del senatore Christopher Bailey. Elizabeth McGovern recita molto bene la discreta parte di Deborah Gelly. Appaiono nel film anche altri personaggi che acquisteranno fama in seguito, come un ancora giovane Joe Pesci, Burt Young e anche una Jennifer Connelly ancora ragazza quattordicenne, che diverrà in seguito famosa per film come Phenomena di Dario Argento e Labyrinth di John Landis. Ultimo film girato con il metodo Leone, che con questa pelliucoal vuole prorpio ricordare un metodo di regia che all'epoca già vacillava e che oggi è totalmente scomparso e dimenticato. Film come questo non verranno mai più girati.
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dermann
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martedì 6 marzo 2007
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memorabile - indimenticabile - inesorabile -
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:Che cosa hai fatto in tutti questi anni?- Sono andato a letto presto!
Basterebbe questa frase per poi non poter dir piu' nulla. Per abbandonarsi in un nostalgico andirivieni di battute memorabili, l'avvolgente sceneggiatura che sfianca, sfinisce nel ricollegare trilli infiniti di telefoni, gabbiani che volteggiano su un mare testimone di una amicizia virile e drammatica, il motivo di un faluto di pan che accarezza vellutandone gli sguardi di protagonisti smarriti, occhi velati dalle lacrime nell'attesa di una risposta, e proiezioni infanitili di giganteche memorie, nelle quali si avviluppa il destino di uomini vinti la cui vita ha la progressione sinfonica di una rinuncia.
[+] sono andato a letto presto...
(di gio)
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alessandro
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mercoledì 15 agosto 2007
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senza parole
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che dire?..unico,inimitabile,indimenticabile,struggente,appassionante,malinconico.uno dei film più belli della storia del cinema.Un colosso nella carriera di Leone e di tutto il cast.E Come si fa a non strappare almeno una lacrima alla fine di questa incredibile opera d'arte:quando dopo tutte quelle vicende,dopo tutte quelle emozioni Noodles ci guarda negli occhi e sorride ...Uno dei finale più belli è più intensi della storia del cinema.Una vera e propria epoepa,una gran morsa allo stomaco.4 ore di film:4 ore di lacrime,sorrisi :ogni singola inquadratura,ogni singolo fotogramma esprime un'intensità unica e fortissima.Gli sguardi Di De Niro,il miglioe attore della nostra generazione,le zoomate verso i volti dei personaggi,le musiche che accompagnano i movimenti di macchina ,i sentimenti dei protagonisti.
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che dire?..unico,inimitabile,indimenticabile,struggente,appassionante,malinconico.uno dei film più belli della storia del cinema.Un colosso nella carriera di Leone e di tutto il cast.E Come si fa a non strappare almeno una lacrima alla fine di questa incredibile opera d'arte:quando dopo tutte quelle vicende,dopo tutte quelle emozioni Noodles ci guarda negli occhi e sorride ...Uno dei finale più belli è più intensi della storia del cinema.Una vera e propria epoepa,una gran morsa allo stomaco.4 ore di film:4 ore di lacrime,sorrisi :ogni singola inquadratura,ogni singolo fotogramma esprime un'intensità unica e fortissima.Gli sguardi Di De Niro,il miglioe attore della nostra generazione,le zoomate verso i volti dei personaggi,le musiche che accompagnano i movimenti di macchina ,i sentimenti dei protagonisti.Più che un film,c'era una volta in America è un'avventura,La storia raccontata da uno dei regsti più importanti ,che ha cambiato la storia del cinema
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[+] bravo...
(di gio)
[ - ] bravo...
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