paolo bisi
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martedì 7 maggio 2013
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l'ultimo e il più grande film di sergio leone
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Tre filoni fondamentali, sullo sfondo della New York del ventesimo secolo, vanno avanti e indietro nel tempo, attraversando un periodo di circa 45 anni: 1922-23, Noodles e Max, ancora giovanissimi, compiono i primi passi nella malavita formando una loro banda, nel povero e malfamato quartiere ebreo; 1932-33, Noodles, uscito dalla prigione dopo quasi 10 anni, si ricongiunge alla banda, che è diventata una delle più potenti d'America; 1968, Noodles, dopo un esilio lungo 35 anni, decide di ritornare per affrontare il proprio passato e svelare il mistero che lo circonda. L'ultimo film di Sergio Leone, passato alla storia per il suo progetto ultradecennale, la sua lavorazione interminabile e la sua smisurata durata, è un compendio di tutto il suo cinema e rappresenta il suo prezioso testamento.
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Tre filoni fondamentali, sullo sfondo della New York del ventesimo secolo, vanno avanti e indietro nel tempo, attraversando un periodo di circa 45 anni: 1922-23, Noodles e Max, ancora giovanissimi, compiono i primi passi nella malavita formando una loro banda, nel povero e malfamato quartiere ebreo; 1932-33, Noodles, uscito dalla prigione dopo quasi 10 anni, si ricongiunge alla banda, che è diventata una delle più potenti d'America; 1968, Noodles, dopo un esilio lungo 35 anni, decide di ritornare per affrontare il proprio passato e svelare il mistero che lo circonda. L'ultimo film di Sergio Leone, passato alla storia per il suo progetto ultradecennale, la sua lavorazione interminabile e la sua smisurata durata, è un compendio di tutto il suo cinema e rappresenta il suo prezioso testamento. Tanti, tantissimi temi vengono affrontati in questa singola opera: l'amicizia, l'amore, l'odio, il tradimento, la violenza, il sesso, la capacità di scontrarsi col proprio passato. Quello che rende principalmente questo film un capolavoro senza tempo è la sua struttura narrativa, caratterizzata dalla famosa teoria del sogno: se il 1922 è chiaramente un flashback rispetto al 1932, il 1968 è evidentemente la proiezione e l'allucinazione di quello che Noodles ha sognato, devastato dall'oppio, nella fumeria. Da elogiare le prove degli attori: accanto a un Robert De Niro in stato di grazia, emerge un indimenticabile James Woods nella parte di Max. Proprio il rapporto tra Noodles e Max è al centro del film: solo nell'incontro finale tra due (che ricorda, per l'attesa che si crea intorno ad esso, i mitici duelli dei western del regista) il protagonista, per la prima volta mette da parte tutte le sue debolezze, rifiutando di uccidere il vecchio amico. Le sequenze d'antologia sarebbero troppe da ricordare, ma alcune sono impossibili da dimenticare: l'incontro tra Noodles e Fat Moe dopo 35 anni, la lettura del Cantico dei Cantici, lo sprofondamento nelle acque dell'automobile, la cena, lo scambio dei neonati, gli incontri finali di Noodles, prima con Deborah e poi con Max, che svelano il mistero. Originariamente pensato come un film di 6 ore diviso in 2 parti, Leone arrivò ad accettare una versione vicina alle 4 ore, che fu a sua volta mutilata per l'uscita sul mercato americano (montata dal produttore Milchan che stravolse la pellicola sistemando gli eventi in ordine cronologico) dove andò incontro a un fallimento totale. Nel 2012, grazie all'intervento della Cineteca di Bologna, è uscita una extended version che comprende le scene tagliate da Leone al primo montaggio, alcune delle quali considerate dallo stesso autore fondamentali. Uno dei grandi film sull'America e sulla storia del cinema legata a quel grande paese. Un'opera che da sola riesce a sintetizzare tante esperienze e culture, cinematografiche e non. Un capolavoro senza tempo, che ha lanciato per sempre Sergio Leone nel mito. Peccato che, come dice il suo protagonista in questo film, sia andato a letto troppo presto.
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fabio
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venerdì 1 marzo 2002
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inarrivabile
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Straordinario affresco di un epoca e non solo,infatti C'era una volta in America e costruito tutto sulla ricerca del tempo perduto;ma le chivi di lettura di questo film infinito e inarrivato sono diverse.Al centro di questo viaggio c'e' la violenza vista come incapacita' di amare;ma cio' che conta per Leone e' la storia di amicizia e tradimento fra i protagonisti.Leone muove la telecamera in modo armonico lasciando sbalorditi.la lezione e' chiara ci si intristisce non si piange.DE NIRO e' al meglio Morricone ancora di piu.Il piu bel film di sempre.
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on the bomb
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martedì 29 dicembre 2009
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da vedere 100 volte e 100 volte ne saresti stupito
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"C'era una volta in America", si diceva, è innanzitutto una storia indimenticabile, formidabile dal punto di vista narrativo e travolgente da quello emotivo. Ma è anche, senza ombra di dubbio, una poetica metafora, con potenzialità di indagine introspettiva, dell'ambiguità dell'animo umano. E' un poema nudo e crudo sull'amicizia, sul tradimento, sul rimorso. E' un cantico della creature (umane) che non risparmia cinismo e crudeltà a chi sa (e vuole) amare, così come contamina con l'amore e il pianto colui che ha seminato, per tutta la sua vita, solo dolore e morte.
Non c'è il bene o il male, in questa meravigliosa e lancinante vicenda; ci sono soltanto la spontaneità, la sofferenza di "noi" esseri imperfetti ma infine, ineluttabilmente, condannati al giudizio della nostra coscienza.
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"C'era una volta in America", si diceva, è innanzitutto una storia indimenticabile, formidabile dal punto di vista narrativo e travolgente da quello emotivo. Ma è anche, senza ombra di dubbio, una poetica metafora, con potenzialità di indagine introspettiva, dell'ambiguità dell'animo umano. E' un poema nudo e crudo sull'amicizia, sul tradimento, sul rimorso. E' un cantico della creature (umane) che non risparmia cinismo e crudeltà a chi sa (e vuole) amare, così come contamina con l'amore e il pianto colui che ha seminato, per tutta la sua vita, solo dolore e morte.
Non c'è il bene o il male, in questa meravigliosa e lancinante vicenda; ci sono soltanto la spontaneità, la sofferenza di "noi" esseri imperfetti ma infine, ineluttabilmente, condannati al giudizio della nostra coscienza.
Poi si sa ha colonna sonora più suggestiva di tutta la storia del cinema."Una musica, aggiungiamo noi, che funge da straordinario "intensificatore" emotivo ma soprattutto da imprescindibile elemento narrativo; come un onnipresente "narratore esterno" che racconta con le note, anziché con la voce.
"C'era una volta in America" è il capolavoro artistico che costringe all'interpretazione: il sorriso finale di Noodles, come è stato da più parti notato, potrebbe racchiudere una miriade di significati. Ma lo stesso Sergio Leone, dopo la "prima" del film al cinema Barberini di Roma, confidò a uno spettatore: "Vede, in fondo quel sorriso potrebbe pure significare una cosa molto semplice: il film inizia in una fumeria d'oppio e nella stessa fumeria d'oppio finisce. Quindi, potrebbe... dico potrebbe... anche essere che... beh, insomma, tutta la vicenda non sia stata altro che un...sogno vissuto da Noodles sotto gli effetti dell'oppio..."
Noi, forse, preferiamo credere che non sia stato solo un sogno. Che le cose siano davvero successe e... siano andate così.
Sogno o realtà, non si può non ribadire ancora una volta, in chiusura, la valenza simbolica del film, la sua metaforica poesia che canta splendori e miserie dell'animo umano. In "C'era una volta in America" non c'è il bene o il male, si diceva: del resto, negli ultimi fotogrammi, quando ormai lo spettatore ha interiorizzato la tragedia dei personaggi, all'interno del teatrino cinese le figure stilizzate del Bene e del Male si affrontano nell'eterna battaglia fra le opposte fazioni dello spirito umano...sovrapponendosi e confondendosi infine fra di loro.
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l. m.
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mercoledì 19 settembre 2001
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eccezionale
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Perchè Farinotti ha faticato tanto a trovare un film da 5 stelle dopo Apocalypse now? Bastava cercare un film come questo. Mi sbilancio? Per me è il miglior film degli ultimi 20 anni. Lunghissima eppure mai stancante, la storia si regge su tre tempi intrecciati alla perfezione (il montatore avrà dovuto ricoverarsi dopo la realizzazione!), con De Niro su tutto e dappertutto con la sua capacità metamorfica, la sua bravura unica nell'apparire givane e vecchio senza mai sembrare fittizio.
Ma soprattutto Leone realizza un film che affonda le radici nella storia e la rende mito, fino a poter dire: C'era una volta... in una fiaba dove ogni elemento è al posto giusto e come tutte ha i suoi punti drammatici e i suoi acuti lirici senza mai scadere nel gratuito.
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Perchè Farinotti ha faticato tanto a trovare un film da 5 stelle dopo Apocalypse now? Bastava cercare un film come questo. Mi sbilancio? Per me è il miglior film degli ultimi 20 anni. Lunghissima eppure mai stancante, la storia si regge su tre tempi intrecciati alla perfezione (il montatore avrà dovuto ricoverarsi dopo la realizzazione!), con De Niro su tutto e dappertutto con la sua capacità metamorfica, la sua bravura unica nell'apparire givane e vecchio senza mai sembrare fittizio.
Ma soprattutto Leone realizza un film che affonda le radici nella storia e la rende mito, fino a poter dire: C'era una volta... in una fiaba dove ogni elemento è al posto giusto e come tutte ha i suoi punti drammatici e i suoi acuti lirici senza mai scadere nel gratuito. Ma non solo l'intreccio è eccezionale, basti pensare alla fotografia e alla colonna sonora per rendersi conto che gli anni di lavoro spesi da Leone sono stati investiti ottimamente. Da vedere e rivedere.
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noodles87
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mercoledì 31 gennaio 2007
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cinque stelle non bastano
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E' il più bel film di tutti i tempi.Una sceneggiatura impeccabile accompagnata da una colonna sonora immensa.Il giusto culmine di una serie di capolavori iniziata con Per un pugno di dollari,fino a Giù la testa e poi con "Il Film".Non ci si stanca mai di rivederlo(io l'ho già visto quattro volte in italiano e una volta in inglese e lo rivedrei già fra cinque minuti).Insomma un film che rimane nel cuore di chi lo vede, per sempre.L'unico difetto?Fa sembrare ogni altro film un po' più banale.
P.s.E' incredibile come un film del genere non abbia avuto il riconoscimento di ALMENO un oscar.
Ma credo che da lassù Sergio Leone sarà contento della reputazione che il suo film si è guadagnato con gli anni,soprattutto dopolo scempio compiuto dagli americani.
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E' il più bel film di tutti i tempi.Una sceneggiatura impeccabile accompagnata da una colonna sonora immensa.Il giusto culmine di una serie di capolavori iniziata con Per un pugno di dollari,fino a Giù la testa e poi con "Il Film".Non ci si stanca mai di rivederlo(io l'ho già visto quattro volte in italiano e una volta in inglese e lo rivedrei già fra cinque minuti).Insomma un film che rimane nel cuore di chi lo vede, per sempre.L'unico difetto?Fa sembrare ogni altro film un po' più banale.
P.s.E' incredibile come un film del genere non abbia avuto il riconoscimento di ALMENO un oscar.
Ma credo che da lassù Sergio Leone sarà contento della reputazione che il suo film si è guadagnato con gli anni,soprattutto dopolo scempio compiuto dagli americani.
Una parola: IMMENSO!
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[+] simply the best !! non ho altre parole x definirlo
(di noodles 88)
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laurence316
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venerdì 14 luglio 2017
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malinconico, nostalgico, magistrale, capolavoro
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L'ultimo film di Sergio Leone, tra i piani del regista fin da prima di Giù la testa, è il suo miglior risultato.
C'era una volta in America è un'ambiziosa ed epica allegoria dell'America sotto forma di favola violenta. Raccontato per mezzo di madornali dilatazioni dello spazio (mai così radicali), nato dalla penna di ben 5 sceneggiatori oltre al regista (Benvenuti, De Bernardi, Medioli, Arcalli e Ferrini), è un torrenziale film di quasi quattro ore, uno sconfinato e intricatissimo mosaico di storie e citazioni, il quale rinuncia a qualsiasi spiegazione, lasciando libera interpretazione sul finale allo spettatore.
Fondamentalmente basato sul continuo ricorso ad analessi e prolessi (e difatti, rimontandolo in ordine cronologico e riducendone la durata a sole 2 ore e 20, il produttore Milchan andò incontro ad un clamoroso fiasco), C'era una volta in America è un film di capitale importanza nella storia del cinema, uno fra più importanti degli anni '80.
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L'ultimo film di Sergio Leone, tra i piani del regista fin da prima di Giù la testa, è il suo miglior risultato.
C'era una volta in America è un'ambiziosa ed epica allegoria dell'America sotto forma di favola violenta. Raccontato per mezzo di madornali dilatazioni dello spazio (mai così radicali), nato dalla penna di ben 5 sceneggiatori oltre al regista (Benvenuti, De Bernardi, Medioli, Arcalli e Ferrini), è un torrenziale film di quasi quattro ore, uno sconfinato e intricatissimo mosaico di storie e citazioni, il quale rinuncia a qualsiasi spiegazione, lasciando libera interpretazione sul finale allo spettatore.
Fondamentalmente basato sul continuo ricorso ad analessi e prolessi (e difatti, rimontandolo in ordine cronologico e riducendone la durata a sole 2 ore e 20, il produttore Milchan andò incontro ad un clamoroso fiasco), C'era una volta in America è un film di capitale importanza nella storia del cinema, uno fra più importanti degli anni '80.
E' la tragica storia di un'amicizia che si trasforma in indifferenza, di un ragazzo che solo da vecchio diventa uomo, di un perdente e di un vincente, la visione di una società lucida e brutale, complessa quanto un labirinto inestricabile.
Il tema della memoria è un altro degli assi portanti di un film in cui "il presente non esiste" (M. Morandini).
Forte senso dei tempi e degli spazi, magistrale ricorso ai silenzi come alle emozionanti note di Morricone (e a diversi motivi famosi, come Amapola, Summertime e Yesterday), sono solo alcuni degli ingredienti che, dal punto di vista prettamente tecnico, fanno di C'era una volta in America il capolavoro che è. Al risultato contribuiscono poi anche le eccezionali prove degli interpreti (De Niro e Woods in testa, ovviamente, ma efficaci sono anche le loro controparti "giovanili"), oltre che il perfetto sincronismo del montaggio di Baragli e l'ispirata fotografia di Delli Colli.
C'era una volta in America è il testamento cinematografico di uno dei più grandi registi della Storia, un'opera immancabile nella videoteca di chiunque si professi "appassionato" di cinema.
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patrizio
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giovedì 4 settembre 2008
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"possiede tutto ciò a cui l'uomo può pensare"
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Ho letto accuratamente tutto ciò che è stato esternato nelle recensioni da parte di coloro che si ritengono buoni conoscitori dell'arte cinematogafica e coloro che si limitano ad emozionarsi. Benchè studi comunicazione, mi vorrei inserire nel caso di questo capolavoro, nel secondo gruppo di persone, facendo notare a quelli che lo considerano uno "schifio", in tutto clima di libertà e democrazia, che anche film con rilevanti errori (vedi su tutti "Il Gladiatore") sono stati premiati con l'Oscar. Volendo vestire i panni dello spettatore in cerca di emozioni e non di futili dettagli, beh che dire!!!Amicizia, povertà tradimento, mafia, opportunismo, realtà, spaccati di fantasia, riflessione, amore, melodia, poesia, arte, libertà, schiavitù.
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Ho letto accuratamente tutto ciò che è stato esternato nelle recensioni da parte di coloro che si ritengono buoni conoscitori dell'arte cinematogafica e coloro che si limitano ad emozionarsi. Benchè studi comunicazione, mi vorrei inserire nel caso di questo capolavoro, nel secondo gruppo di persone, facendo notare a quelli che lo considerano uno "schifio", in tutto clima di libertà e democrazia, che anche film con rilevanti errori (vedi su tutti "Il Gladiatore") sono stati premiati con l'Oscar. Volendo vestire i panni dello spettatore in cerca di emozioni e non di futili dettagli, beh che dire!!!Amicizia, povertà tradimento, mafia, opportunismo, realtà, spaccati di fantasia, riflessione, amore, melodia, poesia, arte, libertà, schiavitù. Questo è C'era una volta in America. Tutti i concetti cari all'umano esplicitati in questa meraviglia artistica. Rimane il mio film preferito, non ho ancora trovato uno superiore. Affermo anch'io che forse Leone non è stato considerato al pari di Scorsese o Coppola. Dunque il mio giudizio non è imparziale, ma di fronte a questo "creato" sono felice di dar sfogo a tutta la mia soggettività.
P.S. Ma l'Oscar lo hanno dimenticato nel portafoglio?Ahhhahhahahhahahhaha
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zionoodles89
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giovedì 10 agosto 2006
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il più grande capolavoro della storia del cinema
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Non è facile scrivere qualcosa su questo Film. C'era una volta in America è profondo, immenso, cupo e malinconico come un lunghissimo flashback su una storia, una vita, un gruppo di amici del lower east side, l'america del proibizionismo, i sogni, le amicizie e i rimpianti di Noodles, interpretato da uno straordinario Robert De Niro, la colonna sonora grandiosa e struggente di Ennio Morricone. Non aspettatevi di comprendere appieno questo capolavoro prima di averlo visto e rivisto almeno 5 volte. Grazie Sergio per aver dato al Cinema quest'opera d'arte.
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riccardo-87
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mercoledì 4 febbraio 2009
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tempo di scrivere con il martello
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Ho letto vari commenti su questo film,ma solo in pochi v’ho trovato vera profondità;innanzitutto devo dire che ho già commentato”c’era una volta in america”,ma che sento il bisogno-dovere di tornare a farlo.non riesco a sopportare gli insulsi commenti di coloro che danno una stella a questo capolavoro,scrivendo solo ”fa schifo”o”soporifero”;ma non meno mi disgusta chi scrive solo”capolavoro”:un commento ad un così grande film non si può ridurre a mezza riga,merita molto di più!ogni bambino vispo potrebbe porre agli autori di questi pseudocommenti la domanda scontata”perché fa schifo?”o anche”perché è un capolavoro? “.riceverebbero come risposta il silenzio specchio della bassezza del pensiero di tali critici cinematografici.
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Ho letto vari commenti su questo film,ma solo in pochi v’ho trovato vera profondità;innanzitutto devo dire che ho già commentato”c’era una volta in america”,ma che sento il bisogno-dovere di tornare a farlo.non riesco a sopportare gli insulsi commenti di coloro che danno una stella a questo capolavoro,scrivendo solo ”fa schifo”o”soporifero”;ma non meno mi disgusta chi scrive solo”capolavoro”:un commento ad un così grande film non si può ridurre a mezza riga,merita molto di più!ogni bambino vispo potrebbe porre agli autori di questi pseudocommenti la domanda scontata”perché fa schifo?”o anche”perché è un capolavoro? “.riceverebbero come risposta il silenzio specchio della bassezza del pensiero di tali critici cinematografici.è questo il momento per me di prendere le distanze da tutti loro:non meritano neanche il mio disprezzo.non li apprezzo abbastanza nemmeno per disprezzarli;così parla il mio martello!ora,dopo aver attaccato alle fondamenta gli insulsi commentatori di questo film,dopo averli spazzati via con poche e semplici parole, l’aria si è purificata,si è fatta più fine-sì,è divenuta aria di montagna!-adesso posso scrivere il mio commento,solo adesso posso dare a questo forum ciò che io sento per”c’era una volta in america”..
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[+] capolavoro di rutti
(di fran87)
[ - ] capolavoro di rutti
[+] un martello parlante?!
(di fracchia)
[ - ] un martello parlante?!
[+] il finale
(di dominus)
[ - ] il finale
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riccardo-87
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domenica 3 gennaio 2010
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l'essenza della vita, passioni e volizioni
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Questo film di Sergio Leone a mio avviso meglio di tutti centra l’obbiettivo del film in quanto film, ovvero riesce a coinvolgere lo spettatore rendendolo partecipe delle emozioni che i personaggi provano. Inoltre,grazie ad un cast d’eccezione e ad una sceneggiatura più che perfetta, riesce a trasportare lo spettatore nella realtà in cui gli avvenimenti hanno luogo. Ma c’era una volta in America è molto più di un film di gangster, perché se è vero ed innegabile che atti illegali e omicidi sono all’ordine del giorno, tutto questo è semplicemente un sottofondo del film-usando il linguaggio di Marx si potrebbe dire senz’altro che tutto ciò è semplice sovrastruttura del film. La base,la “struttura “del film, è di stampo psicologico – vitalistico; in questo capolavoro infatti emergono rapporti psicologico - esistenziali che lo caratterizzano dalla prima all’ultima scena.
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Questo film di Sergio Leone a mio avviso meglio di tutti centra l’obbiettivo del film in quanto film, ovvero riesce a coinvolgere lo spettatore rendendolo partecipe delle emozioni che i personaggi provano. Inoltre,grazie ad un cast d’eccezione e ad una sceneggiatura più che perfetta, riesce a trasportare lo spettatore nella realtà in cui gli avvenimenti hanno luogo. Ma c’era una volta in America è molto più di un film di gangster, perché se è vero ed innegabile che atti illegali e omicidi sono all’ordine del giorno, tutto questo è semplicemente un sottofondo del film-usando il linguaggio di Marx si potrebbe dire senz’altro che tutto ciò è semplice sovrastruttura del film. La base,la “struttura “del film, è di stampo psicologico – vitalistico; in questo capolavoro infatti emergono rapporti psicologico - esistenziali che lo caratterizzano dalla prima all’ultima scena. Da non sottovalutare inoltre il ruolo centrale e assolutamente spettacoloso della colonna sonora di Ennio Morricone, che per questo film a mio avviso ha superato se stesso: le sue musiche avvolgono ogni scena del film e l’accompagnano nel vortice di emozioni che tali scene suscitano nel cuore dello spettatore, tanto che affermo senz’altro che senza la colonna sonora di Morricone il film perderebbe in gran parte la sua stessa essenza. Le musiche del maestro di musica par excellence dicono l’indicibile, ovvero dicono le emozioni dei personaggi:”dove finiscono le parole,là soltanto comincia la vita”;così diceva il filosofo Feuerbach, con una frase che coglie perfettamente il senso della mia asserzione precedente. Potrei scrivere pagine e pagine sulle scene di questo film,poiché vi sono decine e decine di scene rimarchevoli, come quella della morte di Dominic,o ancora le scene di Noodles con l’amico Max o con l’amata Deborah. Ma sarebbe un fuoriuscire dal senso di questo mio commento. Ciò che qui mi interessa mettere a fuoco è la centralità del film nelle questioni che riguardano la vita, come l’amicizia e l’amore, le passioni e le volizioni, la povertà e la bramosia dell’arricchimento. Noodles è colui che riesce ad accontentarsi, a non voler “arrivare in cima” ad ogni costo come Max e Deborah - strepitosa in questo senso la frase rivolta all’amico: “a me piace la puzza della strada, mi si aprono i polmoni quando la sento..e mi tira anche di più” - questo perché per Noodles vi sono cose più importanti dei soldi e del potere: l’amicizia per Max e l’amore per Deborah. Questi invece, ossessionati “dall’arrivare in cima”, seguono il profumo dei soldi e del successo perdendo dalla vita l’essenza della vita stessa; entrambi infatti si accorgono dell’errore solo troppo tardi; solo allora capiscono di aver passato la vita senza averla vissuta. Tutto questo spettacolo di sensibilità, azione, profondità di pensiero e sentimenti non può a mio avviso che costituire il capolavoro assoluto del cinema,capolavoro che mai potrà – ne dovrà - essere dimenticato.
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