luciano
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mercoledì 4 febbraio 2004
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capolavoro
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Questo grandioso monumento alla memoria e alla nostalgia; questa affresco di vite seguite passo passo dall'adolescenza alla vecchiaia; queste esistenze vissute al massimo dei giri, tra donne, champagne, sparatorie, inseguimenti, miliardi; questa malinconica riflessione sulla vita che ci rende, alla fine, tutti perdenti, chi per una maniera chi per un'altra. Questo capolavoro pieno di pathos, di adrenalina, di poesia, di amori non ricambiati e per questo distruttivi, è un vero film-culto che non invecchierà mai perchè tocca le corde più intime dell'uomo, che procura, ogni volta chelo si rivede, le medesime calde emozioni e che ci dice che la vita - ogni vita - non è nè bella nè brutta, ma è una cosa che strugge il cuore.
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romolo
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sabato 28 gennaio 2006
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quando il cinema diventa arte
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CREDO CHE C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA SIA IL PIù GRANDE CAPOLAVORO CINEMATOGRAFICO DI TUTTI I TEMPI,NON SOLO PERCHè CI PROPONE UNA GRANDE STORIA DI AMICIZIA E DI AMORE MA PERCHè è UNA GRANDE RIFLESSIONE ARTISTICA SUL TEMPO E SULLA VITA......IL TEMPO CHE SCORRE IN MANIERA VELOCISSIMA......NOODLES PER 35 ANNI NON SI SA CHE FA......VITA PERDUTA,TEMPO PERDUTO!
è UN GRANDE AFFRESCO SUL BENE E SUL MALE,SULLA LOTTA DI QUESTI DUE....TRA NOODLES E MAX C'è DI PIù CHE UNA AMICIZIA,C'è QUALCOSA DI PIù PROFONDO....UNA LOTTA CONTINUA....CREDO CHE QUESTO CAPOLAVORO SIA UN AFFRESCO INCREDIBILE,INIMITABILE,STRAORDINARIO SUL SOGNO....IL FILM SECONDO ME è UN SOGNO DI DE NIRO CHE STA TUTTO PIENO D'OPPIO...HA IMMAGINATO UN PROBABILE FUTURO E CI HA FATTO EMOZIONARE PER IL PIù BEL FILM DELLA STORIA SOLO SOGNANDO.
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CREDO CHE C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA SIA IL PIù GRANDE CAPOLAVORO CINEMATOGRAFICO DI TUTTI I TEMPI,NON SOLO PERCHè CI PROPONE UNA GRANDE STORIA DI AMICIZIA E DI AMORE MA PERCHè è UNA GRANDE RIFLESSIONE ARTISTICA SUL TEMPO E SULLA VITA......IL TEMPO CHE SCORRE IN MANIERA VELOCISSIMA......NOODLES PER 35 ANNI NON SI SA CHE FA......VITA PERDUTA,TEMPO PERDUTO!
è UN GRANDE AFFRESCO SUL BENE E SUL MALE,SULLA LOTTA DI QUESTI DUE....TRA NOODLES E MAX C'è DI PIù CHE UNA AMICIZIA,C'è QUALCOSA DI PIù PROFONDO....UNA LOTTA CONTINUA....CREDO CHE QUESTO CAPOLAVORO SIA UN AFFRESCO INCREDIBILE,INIMITABILE,STRAORDINARIO SUL SOGNO....IL FILM SECONDO ME è UN SOGNO DI DE NIRO CHE STA TUTTO PIENO D'OPPIO...HA IMMAGINATO UN PROBABILE FUTURO E CI HA FATTO EMOZIONARE PER IL PIù BEL FILM DELLA STORIA SOLO SOGNANDO.IL FILM VERO è SOLO QUELLO DEI BAMBINI....IL RESTO è IMMAGINAZIONE...è UN ALTRO FILM......GRAZIE LEONE,GRAZIE DE NIRO,GRAZIE MORRICONE
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simone magli
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giovedì 16 aprile 2015
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indimenticabile
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Capolavoro emozionante che ti fa venire i brividi a visionarlo e a ricordarlo nel tempo, una volta visto.
La storia di formazione dei personaggi principali è la parte che più mi ha affascinato, assieme alla scenografia e all'iperespressività degli attori, in primis Bob De Niro.
La colonna sonora è meravigliosa e mette le ali alla poesia della varie scene.
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giorgioruggieri
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sabato 2 settembre 2017
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c'era una volta in america: ovvero un film totale.
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Se la carriera di Sergio Leone è costellata di grandi opere e di film che hanno lasciato in maniera indelebile una traccia nella storia del cinema, C'era una volta in America raprresenta certamente tra tutti il momento di massima espressione del regista romano. La cura maniacale per il dettaglio, la capacità narrativa ed il pathos che si resprira ad ogni inquadratura, ad ogni battuta pronunciata dai personaggi esprimono perfettamente la maturità dell'opera e del regista. Ancora una volta il connubilo Leone-Morricone, coppia ormai già collaudata, è capace di instaurare uno stretto legame tra immagine e musiche che ha pochi altri eguali nella storia del cinema.
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Se la carriera di Sergio Leone è costellata di grandi opere e di film che hanno lasciato in maniera indelebile una traccia nella storia del cinema, C'era una volta in America raprresenta certamente tra tutti il momento di massima espressione del regista romano. La cura maniacale per il dettaglio, la capacità narrativa ed il pathos che si resprira ad ogni inquadratura, ad ogni battuta pronunciata dai personaggi esprimono perfettamente la maturità dell'opera e del regista. Ancora una volta il connubilo Leone-Morricone, coppia ormai già collaudata, è capace di instaurare uno stretto legame tra immagine e musiche che ha pochi altri eguali nella storia del cinema. Un'esempio di ciò sono i due minuti di pellicola dedicati, tra musiche ed inquadrature, ad un bambino che messo di fronte ad un pasticcino cerca di resistere alla tentazione di mangiarlo, lo spettatore èinebriato da come una scena in apparenza così banale, possa trasformarsi in qualcosa di epico e solenne. Il contenuto dell'opera è senza dubbio complesso ed elaborato, la lunghezza della pellicola necessita attenzione da parte dello spettatore perchè quanto si mostra possa essere compreso in tutte le sue possibili forme di senso. Se il contenuto è tale, la forma attraverso cui esso emerge è il sigillo della genialità leoniana. I primi piani dei protagonisti, come per esempio il fotogramma conclusivo in cui Noodles sorride, oppure il primo piano di Max alla festa del Senatore Baily sono l'essenza dell'arte cinematografica, così come le inquadrature panoramiche ne sono la piena espressione. L'ampio ventaglio delle tematiche affrontate segna la netta differenza tra un capolavoro e un film tra gli altri. C'era una volta in America non racconta solo una storia, narra l'intera vita di un gruppo di amici dediti alla malavita, dalla loro infanzia alla vecchiaia. E' in questo contesto che le tematiche affrontate emergono nella loro netta drammaticità e rendono questo capolavoro un film Totale. A volte l'accostamento di momenti opposti che si susseguano in pochi minuti: la solennità di una corrispondenza d'amorosi sensi ad un desiderio amoroso non sopito che sfocia nella violenza sessuale, tende a rimarcare l'ampio ventaglio dei temi affrontati. L'amicizia, la fedeltà, il tradimento, l'amore, la violenza (nelle sue molteplici forme), il ricordo, il tempo perduto, la brama di potere, il denaro e la politica sono solo alcuni dei punti che emergono all'interno del film, affrontati con l'icasticità dei dialoghi tipica delle grandi opere. Il finale aperto a molteplici interpretazioni (ciò lascia una piacevole amarezza in bocca allo spettatore): da un lato la teoria del sogno, dall'altro quella per cui tutto sia realmente accaduto, ben rappresenta la forza di questa autentica opera d'arte, capace di darsi a molteplici forme di senso e di significato, senza mai dirci quale sia quello definitivo ed assoluto. Dunque con C'era una volta in America Leone raggiunge la consacrazione a genio della storia cinematografica.Ogni amante del cinema e dell'arte che si rispetti non può fare a meno nè prescindere da questo Capolavoro.
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(di riviera)
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marco
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venerdì 25 gennaio 2002
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vorticoso
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Emozioni contrastanti, ansia, paura, empatia, disprezzo, ma soprattutto tanta soddisfazione finale; come in un vortice, in una spirale che trascina verso il basso per poi far riemergere, questo film straniante fa perdere tutti i punti di riferimento (temporali, etici, culturali...).
La diacronia si perde in un'eterna sincronia in cui si fondono esperienza e allucinazione. Vita e Storia si intrecciano e confondono come in un romanzo di Garcìa Màrquez.
Non una lezione di cinema, ma solo di tecnica cinematografica: il resto è arte pura! Leone ci propone una visione contemporaneamente critica e infantile dell'America di "una volta", ma, a questoi punto, anche odierna.
Un film da cui lasciarsi trasprtare come da una corrente, in un viaggio onirico, eppure così reale, senza troppo sforzarsi di capire.
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Emozioni contrastanti, ansia, paura, empatia, disprezzo, ma soprattutto tanta soddisfazione finale; come in un vortice, in una spirale che trascina verso il basso per poi far riemergere, questo film straniante fa perdere tutti i punti di riferimento (temporali, etici, culturali...).
La diacronia si perde in un'eterna sincronia in cui si fondono esperienza e allucinazione. Vita e Storia si intrecciano e confondono come in un romanzo di Garcìa Màrquez.
Non una lezione di cinema, ma solo di tecnica cinematografica: il resto è arte pura! Leone ci propone una visione contemporaneamente critica e infantile dell'America di "una volta", ma, a questoi punto, anche odierna.
Un film da cui lasciarsi trasprtare come da una corrente, in un viaggio onirico, eppure così reale, senza troppo sforzarsi di capire.
Epico, tragico, grottesco e in un certo senso profetico è un film che intimorisce perchè cambia: mette in crisi la nostra capacità di difenderci, muta le nostre "strutture di plausibilità".
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eolo
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martedì 31 gennaio 2006
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capolavoro assoluto
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Quello di Leone è il cinema della memoria.Ma si tratta di una memoria particolare,che difficilmente potrebbe rientrare in una lineare ricostruzione del passato,in una puntigliosa rievocazione di passaggi,dolorosi e non.Leone non è uno storico, anche se fa della Storia con la "S" maiuscola il suo tema abituale.Il suo cinema è puro mito.Egli racconta la memoria mitica dell'uomo,quella terra dai confini indistinti,perennemente avvolti dalla nebbia in cui si sposano il reale e l'immaginario,mischiati al punto tale da fondersi e diventare una cosa sola.Il principio del cinema come fiaba dai contorni realistici trova in Leone uno dei suoi interpreti più ispirati,che raggiunge la compiutezza e la complessità,che andava inseguendo da anni, proprio nel suo ultimo film,"C'era una volta in America".
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Quello di Leone è il cinema della memoria.Ma si tratta di una memoria particolare,che difficilmente potrebbe rientrare in una lineare ricostruzione del passato,in una puntigliosa rievocazione di passaggi,dolorosi e non.Leone non è uno storico, anche se fa della Storia con la "S" maiuscola il suo tema abituale.Il suo cinema è puro mito.Egli racconta la memoria mitica dell'uomo,quella terra dai confini indistinti,perennemente avvolti dalla nebbia in cui si sposano il reale e l'immaginario,mischiati al punto tale da fondersi e diventare una cosa sola.Il principio del cinema come fiaba dai contorni realistici trova in Leone uno dei suoi interpreti più ispirati,che raggiunge la compiutezza e la complessità,che andava inseguendo da anni, proprio nel suo ultimo film,"C'era una volta in America"."C'era una volta in America" è una serie di avvenimenti reali o il sogno di un uomo in preda alla droga,che sublima in un attimo interminabile il ricordo del passato e l'invenzione del futuro?Ha un senso parlare di avvenimenti reali quando appare evidente che il mondo evocato dall'autore vive di finzione,di trasgressione poetica,di ricordi inventati?Cos'altro rappresenta la frammentazione temporale del film,se non l'immagine della memoria mitica,di qualcosa che appartiene a un uomo solo e all'umanità intera,di qualcosa che non è mai cominciato e che potrebbe non avere mai fine?Questo è un film dalle molte domande e dalle poche risposte;non perchè Leone non sia in grado di darne,ma perchè rendere troppo esplicita una vicenda come questa avrebbe significato banalizzarla,impoverirla.In questo modo il film vive di allusioni e accenni che creano una atmosfera di mistero,impalpabile e sospesa,alimentata dai vuoti della storia.
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aristoteles
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lunedì 27 luglio 2015
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c'era una volta sergio leone
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Bellissimo commovente ed emozionante capolavoro di Sergio Leone.
L'ambientazione e' una delle migliori mai viste e sembra di stare proprio li' ,nelle stradine della New York anni'20.
Le scene di azione sono di grande impatto ,crude e violente.
Tutto il periodo del proibizionismo viene raccontato con dovizia di particolari come le carriere crimanali degli interpreti.
Il film scorre sull'onda di forti sentimenti come l'amicizia ,l'amore,la condivisione,la malinconia ,ma raggiunge il suo apice raccontandoci il piu' grande dei tradimenti,quello che non ti aspetti,quello che fa male veramente.
Da vedere e rivedere,inferiore solo a Il Padrino
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step666
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lunedì 13 giugno 2016
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il capolavoro assoluto!!!
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C'era una volta in America non è un film, è IL film. Il Capolavoro di Leone, caposaldo del cinema internazionale, io che guardo film di ogni epoca, dai lumiere a oggi posso
dire con certezza che questo è uno di quelli più completi per regia, coerenza di trama, sceneggiatura, fotografia, recitazione (un grande De Niro all'epoca già consacrato 2 volte)e colonne sonore del maestro Morricone che sembrano prendere vita dal film stesso, un mix perfetto di tutto, uno dei film più completi sotto tutti i punti di vista, per non parlare del
montaggio (quello di leone) che ti porta in un finale tutt'altro che lineare e scontato che ancora oggi divide il pubblico tra una teoria e l'altra.
Un film che ripercorre malinconicamente tramite l'ellissi, il passato il
presente e futuro del protagonista Noodles e dell'America degli anni venti fino al post-proibizionismo ripercorrendo con nostalgia tramite mirate citazioni anche
classici film, musica e letteratura di un tempo.
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C'era una volta in America non è un film, è IL film. Il Capolavoro di Leone, caposaldo del cinema internazionale, io che guardo film di ogni epoca, dai lumiere a oggi posso
dire con certezza che questo è uno di quelli più completi per regia, coerenza di trama, sceneggiatura, fotografia, recitazione (un grande De Niro all'epoca già consacrato 2 volte)e colonne sonore del maestro Morricone che sembrano prendere vita dal film stesso, un mix perfetto di tutto, uno dei film più completi sotto tutti i punti di vista, per non parlare del
montaggio (quello di leone) che ti porta in un finale tutt'altro che lineare e scontato che ancora oggi divide il pubblico tra una teoria e l'altra.
Un film che ripercorre malinconicamente tramite l'ellissi, il passato il
presente e futuro del protagonista Noodles e dell'America degli anni venti fino al post-proibizionismo ripercorrendo con nostalgia tramite mirate citazioni anche
classici film, musica e letteratura di un tempo. Emergono inoltre temi quali amicizia, amore, sesso, intrighi e tradimenti.
La regia con ripetute scene e piani di orologi è sempre azzeccata e coerente al tema principale del tempo che passa, potrei fare mille riferimenti ma il più clamoroso per me resta l'orologio che fà avvicinare noodles e l'amico max nell'infanzia e che ritroveremo poi come se anche lui fosse invecchiato.
Un film inoltre che mantiene la sua veridicità proprio perche ispirato
all'autobiografia di un criminale realmente esistito David Aroonson appunto.
Un film perfetto in tutto che qualunque regista dovrebbe vedere, di gran lunga il mio preferito.
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cineofilo92
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domenica 30 aprile 2006
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un'opera monumentale e bella
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Inimitabile mafia - movie, veramente girato con una maestria impeccabile, strappalacrime, crudo, violento e efficace. L'impronta del "Leone" si vede eccome.
Dopo aver visto la versione integrale di quattro ore mi sono convinto della genialità di questo regista, che sa dirigere come pochi, ma sa anche accontentare ognuno, infatti il film anche se è un mafia - movie, è un miscuglio di altri generi (azione, commedia, drammatico, erotico).
Assolutamente da non perdere!
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nicolò
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sabato 2 giugno 2007
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un'epopea straordinaria di amore e violenza
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Tratto dal romanzo autobiografico "Mano armata" (1983) di Harry Grey, pseudonimo di David Aaronson. Sceneggiato dal regista con Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli, Franco “Kim” Arcalli e Franco Ferrini, è il meraviglioso canto del cigno di Sergio Leone che morì 5 anni dopo. Ambientata in una New York cupa e violenta, è la storia di un’amicizia virile che dura nel tempo: quella di Noodles (Robert De Niro) e Max (James Woods). Inizia negli anni ’20, quando i due sono ragazzini e già piccoli delinquentelli, prosegue nei ’30 quando Noodles, uscito di prigione, ritrova l’amico e tutte le vecchie compagnie. Ma le loro strade si dividono quando Max tradisce l’amico con l’amata Deborah (Elizabeth McGovern), ora diventata attrice, dalla quale ha un figlio.
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Tratto dal romanzo autobiografico "Mano armata" (1983) di Harry Grey, pseudonimo di David Aaronson. Sceneggiato dal regista con Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli, Franco “Kim” Arcalli e Franco Ferrini, è il meraviglioso canto del cigno di Sergio Leone che morì 5 anni dopo. Ambientata in una New York cupa e violenta, è la storia di un’amicizia virile che dura nel tempo: quella di Noodles (Robert De Niro) e Max (James Woods). Inizia negli anni ’20, quando i due sono ragazzini e già piccoli delinquentelli, prosegue nei ’30 quando Noodles, uscito di prigione, ritrova l’amico e tutte le vecchie compagnie. Ma le loro strade si dividono quando Max tradisce l’amico con l’amata Deborah (Elizabeth McGovern), ora diventata attrice, dalla quale ha un figlio. Nonostante il torto subito, a una festa Noodles si rifiuta di uccidere l’amico. Le danze si aprono e si chiudono in una fumeria d’oppio, nascosta dietro un teatro delle ombre - nel quale s’intravede, a seno scoperto, anche un’avvenente Olga Karlatos - in cui Noodles ricorda tutte le situazioni e gli avvenimenti principali della sua vita. Il presente non esiste: tutto il film è un lungo, grande flashback, che parte dal 1968 per arrivare a trent’anni prima, ma anche il 1968 si può considerare come un flash forward rispetto al 1933. Contributi tecnici di prim’ordine tra cui la colonna musicale di Ennio Morricone - riempita anche di brani famosi come “Amapola”, “Yesterday”, “Summertime”, “Night and Day”, “God Bless America”, persino “La gazza ladra” rossiniana nella sequenza dello scambio delle culle - e la fotografia dell’ottimo Tonino Delli Colli, con Leone già in Il buono, il brutto, il cattivo. Compagnia di attori straordinaria. 1° film di Jennifer Connelly. Per volere del produttore Arnon Milchan uscì negli USA anche una versione scorciata di 139 minuti che fu un fiasco tremendo.
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