Anno | 1971 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 122 minuti |
Regia di | Nino Manfredi |
Attori | Nino Manfredi, Mario Scaccia, Lionel Stander, Mariangela Melato, Paola Borboni Delia Boccardo, Véronique Vendell, Gianni Rizzo, Fausto Tozzi, Fiammetta Baralla, Enzo Cannavale, Tano Cimarosa, Gastone Pescucci, Ugo Adinolfi, Antonella Patti. |
Tag | Da vedere 1971 |
MYmonetro | 3,53 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 19 marzo 2021
Il protagonista, da piccolo, riceve un'educazione religiosa molto repressiva che identifica il sesso col peccato. Avvicinandosi la prima comunione non... Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto 2 Nastri d'Argento, ha vinto un premio ai David di Donatello,
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CONSIGLIATO SÌ
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Il protagonista, da piccolo, riceve un'educazione religiosa molto repressiva che identifica il sesso col peccato. Avvicinandosi la prima comunione non ha il coraggio di dire al confessore d'aver scorto la zia nuda e, sconvolto, precipita in un burrone. Uscito incolume dalla caduta, viene considerato un miracolato, consacrato a Sant'Eusebio e affidato a un convento di frati. Da adulto diventa venditore ambulante e, nei suoi viaggi, conosce un comprensivo farmacista libero pensatore che riesce a guarirlo dalla sua ossessione religiosa e che gli dà in sposa la figlia. Sul letto di morte, però, il farmacista accetta l'estrema unzione e il genero ripiomba in preda ai dubbi.
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La storia del cinema italiano, tra le tante vicende che ci ha raccontate, nasconde anche una sottile e tacita guerra tra due grandi: Alberto Sordi e Nino Manfredi.Due modi opposti di far pensare, far ridere, fare dramma. A mio avviso Manfredi, in questo suo film (anche le musiche sono sue) ha dimostrato di essere uno degli artisti più profondi ed interessanti del cinema italiano, spaziando in questo [...] Vai alla recensione »
Chi dell' "auto-morte" se ne intendeva, qualche tempo fa ci testimoniò che "Il suicida è come un carcerato che, nel cortile della prigione, vede una forca, pensa erroneamente che sia destinata a lui, evade nottetempo dalla sua cella, scende giù e s'impicca da sé". Un lontano 1971, quando crebbi, un tal Benedetto di Castro de' Volsci [...] Vai alla recensione »
Primo film di Nino manfredi come regista, e ottimo risultato! Il grande Nino, come molti, in gioventù ha avuto i suoi dubbi sulla Fede, soprattutto, in epoca preconciliare in cui il film è ambientato, dove l'educazione religiosa era molto rigida, specialmente per tutto ciò che riguardava il sesso, ritenuto in quel tempo uno dei peccati più gravi, in particolar modo nel [...] Vai alla recensione »
"Per grazia ricevuta"(Nino Manfredi, anche autore del soggetto e della sceneggiatura con Gigi Magni, Leonardo Benvenuti, Pietro De Bernardi, 1971)racconta di un uomo, che da ragazzo ha subito privazioni di ogni tipo , è stato educato in maniera repressiva e bigotta sul piano sessuale, oltre ad aver lavorato come manovale in un convento di frati, che però poi scopre amore e sesso [...] Vai alla recensione »
Con un film pieno di sottintesi, punti di riferimento esterni ed interni, Manfredi, in questo film d'inizio anni Settanta, poneva una serie di questione, relativa alla fede, anzi meglio alla religiosità miracolistica inerente a un certo modo di vivere il cattolicesimo, che l'attore-regista era arrivato a rifiutare(l'eventuale conversione"in articulo mortis"ha, notoriamente, [...] Vai alla recensione »
Con un film pieno di sottintesi, punti di riferimento esterni ed interni, Manfredi, in questo film d'inizio anni Settanta, poneva una serie di questione, relativa alla fede, anzi meglio alla religiosità miracolistica inerente a un certo modo di vivere il cattolicesimo, che l'attore-regista era arrivato a rifiutare(l'eventuale conversione"in articulo mortis"ha, notoriamente, [...] Vai alla recensione »
Tragicomico Film con moltissime chiavi di lettura che descrive una società Italiana ancora attuale. Negativi effetti sulla psciche umana di una serie di fortunati eventi forzatamente legati alla religione.
All'epoca Per grazia ricevuta era un film che nessuno voleva vedere distribuito perchè trattante tematiche scomode ma ancora oggi bisogna ringraziare quel grande genio di Nino Manfredi che volle vederlo fortemente nelle sale e tutt'ora è uno dei più grandi successi al botteghino
I Pink Floyd, che non abbisognano di presentazione, definirono il loro “The wall” a ragione, un'opera rock. Di pari entità e valore in tal senso, può definirsi “Per grazia ricevuta” che nel 1971 per la regia di Nino Manfredi ha ricevuto, con meritato orgoglio, il premio “Opera prima” a Cannes.
Fu un grande tassello, un'altra gemma da aggiungere ai posteri dell'arte. Un film autobiografico trattato con grande maestria drammatica ironia e senza ipocrisia. L'estrema bravura del grande artista completa il quadro di un racconto che la fotografia e l'ambientazione rendono magico.
Per me, questo film, non ha paragoni e non solo per il soggetto, la sceneggiatura, i costumi, la comicità, drammaticità, religiosità, l'interpretazione degli attori e attrici, la completezza in ogni sua argomentazione che non lascia niente al caso... Il film ha un filo logico e perseverante dall'inizio alla fine e non lascia proprio niente di niente al caso.
Agli albori degli anni '70 finalmente fu possibile girare film su certi argomenti prima di allora considerati tabù. Con "Per grazia ricevuta", Nino Manfredi ci offrì una bellissima opera cinematografica sui dubbi umani, sulle "crepe" della religiosità e della bigotteria, ma anche su certe debolezze dell'ateismo e del libertinaggio, se notiamo bene.