Anno | 1958 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Camillo Mastrocinque |
Attori | Magali Noël, Titina De Filippo, Jorge Mistral, Oreste Lionello, Pina Gallini, Virgilio Riento Eduardo Passarelli, Mario Siletti, Michele Malaspina, Nando Bruno, Mario Riva, Memmo Carotenuto, Franco Fabrizi, Giacomo Furia, Yvette Masson, Alberto Talegalli, Ivy Holzer, Maria Fiore, Rossella D'Aquino, Celina Cely, Lina Tartara Minora. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 30 marzo 2015
L'attrice Magali Noël, conosciuta per il ruolo di Gradisca in Amarcord di Federico Fellini, è qui la protagonista femminile.
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CONSIGLIATO NÌ
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Yvette ha lasciato la Francia per cercare fortuna in Italia dove ha trovato lavoro in una scalcinata compagnia di avanspettacolo i cui proprietari vorrebbero che fosse 'gentile' con i gestori delle sale. Yvette però non accondiscende e vede come un'inattesa opportunità il potersi esibire in una cittadina di campagna dove la compagnia viene ingaggiata per promuovere la neo scoperta sorgente di acqua minerale solforosa. La sua presenza suscita però più di un risentimento tra le ragazze del luogo ma anche l'attenzione di Umberto che vende abiti e stoffe nei mercati locali.
Camillo Mastrocinque ha all'attivo innumerevoli successi di botteghino (i più recenti con al centro Totò) quando dirige questo film in cui Magali Noël (dopo esperienze anche importanti nel cinema francese come quelle con René Clair e Sacha Guitry) fa il suo esordio in Italia al centro di una vicenda che descrive un Paese sullo spartiacque tra civiltà contadina e inizio del boom in arrivo.
Perché la giovane donna che sta per gettarsi in un fiume, vinta dalla più totale disillusione nei confronti di un mondo maschile che le chiede solo di essere disponibile per le proprie voglie, cerca la serenità in una realtà ancora legata alla terra in cui gli abitanti credono di aver trovato il filone d'oro grazie a un'acqua sulfurea. Mastrocinque è molto abile nel disegnare e sottolineare (anche con dettagli sui gesti apparentemente più insignificanti) l'ignoranza, la diffidenza che ne deriva ma anche la generosità spontanea di un piccolo mondo che nel finale vedrà il proprio trionfo ma anche l'inizio della propria dissoluzione.
Trova in particolare in Titina De Filippo l'interprete perfetta per proporre la sintesi tra questi due mondi, con la sua irruente brama di denaro unita a una singolare disponibilità all'aiuto nei confronti di chi avverte come più fragile e a una capacità di leggere nel profondo dell'animo. Non manca (e non poteva mancare all'epoca) una frecciata per i 'milanesi' che, a differenza dei 'parigini', non costituivano una chimera per la gente del Sud.