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Ultimo aggiornamento lunedì 10 dicembre 2018
Per uscire dalla dipendenza un giovane cerca rifugio in una comunità sulle montagne . Il film è stato premiato al Festival di Berlino, ha ottenuto 1 candidatura a Cesar,
CONSIGLIATO SÌ
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Thomas ha 22 anni ed è tossicodipendente. Nel tentativo di uscire dal circolo vizioso della droga raggiunge una comunità di ex tossidodipendenti che vivono isolati in montagna lavorando ed utilizzando la preghiera come forma di terapia. Inizialmente restio ad accettare le rigide regole della comunità, Thomas progressivamente vi aderisce scoprendo la dimensione della fede ma anche quella dell'amore per una persona dell'altro sesso.
In tempi di giuste e più che doverose campagne sulla pedofilia in ambito ecclesiastico si poteva pensare, dinanzi a un film che tratta di giovani in una comunità religiosa, che si tornasse ad affrontare il tema da un'angolazione diversa. Nulla di tutto ciò.
Cedric Kahn che, per sua stessa ammissione, non è né credente né ha avuto forme di tossicodipendenza, affronta entrambe le tematiche con grande misura dando la sensazione di averle approfondite molto prima di mettersi a girare. Se si vuole il difetto del film sta nell'essere quasi frenato nei confronti della materia dando a tratti l'impressione del documentario più che della fiction. Detto ciò ne vanno riconosciuti i pregi. Che risiedono innanzitutto nella fisicità e nello sguardo puro di Anthony Bajon che regala al suo personaggio tutte le tensioni ma anche le speranze di un ragazzo che ha conosciuto l'abisso dell'eroina e ora si aggrappa, con fatica e anche con inevitabili improvvisi rifiuti, a una possibilità che diventa speranza.
L'agnostico Khan non ridicolizza mai, come altri invece avrebbero fatto, i momenti di preghiera così come non descrive mai i responsabili della comunità come degli acritici credenti in qualcosa che non esiste. Fa anche di più accompagnandoci nella crescita di Thomas che, avendo scoperto la preghiera e la dimensione della fede, si autoconvince di poter diventare sacerdote.
Con la penuria di vocazioni che affligge il mondo cattolico ci si sarebbe potuti attendere rappresentanti del clero pronti ad accogliere a braccia aperte la pecorella smarrita che vuole farsi pastore. Invece, a partire dall'anziana suora fondatrice della comunità (un Hanna Schygulla dallo sguardo irradiante pace interiore) per arrivare al prete che interroga il ragazzo sulle sue più profonde intenzioni non semplificano nulla e cercano invece di distinguere tra infatuazione e vocazione. Perché Thomas ha imparato i salmi a memoria ma forse ha anche letto, anche se non viene detto nel film, il Cantico dei Cantici che, non dimenticando Dio, esalta il rapporto tra l'uomo e la donna. "Bruna sono ma bella" recita il primo verso. Thomas, liberato dalla schiavitù della droga, dovrà scegliere a quale dei due amori dedicare la propria vita.