Titolo originale | Yardie |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Idris Elba |
Attori | Aml Ameen, Akin Gazi, Mark Rhino Smith, Fraser James, Naomi Ackie Deepak Anand, Fran Targ, Tolu Ogunmefun, Shantol Jackson, Philips Nortey, Antwayne Eccleston, Rayon McLean, Sheldon Shepherd, Christopher Daly, Reshawna Douglas, Alexandra Vaz, Chris-Ann Fletcher, Paul Haughton, Everaldo Creary, Carol Lawes, Raheim Edwards, Sean Lyn, Dave Hart, Johann Myers, Jumayn Hunter, Alistair Cope, Calvin Demba, Duramaney Kamara, Adnan Mustafa, Riaze Foster, Micah Williams, Tanika Bailey, Stephen Graham, Derek Lea, Myla-Rae Hutchinson-Dunwell, Nadine Marshall, Eddie Nestor, Rachel Sophia-Anthony. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,99 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 23 febbraio 2018
Un giovane giamaicano assiste all'uccisione del fratello. Dopo diverso tempo l'assassino si rifarà vivo a Londra.
CONSIGLIATO SÌ
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Giamaica, 1973. D, che sta per Dennis, assiste alla morte di suo fratello, Jerry, durante una dancehall che aveva creato per cercare di portare la pace tra le gang rivali del ghetto. Dieci anni dopo, D si trasferisce a Londra dove vivono sua moglie Yvonne e sua figlia, ma il fantasma del fratello gli riappare costantemente. Portando dalla Giamaica un pacco di cocaina per il boss della notte dell'East London, D si inserisce in un giro pericoloso dove si ritrova faccia a faccia con il passato. La vendetta sembra l'unica soluzione per ritrovare la strada persa.
Dimessi i panni da prestigioso avvocato in Molly's Game, Idris Elba debutta nel suo primo film da regista presentato nella sezione Panorama della Berlinale 2018.
L'attore nato a Londra da padre immigrato della Sierra Leone e madre del Ghana, volto del celebre poliziotto della serie tv Luther, passa dietro la telecamera per raccontare la Giamaica dei primi anni '70 e l'immigrazione giamaicana a Londra, che viene appunto definita in modo dispregiativo "Yardie". Tratto dal romanzo del 1992 di Victor Headley, Yardie apre uno squarcio sulla cultura reggae che a Kingston negli anni '70 sembrava l'unico veicolo di pace in un ghetto in cui le gang rivali si sfidavano a costo della vita degli altri. "No more war in the ghetto" era il motto di Jerry, sparato mentre cantava per la pace.
Il trauma della morte dell'unico membro della famiglia diventa il tormento della vita di D., specchio di una cultura divisa tra gli ideali pacifisti e l'atteggiamento vendicativo della sottocultura di gang e droga. Yardie, dunque, risuona come una storia epica di vendetta in una comunità che lotta per i propri diritti e sfoga nella violenza tutta la propria disperazione. Yardie, però, è anche il percorso di formazione del ragazzino senza famiglia, che una volta arrivato a Londra si ritrova nelle stesse dinamiche del ghetto di Kingston,e infine, anche una felice storia di riscatto. Un film delicato nonostante tanto sangue.
Particolarmente riuscito nell'ambientazione della Giamaica e della Giamaica a Londra, Yardie ricrea perfettamente l'atmosfera della vita di strada, dei quartieri poveri, dei sottomondi underground che si spartivano la capitale britannica degli anni '80 al di là di ogni controllo. Il romanzo, dunque, rimane l'ossatura del film ma il regista si mostra estremamente abile in questo mondo di rastafari in cui si muove con grande libertà. Idris Elba ammette di essersi ispirato a The Harder They Come, film fondamentale sulla Giamaica, a tutto il reggae che suo padre suonava sempre a casa, e a Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese soprattuto per la presentazione dei personaggi.
Ma in fondo Elba si è lasciato guidare dalla conoscenza della Londra in cui è nato e cresciuto. La sua passione per il reggae, la sua vita parallela da dj, l'influenza di quell'immigrazione giamaicana che conosce bene pur non facendone parte hanno portato il regista a immedesimarsi totalmente nel personaggio di D. Girato a Hackney, Yardie dunque traccia la geografia di quell'East London di delinquenza, violenza e grigiore. Lo slang giamaicano misto all'accento londinese ritma l'andamento scattante di una storia che solo nel reggae sembra prender pace e ritrovare il sole del Paese lontano.