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Ultimo aggiornamento venerdì 6 ottobre 2017
Marie Heurtin nasce sorda e cieca, e quindi incapace di comunicare. L'incontro con Suor Marguerite le cambierà la vita.
CONSIGLIATO SÌ
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Quando la piccola Marie - sorda, muta e cieca - arriva in convento, Suor Marguerite capisce subito che la sua missione è quella di trasformare Marie da una piccola selvaggia a un essere umano capace di comunicare con gli altri. Solo dopo notevoli sforzi Marguerite comincia a vedere i frutti del suo operato, ma nel frattempo si aggrava la sua malattia: che ne sarebbe di Marie se Marguerite dovesse morire?
Il confronto con Il ragazzo selvaggio di Truffaut non viene schivato, bensì affrontato frontalmente da Jean-Pierre Améris. Il regista non cerca nuove soluzioni in questo senso, si affida alla tradizione francese e alla sua periodica rielaborazione dei dettami di Jean-Jacques Rousseau, in forme sempre nuove.
La vicenda di Marie Heurtin, basata su fatti reali avvenuti tra il XIX e il XX secolo, si presenta come esemplare per il percorso di evoluzionismo comoportamentale che porta un animale in cattività a diventare una ragazza a modo e insieme per il discorso spirituale alla base dell'opera di Améris. Marie, come tutti, si interroga sull'esistenza di Dio, ma più di tutti ha ragione di chiedersi perché agisca così, privando dei sensi taluni o di una vita lunga e felice talaltri; ma contemporaneamente è più agevolata di tutti nel vedere Dio e nell'accettare la sua esistenza, vivendo in un mondo privato della vista (e quindi dell'inganno della stessa). Per Marguerite, infine, la coraggiosa suora-tutrice che non si arrende mai, Marie è l'occasione di dare un senso alla propria esistenza e di accettare l'idea di una dipartita prematura, comprendendo l'oscuro disegno divino; la potenza del Fine è tale da infondere speranza nelle situazioni più estreme, d'altronde, e su questo Améris gioca fino in fondo le proprie carte.
Un cinema di attori - straordinarie entrambe le interpretazioni, specie di Isabel Carré, e la fisicità degli scontri tra le due protagoniste - e di contenuti, più che di regia in senso stretto, quello di Améris, che non disdegna di affrontare di petto gli stereotipi (la Madre Superiora che pare un mix di una lunga galleria di figure analoghe, da Qualcuno volò sul nido del cuculo a Magdalène) e non teme l'eccesso in senso consolatorio, con tanto di carrello che si trasforma in plongée sul finale per enfatizzarne l'impatto emotivo. Cinema medio che si attesta appena sopra l'analogo televisivo ma che sa dare al suo pubblico ciò che questo chiede, fatto non trascurabile.
E 'difficile immaginare come sia vivere in un modo senza suoni e senza immagini. Con questa pellicola il regista Jean-Pierre Ameris presenta la storia di Marie Heurtin, nata nel 1885 in una casa di contandini in mezzo alla meravigliosa campagna francese che fino all'età di 10 anni vive la libertà nella forma più primitiva, ma limitata dal buio delle sue incapacità [...] Vai alla recensione »
Siamo agli inizi del 1900, Marie è nata sorda e cieca, incapace di comunicare vive in una condizione animalesca. I genitori, che ben poco riescono a fare per lei, decidono di affidarla ad un istituto religioso, dove la giovane suora Marguerita decide di dedicarsi a lei. Nonostante una malattia che la rende cagionevole di salute, si impegna in una vera e propria lotta fisica per riuscire nel [...] Vai alla recensione »
Non scrivo mai recensioni sui film che vedo, ma questa volta voglio farlo! Anzitutto giudizio pienamente positivo su interpretazione, fotografia, colonna sonora. Storia convincente, narrata in modo semplice che va avanti senza mai annoiare dall'inizio alla fine! Ma soprattutto il film riesce a raccontare in maniera sorprendente ciò che si può definire con il termine di carità cristiana, cioè l'amore [...] Vai alla recensione »
L'aneddoto evoca quello del ragazzo selvaggio, da cui nel 1970 Truffaut ricavò un bel film "rousseauiano". Come quella, anche questa è una storia autentica ambientata nel XIX secolo; solo che Marie Heurtin è un'adolescente esclusa dal mondo perché sorda e cieca, apparentemente priva di qualsiasi possibilità di comunicare con l'esterno. Apparentemente.
Che cosa "sente" un sordocieco? In che mondo vive chi avverte solo bagliori e rumori confusi? Come può comunicare? Indagando sul tema Herzog ci diede uno dei suoi docu più estremi e sconvolgenti, Nel paese del silenzio e dell'oscurità. Améris sceglie la finzione per rievocare la vera storia della figlia di un artigiano che a fine '800 fu affidata alle monache dell'istituto di Larnay (tuttora funzionante), [...] Vai alla recensione »
Toccante, ma piatto dramma in costume, la storia vera di un'infelice creatura e del suo dolce angelo custode. A fine Ottocento è la giovane suor Marguerite a prendersi cura della piccola ribelle Marie. Tra le coetanee sorde del convento, ha un altro handicap, è anche cieca. Ma la sua cocciuta tutrice si batte contro lo scetticismo generale per farla comunicare con gli altri.