L'incontro con la monaca fa pensare a Truffaut
di Roberto Nepoti La Repubblica
L'aneddoto evoca quello del ragazzo selvaggio, da cui nel 1970 Truffaut ricavò un bel film "rousseauiano". Come quella, anche questa è una storia autentica ambientata nel XIX secolo; solo che Marie Heurtin è un'adolescente esclusa dal mondo perché sorda e cieca, apparentemente priva di qualsiasi possibilità di comunicare con l'esterno. Apparentemente. Perché quando viene accolta in un istituto presso Poitiers dove le monache si prendono cura di giovani sordomute, suor Margherita sfida lo scetticismo della madre superiora e le continue ribellioni di Marie riuscendo, con infinita pazienza, a introdurla al linguaggio dei segni. A priori si potrebbe temere un film noioso; e invece non è affatto così. Con umiltà e modestia, Jean-Pierre Améris racconta una storia d'amore la cui cifra è un assoluto pudore. La regia è fatta di inquadrature essenziali e piene di (umana) grazia. Religiosa in tonaca azzurra, Isabelle Carré offre un'interpretazione luminosa.
Da La Repubblica, 3 marzo 2016
di Roberto Nepoti, 3 marzo 2016