tanaka san
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lunedì 19 gennaio 2015
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il miracolo delle parole mai dette
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E 'difficile immaginare come sia vivere in un modo senza suoni e senza immagini. Con questa pellicola il regista Jean-Pierre Ameris presenta la storia di Marie Heurtin, nata nel 1885 in una casa di contandini in mezzo alla meravigliosa campagna francese che fino all'età di 10 anni vive la libertà nella forma più primitiva, ma limitata dal buio delle sue incapacità. L'amore incondizionato dei genitori purtroppo non basta a crescere una bambina con tali difficoltà, la quale viene portata nel convento delle suore di Larnay. Il primo incontro è turbolento, la bimba percepisce l'imminente distacco dal suo affezionato padre e in preda al panico si rifugia sopra un albero.
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E 'difficile immaginare come sia vivere in un modo senza suoni e senza immagini. Con questa pellicola il regista Jean-Pierre Ameris presenta la storia di Marie Heurtin, nata nel 1885 in una casa di contandini in mezzo alla meravigliosa campagna francese che fino all'età di 10 anni vive la libertà nella forma più primitiva, ma limitata dal buio delle sue incapacità. L'amore incondizionato dei genitori purtroppo non basta a crescere una bambina con tali difficoltà, la quale viene portata nel convento delle suore di Larnay. Il primo incontro è turbolento, la bimba percepisce l'imminente distacco dal suo affezionato padre e in preda al panico si rifugia sopra un albero. Solo la coraggiosa Marguerite si avvicina con cautela alla creatura impaurita. Il contatto delle loro mani, del volto, fanno trapelare l'inizio di un rapporto di amore e di fiducia. Malgrado l'opposizione della suora madre superiore, con quasi ingenua testardaggine accoglie Marguerite la bambina in convento. Inizia così la missione di Marguerite di illuminare con il sapere l'oscurità del mondo da cui Marie non è mai potuta uscire. Nonostante l'ostinazione di Marie, Marguerite non si arrende e piano piano le insegnerà che per ogni cosa esiste un nome attraverso il quale le persone possono comunicare, le insegnerà così a diventare parte di una collettività, dove vivrà le gioie degli affetti e i dolori delle perdite. Un film riflessivo che ci ricorda quanto spesso diamo per scontato l'importanza delle parole che non sono solo suoni ma sono anelli di una catena che ci lega gli uni con gli altri.
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stefano capasso
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venerdì 24 maggio 2019
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fede e amore qualità qualità materiali
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Siamo agli inizi del 1900, Marie è nata sorda e cieca, incapace di comunicare vive in una condizione animalesca. I genitori, che ben poco riescono a fare per lei, decidono di affidarla ad un istituto religioso, dove la giovane suora Marguerita decide di dedicarsi a lei. Nonostante una malattia che la rende cagionevole di salute, si impegna in una vera e propria lotta fisica per riuscire nel suo intento.
Marie Heurtin mette in scena la forza della fede e dell’amore, raccontando una storia di grande umanità. Usa un linguaggio che mette in primo piano i corpi, con le lunghe e ripetute colluttazioni che avvengono tra le protagoniste, come a dire che la fede e la volontà di operare per il bene sono prerogative innanzitutto materiali, pratiche.
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Siamo agli inizi del 1900, Marie è nata sorda e cieca, incapace di comunicare vive in una condizione animalesca. I genitori, che ben poco riescono a fare per lei, decidono di affidarla ad un istituto religioso, dove la giovane suora Marguerita decide di dedicarsi a lei. Nonostante una malattia che la rende cagionevole di salute, si impegna in una vera e propria lotta fisica per riuscire nel suo intento.
Marie Heurtin mette in scena la forza della fede e dell’amore, raccontando una storia di grande umanità. Usa un linguaggio che mette in primo piano i corpi, con le lunghe e ripetute colluttazioni che avvengono tra le protagoniste, come a dire che la fede e la volontà di operare per il bene sono prerogative innanzitutto materiali, pratiche. Altrettanto importante è il momento del distacco, doloroso e necessario, dove chi aveva portato per mano l’altro deve ora imparare a farsi prendere per mano da chi aveva condotto; evenienza questa tutt’altro che scontata. Tratto da una storia vera, il film non si lascia andare a facili retoriche o sentimentalismi e può contare a tratti di una suggestiva fotografia.
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