Titolo originale | Odcházení |
Anno | 2011 |
Genere | Commedia drammatica |
Produzione | Repubblica ceca |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Václav Havel |
Attori | Josef Abrhám, Dagmar Havlová, Vlasta Chramostová, Eva Holubová, Tatiana Vilhelmová Jirí Lábus, Oldrich Kaiser, Barbora Seidlová, Stanislav Zindulka, Jirí Machacek, Stanislav Milota, Václav Havel. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 1 febbraio 2012
Vilém Rieger è stato a lungo cancelliere del proprio Paese. Ora ha perso l'incarico e sta per perdere anche l'imponente villa in cui ha vissuto durante il mandato. Al Box Office Usa Leaving ha incassato 13,4 mila dollari .
CONSIGLIATO SÌ
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Vilém Rieger è stato a lungo cancelliere del proprio Paese. Ora ha perso l'incarico e sta per perdere anche l'imponente villa in cui ha vissuto durante il mandato. Lo attorniano la compagna Irena con l'amica Monika, sua madre, la giovane figlia Suzana, un maggiordomo e un consigliere politico infido. Rieger sembra non rassegnarsi alla sconfitta mentre è impegnato a gestire un'insidiosa intervista con uno scalcagnato reporter e gli assalti, neppure troppo velati, del suo avversario politico. Unica consolazione l'ammirazione di una studentessa che ha studiato a fondo le sue teorie.
Vaclav Havel, intellettuale e drammaturgo, è stato come è noto il motore della cosiddetta Rivoluzione di Velluto che portò alla caduta del comunismo in Cecoslovacchia senza produrre perdite umane nel 1989 divenendo poi il primo Presidente della Cecoslovacchia democratica e successivamente della Repubblica Ceca dopo la separazione dalla Slovacchia. Poco prima di morire all'età di 75 anni aveva finito di realizzare il suo primo film tratto da una piece teatrale da lui scritta nel 2007 e portata sulle scene ceche nell'anno successivo.
Se si deve giudicare da questo testo che non può essere definito altrimenti che commedia drammatica, il politico Havel non aveva una grande stima del mondo che aveva conosciuto bene. Degli abitanti della villa (di cui non vediamo mai l'interno) nessuno si salva. L'anziano cancelliere Rieger vive di aneddoti, frasi fatte e souvenir donatigli dai grandi della Terra (che però ora lo Stato pretende per sé). Compagna e madre sono ormai fuori tempo e anche fuori moda. Chi invece è ben inserito nel presente sono le due figlie. La più giovane sempre con computer e telefonino in mano e auricolari inseriti e la più grande, pronta a pretendere un testamento che la favorisca immediatamente. Non va meglio con uno pseudo giornalista che fa domande politiche ma è interessato solo al gossip nonché con il nuovo eletto, tanto inconsistente quanto determinato nell'appropiarsi di incarichi e beni. L'unica speranza sembra potersi riporre in una giovane e bella fanciulla che ammira Rieger ma anche lei...
Havel (che si riserva un'ironica entrata in scena in chiusura) sembra ispirarsi cinematograficamente a tutto un filone di cinema dell'Est dei tempi d'oro che fondeva il realismo delle tematiche con elementi astratti e talvolta surreali. La villa battuta dal temporale, il giornalista pluriingessato, la pozza d'acqua o il piccolo macigno da evitare fino alla ragazza che sembra camminare sull'acqua sono solo alcuni degli elementi (insieme ai costumi) che ci parlano di un passato che non vuole accettare di diventare tale e di un presente il cui vuoto è pneumatico. Lo fa con lo sguardo disincantato di chi ha combattuto un regime oppressivo ma non vede nella 'democratica' realtà attuale i risultati che aveva sperato e per i quali ha speso la propria vita.