Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Spagna, Italia |
Durata | 88 minuti |
Regia di | Christian Molina |
Attori | Fergus Riordan, Ben Temple, Andrew Tarbet, Jo Kelly, Danny Glover, Robert Englund Valeria Marini, Cassandra Gava, Josephine Barnes, Joan Hostench, Luke Denton, Cameron Antrobus, Thomas Riordan. |
Uscita | venerdì 14 ottobre 2011 |
Distribuzione | Iris Film Distribution |
MYmonetro | 2,14 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 13 ottobre 2011
Quando il piccolo Alex riceve in regalo una TV scopre un mondo nuovo ed eccitante che cambia il suo modo di vedere la vita.
CONSIGLIATO NÌ
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Alfa Centauri, stella luminosa nel buio della notte, promette ad Alex una gloriosa carriera da astronauta. I suoi genitori, distratti e non ancora del tutto adulti, accontentano le richieste del bambino e gli riempiono la camera da letto di giochi 'spaziali'. Ma tra le mura della stanza non sono accatastati solo grumi di svaghi e passatempi; accovacciato alla finestra o disteso per terra a sonnecchiare vive anche il capitano Harry, l'amico immaginario di Alex. Quando la madre partorisce due gemelli, l'equilibrio della casa si spezza e Alex comincia a sentirsi messo da parte. Il padre, per attenuare il suo isolamento e sentirsi meno in colpa gli compra una televisione e la mette in camera, di fronte al letto. Sequenze e documentari sui militari in guerra e la comparsa di un cattivo caporale (anche lui immaginario), trasformano il ragazzo in un bulletto arrogante che sogna ancora il luccichio delle stelle, ma solo quelle delle medaglie al valore militare.
Sebbene il tema - l'influenza negativa della televisione sui bambini - sia di drammatica attualità, il film di Christian Molina non riesce a c'entrare il punto. Che è il fatto che genitori non cresciuti, spesso, credono di poter dare la responsabilità di accudire e intrattenere i propri figli a chi gestisce i programmi del piccolo schermo, come se cartoni animati e servizi sulla guerra in Afghanistan fossero la stessa cosa. Il bambino, lasciato senza guida di fronte a uno zapping forsennato, rischia di non capire la differenza tra bene e male. Un problema complesso che il film banalizza fin dai primi fotogrammi, probabilmente inseguendo la volontà di farsi capire da più spettatori possibili.
L'idea di Alex di diventare un soldato, non tanto per difendere la patria ma per il motivo più gretto di prevaricare sull'altro, arriva di colpo e senza apparente via di ritorno, né dubbi né incertezze. Più che un sogno, una missione. Ma i genitori non ci trovano nulla di strano e soprassiedono anche alla croce celtica sopra la testiera del letto, al manifesto con il simbolo delle SS e alla decisione di Alex di indossare ogni giorno grossi anfibi con la punta di ferro. Rimangono inermi di fronte a un'oasi di cimeli che inneggiano al nazismo e, ciechi senza orecchie per ascoltare, perdono la propria identità per trasformarsi in beceri burattini di un teatro umano miserevole. E il problema è tutto lì: nella radicalizzazione di un atteggiamento negativo i personaggi interpretati dai genitori (rigido Andrew Tarbet, più nella parte Jo Kelly) perdono credibilità e verosimiglianza. La loro caratterizzazione manca di sensibilità morale, un paradosso se, come in questo caso, il film si impone allo spettatore con toni pedantemente educativi.
Prodotto, tra gli altri, anche da Valeria Marini (che si ritaglia il piccolo ruolo della professoressa di Alex), I Want to Be a Soldier si inserisce nel genere del dramma didascalico. La formula narrativa in questione, per definizione rischiosa perché facilmente influenzabile da retorica e sensazionalismo, è qui una struttura traballante nei contenuti ma più solida nella forma. L'eccezionale prova d'attore del giovane Fergus Riordan e l'estetizzante impianto visivo reggono l'attenzione dello spettatore ma la sceneggiatura barcolla e appare chiaro che, a voler demonizzare ostinatamente qualcosa, in questo caso la piattezza della televisione, il film sia finito a sfruttarne gli stessi mezzi espressivi.
I WANT TO BE A SOLDIER disponibile in DVD o BluRay |
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"I want to be a soldier" e' un lavoro che andava fatto ed e' principalmente diretto ai genitori che hanno figli in quella fascia d'eta'. Ma credo che sia uno di quei film che vanno visti anche nelle scuole per sensibilizzare su un argomento troppo sottovalutato, specialmente dei nostri giorni: La violenza, e come questa viene banalizzata dalla tv e videogame.
Un bambino aperto. . . " E’ un bambino che sa accogliere, che sa aprirsi agli altri e sa porre domande a chi gli sta intorno. E’ un bambino che prova piacere nel dare e nel ricevere, nello scoprire e nel conoscere, un bambino curioso di tutto. E’ un bambino felice di vivere, che esprime i suoi desideri senza timori, senza dubbi, senza sensi di colpa, che si sottrae al [...] Vai alla recensione »
Film sulle nefaste conseguenze che possono colpire i giovani se poco seguiti e controllati da genitori assenti o mai maturati. Un pò portato all'estremo per ciò che riguarda alcune situazioni ma interessante nel suo intento didascalico. Ottima l'interpretazione del ragazzino protagonista.
Film sull'influenza della tv sui ragazzi, in particolare su Alex, che da essa sarà spinto a voler diventare soldato da grande. La tv ci trasmette il mito del soldato, ma non la crudeltà della guerra, che Alex apprenderà quando vedrà le madri che piangono la morte dei loro figli. Allora ci sarà un cambiamento in lui.
In questo film ci ho trovato uno sguardo originale, inquietante, surreale, volutamente sopra le righe, che ci da uno spaccato sulla incapacità genitoriale del nostro tempo e il conseguente vuoto che lascia spazio nelle personalità acerbe dei bambini alla sedimentazione selvaggia di tutto ciò a cui attingono tramite media e videogiochi, la violenza innanzitutto.
Mi aspettavo un film decisamente più bello, idea molto interessante ma sviluppata male: da una scena all'altra il bambino si trasforma in un "soldato" vestendosi in mimetica e indossando anfibi militari....i genitori non si accorgono di niente... non so, un cambiamento troppo radicale, andava sviluppato meglio il passaggio da "astronauta" a "soldato".
proviamo a vedere questo film come le fasi di crescita di un bambino alle prese con le varie tentazioni e i vari miti visti e suggeriti da una tv senza retorica ,ma sopratutto la crisi esistenziali dei primogeniti che non sono più tali quando hanno dei fratelli,quasi tutti abbiamo passato questa fase,nella quale non siamo più i cocchi di mamma e papà ma per causa maggiore siamo [...] Vai alla recensione »
Il meglio del film è la Marini (e ho detto tutto!) Ma nemmeno le sue curve riscattano un film di una piattezza incredibile.
Il decenne Alex è già accontentato in tutto e per tutto dai genitori, ma quando nascono due fratellini gemelli gli viene addirittura assegnato un apparecchio tv da piazzare di fronte al letto della sua cameretta. Lo sviluppo tematico di «I want to be a soldier», coprodotto da Valeria Marini, diventa così lampante: trascurato e ferito nonché abbandonato allo zapping selvaggio, il protagonista accompagnato [...] Vai alla recensione »
Il piccolo Alex (Fergus Riordan), 8 anni, rischia di diventare pericolosamente affascinato dalla violenza come l’omonimo Alex di «Arancia meccanica» quando il padre, per non sentirlo più protestare per il pianto dei due fratellini gemelli, gli regala una tv. Per colpa dell’oggetto diabolico Alex sognerà la guerra, sostituirà un amico immaginario pacifico con uno violento (lo stesso attore, il bravo [...] Vai alla recensione »
Questo (melo)dramma vincitore del premio Marc’Aurelio per la sezione Alice nella città al festival di Roma 2010 affronta un argomento molto frequentato dal cinema contemporaneo, ovvero il modo in cui la violenza si radica nell’animo di giovani e giovanissimi: ottimi esempi recenti sono stati This is England ed Elephant. I want to be a solider invece mette troppa carne al fuoco e pasticcia trama e [...] Vai alla recensione »
La coproduzione italospagnola (ma di ambientazione americana e con attori americani) I want to be a soldier intende con ogni evidenza essere un'opera pedagogica, un film educativo. Il bambino di otto anni Alex inizia a diventare una peste, un vero teppista, quando la nascita di due fratellini gemelli induce i genitori, anzi il padre, a cedere alle sue pressanti richieste di possedere una tv tutta per [...] Vai alla recensione »