Titolo originale | Christie's Revenge |
Anno | 2007 |
Genere | Thriller |
Produzione | Canada |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Douglas Jackson |
Attori | Cynthia Gibb, Danielle Kind, John Wesley Shipp, Anastasia Phillips, Annie Bovaird James McGowan, Tyrone Benskin, Lynne Adams, Ian Finlay, Sophie Gendron, Jamieson Boulanger, Allison Graham, Jim McNabb, Amanda Tilson. |
MYmonetro | 2,42 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 1 ottobre 2010
CONSIGLIATO NÌ
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Philadelphia. Ray è un medico sposato con una architetto. Hanno figlia adolescente, Haley, che ha con loro un rapporto non facile. Ray ha anche una nipote, Christie, figlia del fratello che si è suicidato due anni prima. Christie non vuole vivere con la madre che si è risposata e fa in modo di essere ospitata dallo zio. Il suo obiettivo è quello di farlo morire perché lo ritiene responsabile della morte del genitore a cui aveva rifiutato un prestito. Ma la ragazza (che sogna spesso di uccidere il congiunto) ha architettato un piano ingegnoso per eliminare Ray innanzitutto sul piano della reputazione professionale.
Douglas Jackson (classe 1938) è un regista che, con l'aiuto di due sceneggiatrici esperte come Christine Conradt e Julia Stan, sa come tenere desta l'attenzione in un tv movie. In questa occasione innesta su un plot 'classico' (nipote desiderosa di vendicare la morte del padre uccidendo lo zio) un'interessante variante. Stabilito che non siamo dalle parti dell'Amleto shakespeariano la sceneggiatura mette in scena sin dall'inizio sia l'introdursi di Christie nell'ambito familiare di Ray sia il suo incontro con una ragazza a cui ha procurato una nuova identità. Lo spettatore è così spinto a chiedersi perché la ragazza abbia bisogno di un aiuto che non sia quello di un eventuale killer professionista.
Da quel momento si sviluppa un percorso su due livelli che favorisce la complessità della narrazione facendo della protagonista una machiavellica macchina di distruzione organizzatrice della perdizione altrui. Come però spesso accade in questi casi è il finale a deludere riducendo la complessità a uno svelamento tanto banale quanto adatto a un finale di stagione di una soap opera.