La chiave di Sara

Film 2010 | Drammatico, 111 min.

Regia di Gilles Paquet-Brenner. Un film con Kristin Scott Thomas, Mélusine Mayance, Niels Arestrup, Frédéric Pierrot, Michel Duchaussoy. Cast completo Titolo originale: Elle s'appelait Sarah. Genere Drammatico, - Francia, 2010, durata 111 minuti. Uscita cinema venerdì 13 gennaio 2012 distribuito da Lucky Red. - MYmonetro 2,57 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 26 gennaio 2017

Julia Jarmond, giornalista americana che vive in Francia da 20 anni, indaga sul doloroso episodio del rastrellamento nazista del Vel d'Hiv a Parigi: il soggetto di un possibile articolo giornalistico diventa per Julia qualcosa di più personale. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office La chiave di Sara ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 620 mila euro e 98 mila euro nel primo weekend.

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Consigliato nì!
2,57/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA 2,43
PUBBLICO 3,29
CONSIGLIATO NÌ
Recuperando un evento storico dimenticato, contagia la verità con le contraffazioni dell'entertainment.
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 22 dicembre 2011
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 22 dicembre 2011

Julia Jarmond è una giornalista americana, moglie di un architetto francese e madre di una figlia adolescente. Da vent'anni vive a Parigi e scrive articoli impegnati e saggi partecipi. Indagando su uno degli episodi più ignobili della storia francese, il rastrellamento di tredicimila ebrei, arrestati e poi concentrati dalla polizia francese nel Vélodrome d'Hiver nel luglio del 1942, 'incrocia' Sara e apprende la sua storia, quella di una bambina di pochi anni e ostinata resistenza che sopravviverà alla sua famiglia e agli orrori della guerra. Impressionata e coinvolta, Julia approfondirà la sua inchiesta scoprendo di essere coinvolta suo malgrado e da vicino nella tragedia di Sara. Con pazienza e determinazione ricostruirà l'odissea di una bambina, colmando i debiti morali, rifondendo il passato e provando a immaginare un futuro migliore.
La Shoah è un argomento pericoloso dal punto di vista artistico. Si tratta di una tragedia così traumatica e indicibile da renderla di fatto irrappresentabile. Eppure il cinema si è misurato infinite volte con questo soggetto storico tentando approcci 'esemplari' con Il pianista di Polanski o Schindler's List di Spielberg, sperimentando sguardi morbosi con Il Portiere di notte, osando quello favolistico e 'addolcente' con La vita è bella e Train de vie. Ci ha provato con la stessa urgenza e serietà il cinema documentario fallendo ugualmente l'intento di avvicinare la realtà della Shoah. A mancare troppe volte e nonostante le migliori intenzioni sembra essere una maggiore coscienza storica e morale.
La chiave di Sara non fa eccezione, riducendo la dismisura dell'orrore a una semplice funzione narrativa, preoccupandosi di comunicare, piuttosto che capire, quanto accaduto. Trasposizione del romanzo di Tatiana de Rosnay, La chiave di Sara aderisce al dramma interiore della bambina del titolo raddoppiandone il senso di colpa ed esibendo un gusto per l'iperbole che lascia perplessi.
Se il film di Gilles Paquet-Brenner ha l'indubbio merito di recuperare un evento storico dimenticato e di fare luce sul rastrellamento del Vélodrome d'Hiver, sui campi di smistamento e di concentramento, sulle delazioni e sulle responsabilità francesi, facendo tutti (poliziotti, funzionari e civili) compartecipi di un errore e di una mancata presa di coscienza, nella realizzazione pecca di didascalismo e ridondanza. Inopportuni i rilanci narrativi (nel film è Sara a chiudere il fratellino nell'armadio) per rendere la vicenda ancora più emozionante. Al di là della buona volontà e dell'obiettivo storico-didattico l'impressione è che il regista abbia sfruttato le componenti più tragiche della vicenda dissimulandole dietro lo sguardo gentile di Kristin Scott Thomas e quello ruvido di Niels Arestrup, che provano con le loro misurate interpretazioni ad arginare un diffuso bozzettismo emozionale. Una tale semplificazione conduce a una banalizzazione del male, la cui sola prerogativa è quella di mettere in risalto la superiorità del bene.
La chiave di Sara, sospeso tra un passato mai esaurito e una contemporaneità in divenire, rimette innegabilmente in discussione un deplorevole momento della vicenda nazionale, ma con altrettanta evidenza si stacca dalla verità dei documenti, contagiandola con le 'contraffazioni' dell'entertainment e il sentimento popolare, troppo incline agli amarcord e poco alla Memoria.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 2 marzo 2012
imliver

Contesto la visione dei bacchettoni della Shoah, che accusano romanzo e film di pressapochismo e superficialità. Non si tratta di questo: il film affronta un argomento su cui si è scritto e mostrato tutto. Nel 2010 non è possibile parlare di un fatto avvenuto del 1942 con il taglio del documento storico. "La chiave di Sara" non può e non deve descrivere l'olocausto in tutte le sue sfumature, [...] Vai alla recensione »

lunedì 6 febbraio 2012
francesca50

Il film rivisita il noto tema mostrando che ci sono stati degli "uomini" a salvare gli ebrei dalla follia nazista, in mezzo a tante bestie, ma La chiave di Sara mostra pure come "i sopravvissuti non possano vivere più una vita normale". Sara si uccide perché non riesce a perdonarsi, non tanto e solo per aver fatto morire il fratello ma per non essere riuscita a salvarlo.

venerdì 20 gennaio 2012
UNICAFIORE

La storia della piccola Sarah che al momento della deportazione rinchiude il fratellino in un armadio,ignara del fatto che non sarebbe potuta ritornare a breve termine nella casa.Intanto, si assiste ad una serie di flash back continui in cui una giornalista si interessa alla storia di questa bambina,scoprendo in seguito un segreto che man mano la porteranno a far luce sulla vita di Sarah.

venerdì 3 febbraio 2012
angelo umana

Sara è una bellissima donna stabilitasi e sposatasi in America negli anni 50 che, lo dice il marito stesso, porta nel volto un profondo dolore, come un peso tremendo, anche quando sorride. Un giorno si suicida in quello che sembrava un incidente d’auto. Giulia è una giornalista franco-americana che, a Parigi, decide nel 2009 di scrivere della “retata” di 13000 ebrei dapprima concentrati dai tedeschi [...] Vai alla recensione »

martedì 21 febbraio 2012
Annu83

La storia della piccola Sara, ebrea di Parigi appena adolescente, costretta a vivere suo malgrado il feroce rastrellamento del '42 francese non è poi così originale. Ne sono passate parecchie di pellicole di questo genere, magari semplicemente cambiando l'ambientazione, la lingua dei soldati, le pettinature e il modo di vestire, l'architettura delle case e delle botteghe, [...] Vai alla recensione »

lunedì 30 luglio 2012
francesca meneghetti

 Il punto forte del film “La chiave di Sara” è senz’altro la trama. Essa si snoda secondo un montaggio che alterna sistematicamente la vicenda attuale, che ha come protagonista una giornalista, Julia Armond, impegnata in un‘indagine storica, e l’episodio del 1942 di cui la stessa Julia si sta occupando. Si tratta di un fatto vergognoso della storia francese: [...] Vai alla recensione »

venerdì 5 luglio 2013
rita branca

La chiave di Sarah, grande  film   di Gilles Paquet-Brenner (2012), con Kristin Scott Thomas, Mélusine Mayance, Niels Arestrup, Frédéric Pierrot, tratto dall’omonimo romanzo di Tatiana de Rosnay. Un altro, ma non uno qualunque, dei film sull’olocausto  che ne narra l’orrore e la disumanità con angolazion [...] Vai alla recensione »

martedì 25 giugno 2013
kimkiduk

E' vero tutto e il contrario di tutto. Partiamo però dal fatto che non è un film sulla shoah e quindi non mi piace il commento della brava Marzia Gandolfi. Confermo quasi in tutto quello che ha detto Imliver nel suo commento. Per sapere cosa è successo basta informarci e lo sappiamo tutti a meno che la testa sia sotto la sabbia.

mercoledì 4 aprile 2012
Rikitikitawi

E’ solo una storia tratta da un libro più o meno di successo e ce ne sono tanti.Ma è una storia che si ripete: una vicenda sicuramente vera come le infinite crudeltà dimenticate od oscure che hanno accompagnato il cammino dell’uomo e sulle quali nessuno mai ha scritto ne un libro ne un copione e che si sono perse o sono state ben chiuse nelle tenebre di chissà [...] Vai alla recensione »

sabato 28 gennaio 2023
Lello

La cinematografia è una libera arte che non deve sottostare ai paletti degli eventi storici quando il fine non è divulgare i fatti, piuttosto muovere le coscienze collettive. La "Pellicola" parte dal fatto storico: il rastrellamento del velodromo, per invitarci a riflettere sui giorni nostri, di quando milioni di Hitler decidono se un essere umano è degno di venire al [...] Vai alla recensione »

martedì 28 gennaio 2020
elgatoloco

Angolo visuale particolare, in questo"Elle s'appelait Sarah"(2019), che rilegge la storia della Shoah nella Francia occupata(governo di Vichy, Pétain etc.)attraverso il racconto di una giornalistaa americana trasferita in Francia, che viene a sapere di esser venuta a vivere in una casa che, all'epoca(anni 1940)era stata proprietà di Ebrei Francesi.

venerdì 5 maggio 2017
gufetta76

La regia è splendida veloce e narrativa. Kristin Scott Thomas è  intensa e splendida. Il dramma seppur tragico le vite di due donne si incrociano in uno strano caso. Guardando il fim viene la voglia di leggere il libro. Assolutamente da vedere.

martedì 31 gennaio 2017
elgatoloco

"Je m'appelle Sarah"di Gilles Paquet-Brenner è molto efficace, benintenso a partire dal romanzo, nel mostrare la viltà che aveva portato non dei nazisti ma dei Francesi(certo"colla",  "collaborateurs", in italiano, meno efficacemente"collaborazionisti" a costruire un lager per Ebrei francesi in un velodromo.

venerdì 11 dicembre 2015
harrysalamon

Non riassumo la storia, già ben descritta nell'articolo di mymovies e nelle altre recensioni. Mi preme evidenziare due argomenti: uno è l'equilibrata testimonianza di due opposte verità, cioè il delitto commesso dalla Francia, di cui quest'ultima non potrà mai più cessare di vergognarsi (e il più emblematico è la distruzione del Veld'hiv, ricordato da una semplice targa) contrapposto alla testimonianza [...] Vai alla recensione »

giovedì 30 aprile 2015
toty bottalla

Sarah starzynski una bambina ebrea francese prima di essere prelevata dalla polizia insieme al padre e alla madre, per salvare il suo fratellino dall'arresto lo nasconde chiudendolo in un armadio, fuggita dal campo di prigionia, torna, ma trova il piccolo morto dove lo aveva lasciato. La chiave di sara è il racconto di una storia tra le infinite storie sulla shoah, il film di paquet-brenner [...] Vai alla recensione »

lunedì 10 marzo 2014
enzo70

 Sull’olocausto si è scritto di tutto e, per fortuna, non il contrario di tutto. La storia ha certificato, con documenti e testimonianze, la follia nazista. Milioni di pagine, ore e ore di musica e pellicole sono state dedicate a raccontare il massacro degli ebrei, da una parte loro, perfetta la rappresentazione di Spiegelman che li ha dipinti come topi, dall’altra, i maiali, [...] Vai alla recensione »

venerdì 25 gennaio 2013
ultimoboyscout

Durante una retata Nazista a Parigi, quella tristemente nota del Velodromo d'Inverno, una bimba di una decina d'anni, Sara, salva il fratellino più piccolo chiudendolo in un ripostiglio. Fuggita dal lager dove era stata confinata con la famiglia, non riuscirà a liberare il bambino e il rimorso non l'abbandonerà nemmeno da adulta emigrata negli Stati Uniti.

domenica 15 gennaio 2012
renato volpone

I film sulla deportazione degli ebrei fanno quasi sempre molto male e spesso ci si rifiuta di guardarli, questo invece e' un film doloroso, fortemente intimista, ma lascia qualche segno di speranza. Il film narra degli ebrei parigini prima rinchiusi nel velodromo e poi deportati a cura dei francesi stessi. Sara riesce a fuggire e si salverà perché altri francesi l'aiuteranno, [...] Vai alla recensione »

domenica 8 gennaio 2012
wcanalini

Trovo questo film da iscrivere tra i migliori che hanno trattato il tema della Shoah; l'argomento viene approcciato con realismo e rispetto. Con equilibrio vengono presentati gli aguzzini francesi, sempre sospesi tra la necessità di eseguire un compito sgradevole e la esitazione conseguente. Il film traccia interessanti profili psicologici tra personaggi in qualche modo coinvolti nella vicenda: è notoria [...] Vai alla recensione »

giovedì 26 gennaio 2012
Lysse

Un film drammatico e toccante la cui unica pecca è la parte finale.Ben elaborato e con un'ottima fotografia "La chiave di Sara" (Titolo originale "Elle s'appellait Sarah) riesce a descrivere fedelmente quelle che erano le condizioni dentro il velodromo,nei campi di concentramento e nelle strade parigine.Un film che sa tenerti spesso col fiato sospeso e riesce a trasmettere [...] Vai alla recensione »

lunedì 28 gennaio 2013
uppercut

Ho letto la sua recensione e mi è venuto spontaneo farmi due domande. Innanzitutto: e se lasciassimo che il cinema faccia cinema? La chiave di Sara è un film realizzato con gran cura, intelligente e persino utile. Che cosa chiedergli di più? di diventare un esaustivo saggio di Storia contemporanea? Mi ha sorpreso nella sua recensione la totale assenza di riferimenti ai contenuti [...] Vai alla recensione »

lunedì 28 gennaio 2013
dreamers

Chiedo scusa se esco allo scoperto ma mi trovo costretto a farlo: in realtà, dietro a questo nickname si nasconde il vostro affezionatissimo Steven Spielberg. Dopo aver letto la recensione di Marzia Gandolfi, ho finalmente capito: ho allora raccolto intorno a me gli amici Roman Polanski, Quentin Tarantino, Roberto Benigni,  Gilles  Paquet-Brenner, Radu Mihăileanu, g [...] Vai alla recensione »

sabato 14 gennaio 2012
Giovanna

Sarà per deformazione professionale, ma più per attitudine temperamentale nel segno dell’assoluto, del risolutivo, che nella brillante giornalista americana, con il bel volto intenso di Kristin Scott-Thomas, nasce, cresce, lavora irrefrenabile la voglia di dipanare gli inquietanti dubbi attinenti la casa parigina dei suoceri che con il marito sta ristrutturando.

venerdì 6 gennaio 2012
angelo umana

La rafle ... questo è il precedente del concentramento al Velodrome d'Hiver e delle retate di bambini ebrei in Francia (Vento di primavera il titolo italiano), nell'attesa di vederlo davvero, non fosse altro che per Kristin Scott Thomas e per il fatto storico in sé.

domenica 6 gennaio 2013
Unicospartano

mercoledì 18 gennaio 2012
astromelia

avevo già visto vento di primavera sulla stessa vicenda,e questa è una della molte storie che ci vengono tramandate,non so se corrisponde a verità,sicuramente nel traspondere su schermo ci sono incongruenze romanzate,ma nel contesto è una pellicola abbastanza credibile nel suo racconto intrinseco,se c'è una morale è quella che talvolta si vive inconsciamente una vita che non è la nostra storia e solo [...] Vai alla recensione »

domenica 29 maggio 2022
Tiziana

Vorrei vedere qs film stasera..ma..una domanda..perché raccontate la trama completa ???? Un commento, una recensione personale ok, ma che bisogno c è di rovinare la visione a chi non ha ancora visto il film??? Scusate lo sfogo, ma poiché succede spesso, oggi ho voluto puntualizzare....

lunedì 23 novembre 2020
Fabri

Storia che si sviluppa su due piani temporali e che prende a spunto un infame episodio di persecuzione ebraica. Non condivido chi critica sul presupposto che il film sia debole sotto il profilo della trasmissione della sofferenza, che a mio parere è ben rappresentata. Ha anche il pregio di ricordare un episodio passato nel dimenticatoio. Lo consiglio.

martedì 26 novembre 2019
Onufrio

Nel Luglio del 1942, a Parigi, avvenne il Rastrellamento del Velodromo d'Inverno, migliaia di ebrei vennero deportati, una decisione presa dalla nazione Francese. La storia si alterna tra passato e presente, Julia, giornalista americana ma che da decenni vive in Francia col marito, erede la casa dei suoceri, quella casa nasconde un orribile segreto avvenuto proprio nel Luglio del 1942.

giovedì 2 febbraio 2012
angius48

La vicenda è trattata bene, raccontata con passione e commozione,peraltro gia trattata in un recente film francese. Tutto ciò che serve a mantenere viva la memoria sull'orrore del razzismo e sullo sterminio del popolo ebraico è sicuramente utile, ma trattandosi di tematiche storiche se la narrazione lascia eccessivo spazio al romanzato corre ,come in questo caso di apparire inverosimile in molti tratti [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 febbraio 2012
angelo umana

Brava Marzia a riuscire a condensare in poche espressioni tutte le caratteristiche di qualcosa, però penso che questa "bravura" renda un pò la distanza tra lo spettatore qualsiasi e i critici dotti, mah, non so ... se la comunicazione serve per avvicinarci ci sono espressioni comunicative che ci allontanano, forse le differenze culturali ci allontanano.

domenica 22 gennaio 2012
lulu1967

Prima del film, ho amato e molto apprezzato il libro di Tatiana de Rosnay, da cui è tratto questo toccante film. UNa storia, quella della deportazione di massa degli ebrei a Parigi nel luglio del '42. poco conosciuta. Interessante l'inserimento delle riprese del 1995, quando l’allora presidente francese Jacques Chirac ha chiesto scusa per il ruolo collaborazionista di poliziotti [...] Vai alla recensione »

venerdì 20 gennaio 2012
minnie

Sono rimasta molto colpita da questo film perché mette in luce, ancora una volta, l'orrore dell'orrore e ciò non è una novità, quanto l'orrore del collaborazionismo e qui mi sarebbe piaciuto che il regista calcasse di più la mano, come quando fa gridare a un testimone della maxiretata contro gli ebrei. "Non si rende conto che dopo tocca a noi!" Il fatto che nelle case lasciate libere, contro la loro [...] Vai alla recensione »

mercoledì 18 gennaio 2012
Flyanto

Film realizzato come una fiction televisiva su di un episodio accaduto ad una bambina ebrea nel 1942 al tempo della deportazione e dello sterminio nei campi di concentramento. Inverosimile per ciò che riguarda certi episodi ed un pò prolisso nel rappresentarli, insomma, un film dalla resa parecchio deludente. Buona ed efficace e da salvare solo la primissima parte del film.

martedì 31 gennaio 2012
Luisalà

Deludente il finale per un intreccio, che ti intriga e emoziona per la maggior parte del tempo ,se non si focalizza l'attenzione su quella dichiarazione finale di appartenenza alla Francia dell'americana,dichiarazione che.insieme con l'ambizione di teorizzare e dimostrare il senso della Storia, intellettualmente giustifica tutto il percorso della giornalista.

domenica 22 gennaio 2012
brian77

Trovo che la cosa più sgradevole e opportunista di questo film stia nel fatto che è un'Americana ad andare a scoperchiare e denunciare simbolicamente le colpe dei Francesi.  Un modo per spianare mercato e successo oltreoceano... Sì, un'Americana che fa la morale... questa è bella. Se usiamo una giornalista americana intraprendente e morale, facciamola indagare [...] Vai alla recensione »

giovedì 17 maggio 2012
archipic

Film sulla barbarie nazista sono sempre utili; quello che accadde in Europa non deve essere mai dimenticato. Inoltre, portare alla luce storie che non vengono raccontate per pudore e vergogna è ancora più utile. La Francia, come l'Italia, possiede storie abiette e degradanti di quell'epoca storica ed il film ne racconta una, a me sconosciuta, che merita di essere narrata; [...] Vai alla recensione »

FOCUS
FOCUS
lunedì 23 gennaio 2012
Pino Farinotti

Nel luglio del 1942, tredicimila ebrei vennero richiusi al Vélodrome di'hiver di Parigi. Giorni di angosce in condizioni igieniche disastrose, uomini subito mandati nei campi, bambini separati dalle madri. Sappiamo cosa succedeva. Solo una minima parte di loro sopravvissero ai lager. Incredibilmente manca una documentazione storica della vicenda. Ai giorni nostri, un giovane cronista dice "strano, i nazisti documentavano tutto", il direttore gli risponde “non furono i nazisti, furono i francesi”.

Frasi
"A volte le storie che non riusciamo a raccontare sono proprio le nostre, ma se una storia non viene raccontata diventa qualcos'altro, una storia dimenticata. Quando una storia viene raccontata, non può essere dimenticata, diventa qualcos'altro. Il ricordo di chi eravamo, la speranza di ciò che possiamo diventare..."
Una frase di Julia Jarmond (Kristin Scott Thomas)
dal film La chiave di Sara - a cura di Vito
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Allora si può. Non è vero che non si può mettere in scena la Shoah in forma romanzesca senza oltraggiare il dolore e la memoria di milioni di vittime e dei loro cari. Non è vero - o forse non è più vero, perché il tempo passa e le cose cambiano - che il cinema può accostarsi all’irrappresentabile solo in forma indiretta. Il problema vero è scegliere un punto di vista preciso e mettere in scena il cammino, [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Come il recente Il vento di primavera , La chiave di Sara , ispirato all’omonimo bestseller di Tatiana De Rosnay, rievoca il terribile e vergognoso episodio del rastrellamento di migliaia di connazionali ebrei effettuato nel luglio del 1942 a Parigi dalla polizia francese su istanza dei nazisti occupatori. Questo filo narrativo - raccontato dal punto di vista di Sara, una bambina che avrà la sorte [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Un nobile e compunto film storico di denuncia, di quelli, per intenderci, che colpiscono moltissimo gli spettatori da un film o due l'anno. «La chiave di Sara» riprende, per mano dell'intonata quanto impettita regia del francese Paquet-Brenner, il bestseller di Tatiana de Rosnay che intreccia storie individuali all'inchiesta a distanza di sessant'anni di una balda giornalista americana sul rastrellamento [...] Vai alla recensione »

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Solo quando la si racconta una storia esiste davvero: così si legge mentre inizia “la chiave di Sarah” (“Elle s’appelait Sarah”, Francia 2010, 111’). Ed è una storia tragica quella cui il film cerca di ridare vita. Fra il 16 e il 17 luglio 1942, il governo collaborazionista di Philippe Pétain ordinò una retata di cittadini francesi d’origine ebraica, che prima vennero ammassati a migliaia nel Vel’ [...] Vai alla recensione »

Jean-Luc Douin
Le Monde

Per evocare gli orrori della celebre retata del Velodromo d’inverno, il film di Gilles Paquet-Brenner, tratto dal romanzo di Tatiana de Rosnay, prende spunto dalla storia di una bambina. Durante il rastrellamento, nel luglio del 1942, una bambina nasconde il fratello in un armadio. A riscoprire la storia è una giornalista statunitense che deve scrivere un reportage sul doloroso episodio, ma poi si [...] Vai alla recensione »

Jean-Luc Douin
Le Monde

Evoquant les horreurs de la rafle du Vél' d'Hiv, l'intrigue du film, adapté d'un roman de Tatiana de Rosnay, puise ses ressources d'émotion dans un drame vécu par une enfant, comme le fit Roselyne Bosch dans La Rafle. Alors que la police vient embarquer sa famille en juillet 1942, Sarah, 10 ans, cache son petit frère dans un placard de l'appartement.

Massimo Bertarelli
Il Giornale

Il cinema ha riscoperto la dimenticata retata del luglio 1942 a Parigi. Un’altra pagina buia dell’Olocausto. Il recentissimo Vento di primavera aveva già detto tutto, e anche piuttosto bene. Comunque questo dramma francese ripercorre l’identico tragitto, visto con gli occhi della piccola Sara, che, tormentata da un’imprudenza, finisce con altri ottomila cittadini ebrei al Velodromo d’inverno.

Roberto Nepoti
La Repubblica

Alla più immane tragedia della Storia tocca, sullo schermo, una strana sorte: trovarsi in bilico tra commozione e banalità. Due recenti film francesi hanno per soggetto un episodio meno noto della Shoah: la deportazione di migliaia di ebrei nel Velodromo d’Inverno, durante l’occupazione nazista di Parigi. Uscito l’anno scorso, Vento di primavera sceglieva la via — piuttosto banale — del melodramma [...] Vai alla recensione »

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lunedì 9 gennaio 2012
 

Julia Jarmond (Kristin Scott Thomas), giornalista americana residente a Parigi da vent'anni, sta portando avanti un'inchiesta su ciò che accadde nel luglio '42 al Velodromo d'inverno, luogo in cui furono raccolti gli ebrei parigini prima di essere deportati [...]

VIDEO
giovedì 5 gennaio 2012
Nicoletta Dose

Nel film La chiave di Sara, diretto da Gilles Parquet-Brenner, la Storia viene messa sotto accusa. Uno dei fatti più tragici degli anni Quaranta fu il rastrellamento di 13mila ebrei, arrestati e poi portati nel Vélodrome d'Hiver.

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