Titolo originale | Kawasakiho ruze |
Anno | 2009 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Repubblica ceca |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Jan Hrebejk |
Attori | Martin Huba, Daniela Kolarova, Lenka Vlasáková . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 1 febbraio 2010
Il film ha ottenuto 1 candidatura agli European Film Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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Ludek è un tecnico del suono della televisione ceca che ha una moglie con una rara sindrome che l'ha costretta a una lunga ospedalizzazione. Ludek ha nel frattempo ripreso, all'insaputa anche della figlia adolescente, una relazione con una collega. Nel momento in cui la moglie torna a casa decide di rivelarle tutto e viene cacciato. La sua tensione si rivolge allora verso il suocero sul quale sta girando un documentario e che costituisce un'autorità morale nel Paese. Ludek scopre documenti che lo indicherebbero come elemento collegato ai servizi segreti dei tempi del comunismo. Decidere di renderli pubblici finirebbe con creare un grande scompiglio non solo sul piano familiare.
Tutti i Paesi dell'Est (tranne l'ex Unione Sovietica dove uno dei dirigenti del KGB e il Presidente della cosiddetta Comunità di Stati indipendenti) hanno finito presto o tardi per confrontarsi con il problema del collaborazionismo. Lo fa ora anche la Repubblica Ceca con un film che si ispira ai fatti di cronaca nazionali e trae linfa vitale dal successo de Le vite degli altri. L'originalità sta nel prendere le mosse da una dinamica strettamente privata e familiare (un marito che tradisce la moglie malata e non sopporta la figura del suocero). Al contempo però sa come lavorare sulla costruzione mediatica di un personaggio nel momento in cui la sceneggiatura affida al genero il ruolo di componente di una troupe che sta girando un documentario proprio sulla personalità pubblica. Viene cosi mostrato il dietro le quinte di un documentario agiografico con la messa a nudo delle sue scelte retoriche.
Il film non appassiona uno spettatore non ceco forse perche in qualche misura la tematica è già stata studiata dal cinema ma questo non significa che non si innesti validamente nel filone di un cinema civile rivisitato alla maniera del Costa Gavras di Music Box.