Titolo originale | Sell Out! |
Anno | 2008 |
Genere | Musical |
Produzione | Malesia |
Durata | 106 minuti |
Regia di | Joon Han Yeo |
Attori | Jerrica Lai, Kee Thuan Chye, Peter Davis (II) . |
Tag | Da vedere 2008 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 17 marzo 2009
Rafflesia Pong e Eric Tan sono colleghi consociati di una multinazionale che promuove la commercialità a discapito della creatività. Per evitare il licenziamento i due dovranno ingegnarsi e difendersi in un clima di mobbing e censura.
CONSIGLIATO SÌ
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Alla Fony, una multinazionale il cui motto ufficiale è essere originali, la dirigenza pretende dai propri dipendenti di copiare le idee altrui, realizzare prodotti di mercato pronti a guastarsi al termine della garanzia e soprattutto vendere e vendersi a qualunque costo e a discapito della creatività. Temendo il licenziamento, Rafflesia Pong, la conduttrice di un programma di scarso successo sul mondo dell'arte, cede al richiamo (e all'audience) del reality inventandosi un nuovo format dove l'intervistato di turno pronuncia le sue ultime parole prima di spirare. Al dipartimento Electronics, compagnia consociata dell'emittente televisiva, anche Eric Tan rischia di perdere il lavoro nel momento in cui presenta ai due pedanti dirigenti la sua innovativa creazione: un apparecchio che tramuta i semi di soia in latte, tfu e altri otto diversi prodotti alimentari. Decisi ad allontanare dal giovane progettista il sognatore che è in lui, lo portano da un esorcista che per errore lo sdoppia in due entità distinte, l'Eric pragmatico e l'Eric creativo.
Yeo Joon Han, al suo debutto in lungo, installa un musical originale sul mobbing in cui non perde l'occasione di sottoporre a critica la società odierna, il cinico mondo dello spettacolo, la classe dirigenziale, gli artisti e se stesso con un gusto del ridicolo e un'ironia elegante e sottilissima che riporta alla memoria i tempi (comici) dei Monty Python. La scrittura di Joon Han applicata allo schermo funziona e convince anche quando la recitazione appare affettata o approssimativa perché la premessa al film è contenuta nella finta intervista iniziale al regista del cortometraggio "L'amore è amore e null'altro" (tra le tante trovate divertenti di Sell Out!) in cui, oltre a disapprovare il musical perché nella vita reale la gente non inizia a cantare per strada, viene sottolineata la tendenza degli attori orientali a parlare lentamente per permettere allo spettatore occidentale di leggere i sottotitoli. L'opera del regista malese - responsabile anche della sceneggiatura, delle musiche, delle canzoni originali, del montaggio e della produzione del film - è perciò uno spazio (ri)creativo dove il gioco diviene elemento essenziale della narrazione e la fantasia può galoppare a briglie sciolte verso orizzonti illimitati. Può succedere così che il musical venga contenuto (in mute) all'interno di una stanza insonorizzata e mostrato attraverso le vetrate di un austero ufficio, o che una canzone sia lasciata all'immaginazione e all'ugola dello spettatore in una sovraimpressione da karaoke. Da applauso.