Titolo originale | Kazdy den odvahu |
Anno | 1964 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Svezia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Evald Schorm |
Attori | Jan Kacer, Josef Abrhám, Vlastimil Brodsky, Emma Cerná, Jan Cmíral, Jirina Jirásková Jan Libícek. |
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CONSIGLIATO N.D.
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Le disillusioni di un operaio (Jan Kacer), comunista convinto, che vede intorno a sé i coetanei "arrivati" e burocratizzati, non sa più bene per che ideali sta lottando, non capisce più i giovani, e questa crisi investe anche i suoi rapporti sentimentali con la ragazza (Jana Brejchová).
Un film disperato e complesso, in cui Schorm non ha saputo rinunciare a parti naturalistiche e simbolistiche, ma la cui sincerità, la cui disperazione, la verità più profonda dei problemi che affronta - direttamente o no - ne fanno una delle migliori opere del cinema cèco, e una delle più indicative dello stato di confusione e crisi che attraversa la classe operaia dei paesi socialisti dopo la destalinizzazione. Il film portava in apertura una citazione dì Kafka, eliminata dalla censura, la cui allusione allo stalinismo (il nero uccello che se ne è andato, lasciando però dissanguato l'uomo su cui si era accanito) dava la chiave più seria di comprensione del film. Nel cinema "quel che importa è l'atteggiamento etico degli autori e la loro volontà di penetrare fino alla verità della vita ( ... ). Nel mio film, è nel momento in cui l'eroe perde tutto che egli ha la possibilità di tutto conquistare. Ed è in questa forza che risiede la speranza, e attraverso questa si intravede uno spiraglio di ottimismo".
Da Dizionario dei film, Firenze, Sansoni, 1968