Anno | 2005 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Giappone |
Durata | 82 minuti |
Regia di | Masahiro Kobayashi |
Attori | Takayuki Kato, Kikujiro Honda, Ryuzo Tanaka, Fusako Urabe, Teruyuki Kagawa Nene Ohtsuka. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Una giapponese, ostaggio poi liberato in Iraq, sperimenta l'emarginazione al ritorno in patria. Un atto d'accusa rigoroso e gelido.
CONSIGLIATO SÌ
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Yuki, una ragazza che è stata presa in ostaggio in Iraq e poi liberata, viene progressivamente emarginata al suo rientro in patria. viene vissuto come un disonore il suo sequestro e come un'utopia il suo desiderio di aiutare il popolo iracheno. L'unico sostegno che le resta è il padre che pero' crolla quando, dopo la figlia, viene a sua volta licenziato dal lavoro. Yuki si trova a desiderare il ritorno in Iraq. Un film raggelante quello di Kobayashi Masahiro, un pugno nello stomaco dato con rigore a tutte le retoriche sull'aiuto al popolo iracheno. "Perché non sei rimasta ad aiutare chi ha bisogno qui? " è una delle critiche che vengono rivolte a Yuki. Quasi che i sentimenti di solidarietà verso un popolo vessato da una feroce dittatura e ora squassato da una guerra civile sempre più sanguinosa, fossero una cosa da 'addetti ai lavori'. Alla gente comune spetta solo il compito di restare a casa davanti al televisore e applaudire a distanza senza criticare? Episodi di emarginazione simili in Giappone sono realmente accaduti. Per quanto ci riguarda tornano alla mente le due Simone: inondate di retorica come ostaggi e rapidamente messe nell'angolo mediatico quando sono tornate rifiutando di allinearsi acriticamente.