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David Lynch, perso un geniale e visionario inventore

Uno degli autori più iconici, studiati, e acclamati della sua epoca. Un magnifico pazzo, un talento talmente vasto e complesso che gli sfuggiva da tutte le parti.
di Pino Farinotti

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sabato 18 gennaio 2025 - News

David Lynch (1946-2025) è diventato uno degli autori più iconici, studiati, e acclamati della sua epoca. Un magnifico pazzo, un talento talmente vasto e complesso che gli sfuggiva da tutte le parti e lo metteva a disagio, perché aveva scelto il cinema mentre era stato un pittore molto dotato. Le sue opere sono attualmente esposte in musei e gallerie d’arte di prima fascia, come il Museum of Modern Art di New York e la Pennsylvania Academy of the fine Arts di Filadelfia.

È legittimo dire che David Lynch possa essere inserito nel cartello americano che comprende maestri-inventori come Wes Anderson, i Cohen e Baz Luhrman. Diventa regista, sceneggiatore e produttore, non si fida di nessuno per il montaggio.  Intende essere l’assoluto artefice delle sue opere. È musicista, compositore e si diverte a cantare. È stato molto apprezzato dalla critica, meno dal pubblico. Anche se c’è una categoria di fan che gli sono molto fedeli.

La memoria di getto richiama la serie televisiva I segreti di Twin Peaks (1992). Chi ha superato i cinquant’anni e ed è un seguace del piccolo schermo non può non ricordarla. Divenne un fenomeno culturale dall'enorme impatto mediatico. Nel 2017 venne prodotta la serie revival Twin Peaks - Il ritorno che ebbe ancora maggior seguito della prima. Venne proiettata al  Museum of Modern Art  di New York che tanto amava l’autore. L’opera venne considerata una totale e libera espressione del suo genio nonché capace di accendere inebrianti dibattiti sulla natura della televisione stessa.

Il cinema lo ha molto premiato. Nel corso degli anni ha ottenuto tre nomination all’Oscar per la regia di Elephant Man, Velluto blu e Mulholland Drive. Il festival di Cannes gli ha attribuito due Palme per Cuore selvaggio e Mulholland Drive. La Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia gli ha conferito il Leone d’oro per Inland Empire – Il premio della mente. Le tre nomination sono diventate un Oscar alla carriera nel 2020. Non si può ignorare Dune, altro fenomeno di reinvenzione.

Un cinefilo non proprio maniaco ma appassionato di cinema non c’è dubbio che nella sua memoria conservi i titoli fatti sopra. La sua ricerca era favorita dalla sua vocazione visiva, figlia della pittura e dalla sua capacità di comporre l’immagine. Si allontanò dalla cultura spettacolare di Hollywood per creare un cinema scomodo e non rassicurante. Spesso la sua proposta si sviluppa fra realtà e sogno. Amava, come diceva lui, destrutturare. Con mia figlia Rossella ho conosciuto Lynch a Venezia. Era un affascinante intrattenitore, con un ego simpatico.
La sua perdita è dolorosa.


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