Il festiva fa parte del ricco calendario della 50 giorni fiorentina che andrà avanti fino a dicembre.
di Veronica Ranocchi
Dal 10 al 15 ottobre a Firenze non solo film, ma anche incontri, eventi e tanto altro in un festival che, come suggerisce il nome, Middle East Now (giunto alla sua quattordicesima edizione), è un’immersione nella cultura mediorientale più contemporanea. Quest’anno l’invito è quello a reinventare il futuro in modo condiviso grazie al tema “Permanent Transitions”.
Con 35 film in anteprima (italiana, europea e internazionale) sarà possibile addentrarsi in un viaggio attraverso tutti i paesi dell’area mediorientale per conoscerne le culture e le società andando oltre pregiudizi e luoghi comuni.
«Ogni anno ci rendiamo conto che c’è questo perenne cambiamento e quest’anno ancora di più vorremmo che l’obiettivo fosse quello di creare delle relazioni che si possono raggiungere solo raccontando delle storie», queste le parole di Lisa Chiari e Roberto Ruta, fondatori e direttori artistici del festival, a sottolineare l’invito di questa edizione a riflettere sui progressi e sulle sfide che derivano dal cambiamento.
Un quattordicesimo appuntamento con Middle East Now per vedere tanti film tra il cinema La Compagnia e il cinema Astra, ma anche online nella sala virtuale Più Compagnia in collaborazione con MYmovies, e toccare con mano le tante culture del Medio Oriente contemporaneo attraverso una serie di eventi speciali. Dalla mostra del fotografo e skater palestinese Maen Hammad al Museo Novecento alla presentazione del libro della chef Saghar Setareh con anche cooking demonstration, passando naturalmente per i talk con diversi ospiti nazionali e internazionali.
IL PROGRAMMA
Il denso programma di film, quasi tutti accompagnati da un ospite, è suddiviso in tre sezioni: transizioni socio-politiche, nuove generazioni, storie individuali. Ma vediamo nel dettaglio, tra focus sulla Palestina, collaborazione con Berlinale Panorama e la novità del Middle East Now – Real Screen, il programma giorno per giorno.
Si inizia martedì 10 ottobre con due anteprime italiane: il cortometraggio Our males and females di Ahmad Alyaseer su una pratica islamica obbligatoria dopo la morte e, a aseguire, A Gaza Weekend di Basil Kahli, commedia irriverente incentrata sulla fuga di una coppia a Gaza.
Mercoledì 11 ottobre tre anteprime italiane e una internazionale: il cortometraggio For Horam di Jalal Saedpanah con la speranza che un aereo possa portare la pace, Hawar, our banished children di Pascale Bourgaux incentrato sui “bastardi di Daesh”, Q di Jude Chehab, documentario sull’ordine religioso matriarcale segreto in Libano, Al-Qubaysiat e In the Blind Spot di Ayse Polat, documentario incentrato su un’anziana e su un rituale per mantenere viva la memoria del figlio rapito anni prima.
Carrellata di cortometraggi, e non solo, giovedì 12 ottobre. Questi i titoli: Sahbety (My girl friend) di Kawthar Younis sul mettere alla prova la relazione tra due fidanzati, On my Father’s Grave di Jawahine Zentar sulle procedure da (non) rispettare per seppellire una persona, Yellow di Elham Ehsas sull’acquisto di un chador a Kabul. Per quanto riguarda i lungometraggi, invece, ci sono The Etilaat Roz di Abbas Rezaie sulla questione in Afghanistan vista da un quotidiano indipendente afgano e Winners di Hassan Nazer, un omaggio al cinema iraniano.
Si prosegue venerdì 13 ottobre con altri cortometraggi: The Return di Fatemeh Marzbani su un pescatore impegnato nel contrabbando, Irreversible di Sheyda Kas su un sopravvissuto che combatte una guerra senza fine, Fatherland di Benjamin Kodboel sulla richiesta di soggiorno di una famiglia in Danimarca, You all & I Alone di Sami Bari Kefeli e Nükhet Taneri su un bizzarro blackout, Swimming Lessons di Vardit Goldner, mockumentary su come imparare a nuotare, She was not Alone di Hussein Al-Assadi sul cambiamento climatico. I lungometraggi sono, invece, Baghdad on Fire di Karrar Al-Azzawi sulla lotta alla libertà e la democrazia in Iraq e Alam di Firas Khoury su un ragazzo che, per fare colpo su una giovane, prende parte alla misteriosa “operazione bandiera” alla vigilia del Giorno dell’Indipendenza di Israele.
Sabato 14 ottobre altri cortometraggi: Our Seeds di Erhan Arik Meryem Yavuz su una coppia di contadini del nord-est della Turchia, Red Ink di Redha Menassel sul primo giornale satirico del mondo arabo degli anni ’90, Life in the Shadows di Ylias Yourish su due bambini bloccati in un ghetto, Depot-Vente di Cherine Karam su un negozio vintage, One of Those di Ali Ozkul, un documentario body-thriller.
Poi spazio a En toute liberté: une radio pour la paix di Xavier de Lauzanne su una particolare radio, Death of a Virgin, and the Sin of not Living di George Peter Barbari sulla decostruzione del mito di un rito di passaggio maschile. E poi ancora Forget me not di Mohamed Majdalawi sui bombardamenti a Gaza, Lyd di Rami Younis e Sarah Ema Friedland, documentario di fantascienza, Shayda di Noora Niasari su una donna iraniana che vive in Australia e Je t’aime Ronit Elkabetz di Moran Ifergan, sull’omonima regista e attrice israeliana.
A conclusione domenica 15 ottobre Blue Id di Burcu Melekoglu e Vuslat Karan sul riconoscimento della propria identità in un contesto conservatore, Talking with Rivers di Mohsen Makhmalbaf, una conversazione tra Iran e Afghanistan, The List di Hana Makhmalbaf sul ritiro delle forze internazionali da Kabul, Miguel’s War di Eliane Raheb su un uomo gay libanese che torna nel proprio paese dopo anni. E, come film di chiusura, Bye Bye Tiberias di Lina Soualem sulla forza delle donne palestinesi.