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The Specials, Reda Kateb: «l'impegno sociale non conosce differenze»

Ha lavorato con Jacques Audiard, Wim Wenders e Kathryn Bigelow. Ora l'attore francese affianca Vincent Cassel nel nuovo lavoro di Olivier Nakache e Eric Toledano, un film che esplora l'impegno sociale attraverso una storia commovente e coinvolgente. Presentato ad Alice nella città e dal 18 novembre direttamente in digitale.
di Paola Casella

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Reda Kateb - Cancro. Interpreta Malik nel film di Olivier Nakache, Eric Toledano The Specials - Fuori dal comune.
lunedì 19 ottobre 2020 - Incontri

Reda Kateb è francese di origine algerina per parte di padre e cecoslovacca (ma anche un po' italiana!) per parte di madre, e la sua è una carriera internazionale: ha recitato in molti film francesi, da Il profeta in poi, ma anche in due film di Wim Wenders (I bei giorni di Aranjuez e Submergence), in Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow, nella serie inglese L'isola del tesoro. Ed è stato il leggendario chitarrista Django Reinhardt in Django di Etienne Comar.

In questi giorni Kateb è a Roma per presentare The Specials, il film di Olivier Nakache ed Eric Toledano - disponibile direttamente in digitale dal 18 novembre - di cui è coprotagonista accanto a Vincent Cassel, una storia di finzione basata su due personaggi reali, Stéphane Benhamou e Daoud Tatou, che si occupano dell'assistenza e del reinserimento sociale dei ragazzi autistici.

I due registi, noti in tutto il mondo per Quasi amici, avevano già girato un documentario su Benhamou e Tatou e i centri che gestiscono a Parigi, ma ora hanno trasportato quell'esperienza nella finzione, arricchendo il racconto di svolte narrative e caratterizzazioni creative dei due protagonisti.

Quanto ha lavorato alla preparazione di Malick, il ruolo che interpreta nel film?
Ho passato molto tempo con Daoud e ne ho studiato i comportamenti, il modo di muoversi, la gestualità. Ero certo che The Specials non sarebbe stato un biopic, ma non sapevo bene cosa stavo cercando in lui. Poi ho capito che dovevo fare una trascrizione interiore della sua energia e delle sensazioni che mi trasmetteva, trasformandole in una caratterizzazione che potesse vivere di vita cinematografica propria.

Ha anche frequentato il centro che Tatou dirige e altri simili.
Certo, perché sapevo che avrei dovuto rapportarmi ai ragazzi realmente autistici che compaiono nel film, che non avevano la consapevolezza di trovarsi su un set: per loro tutto è vero, e sono stati i primi spettatori, oltre che gli interpreti, a dover validare la mia credibilità.

In The Specials il suo personaggio è musulmano e quello interpretato da Vicent Cassel è ebreo, ma collaborano senza difficoltà verso un comune obiettivo.
Se il tema del film fosse stato proprio la cooperazione fra musulmani ed ebrei credo che non avrei accettato di interpretare il film. Mi piaceva invece trattasse quella cooperazione come una cosa normale. Nei centri che ho visitato per prepararmi al film vedi uomini con la kippah e donne con la hijab che lavorano fianco a fianco senza porsi minimamente il problema della loro diversa religione. Nella realtà ci sono mille esempi di come questo succeda, con buona pace di chi cerca a tutti i costi di dividerci e di metterci gli uni contro gli altri, perché viviamo in un'epoca di bipolarismi politici e religiosi che fanno comodo a molti.

Oggi nel cinema francese ci sono tanti attori di origine magrebina, ma non è stato sempre così.
Io sono figlio di un attore teatrale immigrato dall'Algeria, Malek-Eddine Kateb, sui copioni che doveva interpretare accanto al nome del personaggio c'era sempre la specifica: "personaggio nordafricano". Io sono nato e cresciuto in Francia e ho potuto interpretare ruoli di ogni provenienza, e accanto al loro nome nessuno specificava da dove venissero. Oggi si cerca l'attore giusto per la parte, e non gli si chiede la carta di identità o il permesso di soggiorno.

Anche perché la società francese è diventata multietnica.
Certo, e il cinema è lo specchio della realtà, sempre più in sintonia con la strada. Ma non ne farei mai una questione di quote: sarebbe in contrasto con la mia idea di cinema e con ciò che desidero vedere sul grande schermo in veste di spettatore.

Lei ha una carriera internazionale: dove le piacerebbe lavorare oggi?
In Italia! Ho una moglie italiana e amo il vostro cinema, ma non ho mai lavorato con un regista del vostro Paese. Sarei felice di provarci!


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