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Far East Film Festival 21, pronti a ripercorrere la Via della Seta

Dal 26 aprile a Udine torna il tradizionale appuntamento con il cinema asiatico. Ecco il programma della nuova edizione.

mercoledì 10 aprile 2019 - Far East Film Festival

Se il cinema è lo specchio del tempo, il Far East Film Festival è lo specchio del presente. E la 21ª edizione, percorrendo ancora una volta la Via della Seta, si aprirà venerdì 26 aprile con una anteprima mondiale che del presente è il simbolo. Il potentissimo Birthday racconta infatti il dolore di due genitori che hanno perso il figlio e di una nazione che ne ha persi più di 300. Racconta l'oggi che, nonostante tutto, diventa domani. Sempre.

Con Birthday, prodotto da Lee Chang-dong e diretto dalla giovane Lee Jong-un, il FEFF rende omaggio a quell'enorme ferita (umana, politica, sociale) così difficile da cicatrizzare.
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Un gradito ritorno caratterizzerà poi questa nuova edizione: quello di Anthony Wong, divo e leggenda di Hong Kong, che ritirerà il Gelso d'Oro alla Carriera e affiancherà nella hall of fame udinese i nomi di altri giganti come Jackie Chan, Joe Hisaishi e Brigitte Lin.

Per una straordinaria icona hongkonghese, una straordinaria icona cinese: la bellissima Yao Chen, diva e leggenda, grande attrice e instancabile attivista, che salirà sul palco del FEFF a presentare il thriller sociale Lost, Found di Lue Yue. Una vivida riflessione sui diritti civili e sulla condizione femminile nella Cina contemporanea che trova in Yao Chen la protagonista "politicamente" perfetta.

Fino a sabato 4 maggio, l'appuntamento sarà dunque al Teatro Nuovo "Giovanni da Udine". 76 titoli in programma (51 in concorso) provenienti da 12 paesi, una retrospettiva, una monografia, un omaggio al nuovo cinema indipendente coreano, 2 "strane coppie", un restauro in anteprima mondiale e più di 100 eventi tematici organizzati nel cuore di Udine. Una vera e propria "isola del cinema" dove il cinema non viene soltanto celebrato e declinato al futuro.


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In foto una scena del film Three Husbands.
In foto una scena del film Home with a view.
In foto una scena del film Intimate Strangers.

Film di oggi e film "di domani". Film che parlano la lingua dell'attualità, spesso direttamente della cronaca, a iniziare dal racconto collettivo Ten Years (dopo Hong Kong, l'asse narrativo si sposta in Giappone e in Thailandia) e dalle 14 opere prime incluse nella line-up (concorrono per il Gelso Bianco e saranno sottoposte all'esame di tre giurati.

Film che, a volte, indagano lo stesso tema da angolazioni completamente diverse, come le tre stupende ballate senili Only The Cat Knows di Syoutarou Kobayasi, Romang di Lee Chang-Geun, Heaven's Waiting di Dan Villegas: una giapponese, una coreana, una filippina. Un affascinante "gioco delle differenze" che non si esaurisce qui e nemmeno nell'atteso remake coreano del nostro Perfetti sconosciuti (guarda la video recensione) (cioè Intimate Strangers di JQ Lee): il FEFF 21 ci ha costruito sopra un segmento speciale, "The Odd Couples", curato da mister Roger Garcia. Quattro "strane coppie" di gemelli cinematografici dove l'Oriente si misura col proprio "doppio" occidentale e viceversa (My Name Ain't Suzie di Angie Chan/Il Mondo di Suzie Wong di Richard Quine e City On Fire di Ringo Lam/Le Iene di Quentin Tarantino, omaggio del Festival al caro amico hongkonghese recentemente scomparso).

Altro segmento speciale 100 Years of Korean Cinema: "I Choose Evil - Lawbreakers Under the Military Dictatorship". Una retrospettiva (8 film) e una monografia messi a punto dal FEFF 21 con il sostegno del KOFIC (Korean Film Council) e la collaborazione del KOFA (Korean Film Archive), ragionando sui concetti di "libertà" e di "censura", per festeggiare il centenario del cinema coreano.

Se il cinema coreano contemporaneo selezionato dal Festival spazierà dall'epic action (The Great Battle di Kim Kwang-Sik) alla comedy poliziesca (l'irresistibile Extreme Job di Lee Byeong-heon), passando per gli zombie più divertenti dell'anno (The Odd Family di Lee Min-jae), anche il Giappone, pronto a entrare nella Nuova Era - Reiwa - con l'incoronazione di Naruhito, si divertirà a spaziare tra i generi: dall'imperdibile documentario Kampai! Sake Sisters di Mirai Konishi, fino al sorprendente Melancholic di Seiji Tanaka (uno dei 14 debut feature di cui abbiamo già parlato), passando per Every Day a Good Day di Tatsushi Omori che possiamo considerare l'ultimo, bellissimo, saluto di Kirin Kiki.

La Cina verrà rappresentata, come sempre, da titoli molto forti (citiamo Dying to Survive di Wen Muye e The Rib di Zhang Wei), mentre Hong Kong metterà in campo tutta l'energia creativa dei thriller "vecchia scuola" (Project Gutenberg di Felix Chong) così come tutta la forza eversiva della scena indipendente (Three Husbands di Fruit Chan), senza dimenticare il ritorno di Herman Yau (A Home With a View). Di ritorni, va detto, anche il FEFF 21 sarà molto generoso. E sul fronte del Sud-est asiatico, dove il cinema di genere spadroneggia (a Udine, tra i vari titoli, vedremo l'ottimo horror malesiano Two Sisters), ce ne saranno due particolarmente graditi agli spettatori: quello di Chito Rono e quello di Joyce Bernal, cari e affezionati amici del Festival.


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