L'apertura della manifestazione è affidata al film sudcoreano sull'abbattimento delle barriere ideologiche.
di Martina Ponziani
"Volevo parlare di guerra e ideologia in maniera ironica attraverso l'atto più eccitante della danza, il tip tap". Così il regista sudcoreano Kang Hyoung-chul ha voluto introdurre la sua ultima opera, Swing Kids, selezionata per aprire la diciassettesima edizione del Florence Korea Film Festival. Un film ambientato nel 1951 nel campo di prigionia di Geoje, che combina uno dei periodi storici più dolorosi della Corea con l'atto più eccitante della danza attraverso le vicende dei suoi ballerini protagonisti.
Abbattere il muro che divideva il comunismo dal capitalismo a colpi di passi di danza. Questa l'idea alla base di Swing Kids che il regista ha saputo restituire con la sua celebre maestria nel combinare elementi pop con una direzione tecnica meticolosa.
Due elementi che in questo film coincidono nella figura dell'attore protagonista Do Kyung-soo, vera star coreana, che alterna la carriera da interprete con quella di cantante in un gruppo musicale. "Quando l'ho scelto non sapevo che lui fosse così famoso" ha dichiarato Kang Hyoung-chul, che continua: "Uno dei parametri con cui seleziono i miei interpreti è la loro capacità nel saper entrare nello scenario che propongo. In lui ho visto questa potenzialità. So che ci potrebbero essere dei pregiudizi in merito, ma non potevo non riconoscere il suo talento.". Questo non è l'unico preconcetto con cui si è dovuto scontrare il film, soprattutto in patria. La mescolanza, infatti, della lingua inglese e coreana non era stata ben vista dall'opinione pubblica, che lamentava la grande presenza nel cast di attori stranieri. La forza ideologica del film ha saputo però superare anche questa barriera, registrando incassi da record al suo debutto nelle sale.