La 2a serie ha una veste ambiziosa, con molti camei di prestigio e uno sguardo più ampio sul mondo che racconta.
di Andrea Fornasiero
June ha ricevuto la promessa di una fuga da Nick ma in realtà il veicolo su cui è stata caricata sembra portarla verso la punizione per la propria ribellione al termine della stagione precedente. In un complesso gioco di cappa e spada avrà modo di cercare la libertà, ma la rete che l'aiuta è fragile e basta pochissimo per creare dei buchi nel suo supporto, tanto che June dovrà spesso cavarsela da sola. Nel mentre il padre di loro figlia vive in Canada con Moira, sfuggita al bordello Jezebel, ma entrambi non possono riprendere la loro vita, schiacciati dall'orrore della Repubblica di Gilead dove sanno che June è ancora prigioniera. Emily è stata deportata nelle terribili Colonie, un campo di lavoro in un luogo venefico e forse radioattivo, dove presto viene raggiunta da un'altra ancella ribelle, Janine.
Il finale della seconda stagione di The Handmaid's Tale (guarda la video recensione) ha fatto molto discutere in America già la notte della diffusione dell'ultima puntata: la serie sembra superare definitivamente la fedeltà al romanzo per un'autonomia narrativa. Da qui in avanti dovrà giocarsi, nel bene o nel male, la propria partita.
Dopo il tripudio di premi vinti per la prima stagione, The Handmaid's Tale torna in una veste più ambiziosa, con molti camei di prestigio e con uno sguardo più ampio sul mondo che racconta.