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Remake: a volte ritornano

Il cattivo tenente di Herzog, "adattamento" del film culto di Abel Ferrara, riapre la questione del remake e della sfruttabilità di un successo "originale".
di Marzia Gandolfi

Remake d'autore
Harvey Keitel (85 anni) 13 maggio 1939, New York City (New York - USA) - Toro. Interpreta Il tenente nel film di Abel Ferrara Il cattivo tenente.

giovedì 20 agosto 2009 - Focus

Remake d'autore
Non ha mai nascosto ne ha mai mancato di esibire il suo disprezzo Abel Ferrara per la versione "aggiornata" e hollywoodiana del suo Cattivo tenente, in concorso a settembre alla Mostra del Cinema di Venezia. Non ha mai mostrato indulgenza o anche solo credito (e stima) dinanzi all'autore che in quella difficile impresa si cimentava. Regista del remake del film culto di Abel Ferrara e della vicenda morale di un poliziotto (Harvey Keitel) impegnato a cercare gli stupratori di una suora, è niente meno che Werner Herzog. Tralasciando le polemiche e i capricci d'autore, più o meno legittimi, a interessarci del fatto e nel fatto è la questione del remake, del rifacimento di un originale e della sfruttabilità del suo successo. Difficile naturalmente pronunciarsi sulla versione ancora inedita di Herzog, difficile perciò valutare l'ipertestualità, che lega il film del regista tedesco al precedente di Ferrara, di cui è derivazione? Trasformazione? Imitazione? In attesa del suo debutto sugli schermi del Lido, ci si può però interrogare su questo "vizio", su performance stilisticamente differenti che riducono i rischi di impresa all'industria hollywoodiana, sempre impegnata nell'approvvigionamento della "materia prima". Il remake continuerà, alla pari del sequel e dell'adattamento cinematografico di romanzi, fumetti e serial televisivi, a fornire soggetti "semilavorati" e la produzione hollywoodiana persevererà nel ripescaggio e nel riciclaggio, saccheggiando la propria e l'altrui cinematografia e ricostituendo un repertorio di "classici del genere". D'altra parte il remake si può rivelare qualcosa di più che una banale facilitazione alla crisi del soggetto: un'interessante strategia che fa della storia del cinema un'effettiva tradizione, all'interno della quale individuare la soluzione ai problemi attuali della produzione artistica e spettacolare.

(Ri)vediamoli
Che si tratti di autori o di onesti artigiani, spopolano sugli schermi, ieri come oggi, il remake d'autore e quello "di genere". Prossimamente insieme e oltre Il cattivo tenente di Herzog (ri)vedremo due celebri opere cinematografiche: Fame, il musical di Alan Parker, e La città verrà distrutta all'alba, notevole ma sfortunato horror di George Romero. Kevin Tancharoen ripropone il film corale di Parker, che contribuì agli inizi degli anni Ottanta al rilancio del musical. La versione aggiornata di Fame, che ispirò l'omonima e fortunatissima serie televisiva, racconta di nuovo e diversamente il duro apprendimento e i piccoli drammi personali di un gruppo di giovani talenti iscritti alla High School of Performing Arts di New York. The Crazies di Breck Eisner sarà invece la "copia conforme" alla Città verrà distrutta all'alba di Romero, riedizione, speriamo felice, dell'omonimo capolavoro del 1973 e del suo sguardo sulla società di massa, "spappolata" per effetto degli stessi "morti viventi" o contaminati che ha generato. Accanto a film che rivelano fin dal titolo l'esplicitazione della fonte, la prossima stagione cinematografica non mancherà di produrre remake impliciti, pellicole che non sono desumibili attraverso l'identità del titolo o attraverso l'attribuzione indicata in testa o nei titoli di coda e che dunque metterà alla prova la competenza enciclopedica dello spettatore, a cui spetterà il compito di riconoscere "prelievi" e citazioni. Tra differenza e ripetizione, tra film ospitato e film ospitante, il remake e il citazionismo recuperano una storia o un'idea e la realizzano (o innestano) in un contesto nuovo, che testimonia il cambiamento intervenuto nell'ambito della rappresentazione. Annunciata intanto la "riproposizione" di tenenti cattivi, ballerini ambiziosi e assediati impazziti, ne attendiamo la visione per capire se davvero fosse possibile (ri)farli meglio.

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