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Anteprime animate a Giffoni

Dal secondo capitolo delle avventure di Arthur all'attesissimo film spagnolo.
di Gabriele Niola

L'animazione tiene banco a Giffoni

venerdì 24 luglio 2009 - News

L'animazione tiene banco a Giffoni
Nel giorno di Sergio Castellitto e Carolina Crescentini a Giffoni è l'animazione a tenere banco con il teaser e il trailer in anteprima di due film molto attesi: Arthur e la vendetta di Maltazard (seguito dell'altro film prodotto da Luc Besson) e lo spagnolo Planet 51.
Ieri invece Elio Germano e Laura Morante pur senza incontrarsi mai hanno tenuto una polemica a distanza sull'opportunità, per Germano, di avere film che parlino di cose importanti ("Attendo ancora un film sui fatti di Genova" ha detto l'attore) contro l'idea che sia il modo di girare e raccontare che in realtà faccia il film espressa da Laura Morante.
Germano ha poi confessato contro ogni previsione di essere preoccupato dall'esigenza di fare film per soldi e carriera e di sognare il giorno in cui potrà accettare solo i progetti in cui crede. Nonostante fino ad ora, per sua ammissione, gli sia andata bene teme per il futuro.

L'attore senza metodo
Tra i pochi pochissimi attori italiani invitati a partecipare a Nine, il colossal di Rob Marshall ispirato ad Otto e mezzo di Fellini, Elio Germano (che interpreta l'assistente alla regia del protagonista Daniel Day Lewis) racconta di un'esperienza radicalmente differente dai set italiani: "Ho capito davvero perché i loro film siano migliori dei nostri. Gli americani nel lavoro fanno paura, c'è un elenco troupe che è 15 volte più grande del nostro, si lavora 12 ore mentre noi lavoriamo per sole 10 e poi c'è una serietà da macchina industriale un'abnegazione al lavoro totale che mi ha fortemente colpito. Tutto è più grande. Il monitor è grande, i fonici sono 3, anche le zeppe sono grosse!".
Tuttavia non ogni cosa del vivere sul set americano è positiva: "Certo poi il mio lavoro è sempre quello, sono lì e dico le battute ma il clima è disumano. Con il regista quasi non ci ho parlato, da noi ci stanno le conversazioni, c'è la battuta.... Lì Marshall parlava con un microfono e io sentivo la sua voce da un altoparlante".
Appunto, il lavoro poi è sempre quello ma senza metodi particolari: "La scommessa che faccio è usare ogni volta un metodo diverso perchè credo che ciò che viene fuori poi è più il metodo che usi che altro. Il mio sogno sarebbe azzerare ogni metodo e arrivare vergini davanti all'esperienza. È un mestiere così particolare che si fa solo con il corpo che poi è ridicolo schematizzare il tutto, si tratta di una cosa complessa che avviene dentro di noi".
Eppure nonostante tanti successi ancora Elio Germano sente di non aver raggiunto la posizione ideale: "Per il futuro vorrei davvero riuscire a fare quello in cui credo, cioè passare da fare qualcosa per lavoro a fare quello che voglio. In questo periodo ho fatto quello che volevo ma si tratta di momenti che tendono a finire. Non sempre puoi condividere il progetto".
Progetti che per Germano dovrebbero decisamente essere più coraggiosi: "Il problema con il cinema italiano è che non c'è coraggio. Ce n'era di più ad esempio ai tempi di film come Il muro di gomma. Oggi non c'è niente, io da una vita aspetto un film su Genova, perchè nessuno lo fa? Dobbiamo prenderci le responsabilità sulle nostre spalle, siamo noi che dobbiamo cacciare chi ci governa come chi ci produce".

Nessuno mi fa fare un radiodramma ma io sarei pazza di gioia
Sarà l'esperienza francese, sarà il passato da ballerina, sarà la passione per la scrittura (mai concretizzata) ma Laura Morante è decisamente diversa dalle altre personalità del cinema italiano e come tale ha idee e sogni diversi.
"A me per esempio piacerebbe fare la radio ma non me la fanno fare. Io sarei pazza di gioia se mi facessero fare un radiodramma". Decisamente poco consueto, come poco consueto è il suo parere su cosa conti davvero in un film: "Mi dissocio dalla tendenza generale. Credo poco nell'importanza dell'argomento, l'ultimo bellissimo film di Resnais per esempio è un film su un argomento superficiale. Si possono avere film meravigliosi su argomenti inconsistenti e film squallidi su argomenti forti".
Secondo l'attrice infatti l'argomento è la cosa più facile da promuovere nelle interviste, nelle pubblicità mentre poi è la forma ad essere decisiva: "Certo, Gomorra è un bel film e ha pure un argomento interessante. Ma io mi sento di difendere film più delicati e difficili perché non hanno un argomento forte. Per fortuna il pubblico ogni tanto è imprevedibile e sono felice quando spiazza. Gomorra è andato benissimo come anche quello di Rossi Stuart, Anche libero va bene".
Da qui il fatto che da noi si produca proprio molto poco: "Il nostro è un paese in discesa e questo fa paura. In Francia ad esempio si fanno molti più film che in Italia. E poi i francesi sono molto più attenti a difendere la propria cultura. I film sono come i figli: bisogna farli, sì, ma poi anche seguirli. Noi invece siamo poco amorosi. Tanto che poi non credo nella superiorità del cinema francese è solo che fanno più film".

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