Presentata al Roma Fiction Fest una delle serie più interessanti della prossima stagione televisiva.
di Mattia Nicoletti
Comunicare con il corpo
Nell'epoca del cambiamento, di eliminazione delle scorie dell'era Bush, Lie to me è una delle serie tv (che vedremo sui canali Fox) che ha cambiato le regole degli interrogatori nei crime drama. Dalla violenza di Jack Bauer in 24 all'intuito e all'osservazione del body language del Dott. Cal
Lightman. Presentato al Roma Fiction Fest come una delle novità più interessanti della prossima stagione Lie to me ha la forza dell'interpretazione di Tim Roth, l'ennesimo attore cinematografico a cimentarsi in una serie di qualità, e una serie di lezioni su come il comportamento del corpo possa comunicare più delle parole. L'impegno di Lightman a supportare le investigazioni su presunti omicidi si manifesta con ironia e grande professionalità.
La forza della mente
Lie to me ha avuto discreti risultati di audience in USA tanto da garantire una seconda stagione.
Il personaggio principale è ispirato, non ufficialmente, a Paul Ekman, uno noto psicologo consulente della omicidi.
Come detto prima, in un crime drama strutturato sugli interrogatori, la violenza è assente, ma non solo la violenza, anche il contatto fisico. Tutto è nella forza della mente, altro elemento comune ad altri crime drama come ad esempio The Mentalist considerata una delle sorprese della ormai conclusa stagione americana. In Italia, grazie anche alla notorietà e all'estrema bravura di Tim Roth, e una struttura procedural, autoconclusiva a ogni episodio, la serie potrebbe avere un buon successo.