Le prime settimane di dicembre non sono all'insegna di film d'azione o da grandi effetti speciali, ma di commedie più o meno pungenti, di storie intime e da forti temi sociali. Si comincia dicembre in allegria con l'atteso ritorno di Mike Leigh. Il regista inglese torna sugli schermi, quattro anni dopo Il segreto di Vera Drake, con una nuova storia centrata su una donna, La felicità porta fortuna – Happy Go Lucky. Anche in questo film, come negli ultimi che ha diretto, i personaggi sono stati costruiti da zero attraverso dettagliate conversazioni e improvvisazioni.
La storia ruota attorno a Pauline, chiamata Poppy, una giovane maestra elementare dallo spirito libero, che si adatta ai cambiamenti del destino grazie al suo esasperante ottimismo. Un'interpretazione eccezionale che ha permesso a Sally Hawkins di essere premiata a Berlino con l'Orso d'Argento. Rimanendo sullo stesso genere ma con toni decisamente più leggeri, La coniglietta di casa ci porta nel mondo di Playboy e delle confraternite americane. Scritto dagli sceneggiatori di Una bionda in carriera, il film segue le vicende di Shelley Darlington (Anna Faris), un ex-coniglietta di Playboy che si iscrive nella confraternita femminile Zeta Alpha Zeta. Un film sulla falsa riga di Mean Girls che parla di problemi di autodeterminazione e conflitto tra apparenza esteriore ed interiore.
Di tutt'altro tipo sono invece i problemi di Giagià, il protagonista di Torno a vivere da solo, interpretato da Gerry Calà. Sequel ideale del film di Marco Risi, Vado a vivere da solo, il film è incentrato su come sopravvivere alle separazioni matrimoniali e come affrontare i problemi delle famiglie allargate. Calà torna in veste di regista per la quinta volta, affiancato da un cast di nomi noti, Don Johnson, Paolo Villaggio, Enzo Iacchetti e Tosca D'Aquino.

Se con i film precedenti si riesce a combinare divertimento e riflessioni, le altre pellicole che escono in questo periodo affrontano temi più forti e delicati. L'ultima pellicola girata da Danny Boyle, regista di Trainspotting e 28 giorni dopo, The Millionaire, è un film indipendente basato sul libro Q and A di Vikas Swarup e sceneggiato da Simon Beaufoy, autore di Full Monty. La pellicola racconta di Mumbai, un ragazzo di strada, che vince ad un gioco a premi, ovvero la versione indiana di Chi vuole essere milionario? Accusato di aver barato, dovrà spiegare che partecipare al gioco era l'unico modo per contattare la sua ragazza scomparsa, poiché grande fan del gioco, non perde mai un episodio. Girato per un terzo in lingua indiana il film ha trionfato al Toronto Film Festival. L'ospite inatteso, affronta invece il tema dell'immigrazione, dell'identità e della comunicazione fra diverse culture. Richard Jenkins interpreta Walter Vale, un professore di economia, che fa amicizia con una giovane coppia di immigrati clandestini Tarek e Zainab, a cui hanno affittato con l'inganno il suo appartamento di New York. Tarek verrà arrestato e la madre si trasferirà nell'appartamento di Vale. Mentre il professore cerca di impedire la deportazione del giovane musicista, farà amicizia con Mouna, la madre di Tarek, anche lei clandestina.
Ambientato nel 1977 a Parigi il secondo film di Sylvie Verheyde, Stella, racconta il primo anno di liceo di una ragazzina dei quartieri operai nella Parigi del 1977. Una storia in parte autobiografica racconta dell'amicizia tra la protagonista e Gladys figlia di immigrati ebrei argentini, che permetterà alla bambina di prendere coscienza del mondo la circonda.
A chiudere questo sguardo sul modo è il film israeliano Il giardino di limoni di Eran Riklis. La storia racconta della battaglia tra una vedova palestinese e il ministro della difesa israeliano per un piccolo appezzamento di terra che ospita una piantagione di limoni situato sul confine tra Israele e la barriera di separazione Israeliana. Considerate pericolose per la sicurezza del ministro, le piante di limoni rischiano di essere sradicate, una battaglia legale che porterà Salma fino alla corte suprema e nell'oscuro, complesso e qualche volta complicato caos della battaglia del medio oriente dove tutti alla fine si trovano soli a combattere per sopravvivere.

Sempre in questo periodo, escono tre film italiani che esplorano i rapporti tra i giovani, le relazioni familiari e su come affrontare la vita. La pellicola di Pasquale Falcone, Io non ci casco, interpretata da Maria Grazia Cucinotta e Ornella Muti, descrive uno spaccato della vita degli adolescenti contemporanei sul loro modo di comunicare e vivere la scuola, raccontando la storia di un ragazzo di 17 anni che finisce in coma irreversibile dopo un incidente stradale.
Ambientato in una provincia del Nord Italia, l'ultimo film di Gabriele Salvatores, con Elio Germano e Fabio De Luigi, analizza il rapporto tra un padre alcolizzato e disoccupato Rino e il figlio Cristiano, allevato con la forza e la violenza. Assieme a queste due figure tragiche, si aggiunge quella del loro unico amico Quattro Formaggi, affetto da problemi mentali dopo un incidente, passa le proprie giornate a costruire uno strano presepio. L'ultimo film italiano, Un attimo sospesi del regista sardo Peter Marcias, è un noir psicologico ambientato a Roma, durante l'attentato dell'undici settembre. Cinque individui che a mala pena sono sopravvissuti al loro stesso passato, dovranno fare i conti con un mondo sconvolto che non potranno ignorare per sempre. A chiudere questa carrellata di film, uno dei blockbuster americani più attesi della stagione, Ultimatum alla terra remake dell'omonimo film del 1951. Keanu Reeves interpreta l'alieno Klaatu sceso sulla terra per dare un ultimatum al genere umano, coesistere o venire annientati. Le tematiche del film sono state aggiornate a problemi contemporanei quali il rapporto tra uomo e natura e la natura distruttiva dell'uomo.