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Boris, al via oggi la seconda stagione

Intervista ai creatori della serie italiana prodotta da Fox.
di Mattia Nicoletti

Ogni lunedì alle 23 su Fox

lunedì 12 maggio 2008 - Incontri

Ogni lunedì alle 23 su Fox
Il giorno di Boris, la serie televisiva italiana prodotta da Fox, giunta alla seconda stagione (in onda su FOX dal 12 maggio ogni lunedì alle 23). Al Telefilm Festival per incontrare pubblico e stampa sono presenti il cast e i tre registi-sceneggiatori, artefici di questa commedia, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo. La serie nella serie è il concetto su cui si basa Boris, rappresentazione di una troupe che sta girando la soap opera Gli occhi del cuore 2. I luoghi comuni del set, la schizofrenia dei protagonisti, le situazioni tipo che vanno dal casting ai problemi produttivi, al momento dell'azione!, sono dipinti con ironia e satira, estremizzando (non troppo) il reale.

Come è stato pensato Boris? L'anno scorso siamo partiti a raccontare i meccanismi della rassegnazione al brutto, cioè come un gruppo di persone, magari non tutte malvagie, ognuno con una parte sana e una parte malata, potesse produrre una cosa brutta come la soap Gli occhi del cuore 2. Questa soap, e qui ci prendiamo le responsabilità nel dirlo, rappresenta la media della produzione italiana, con qualche eccezione, forse.

E come si passa da una prima stagione a una seconda?
L'anno scorso naturalmente non pensavamo a una seconda stagione, anzi pensavamo di essere licenziati in tronco dopo due mesi. In questa nuova stagione abbiamo scelto la strada della regressione, e i personaggi lentamente peggiorano. Seguendo poi la tendenza delle serie internazionali, abbiamo deciso poi di creare un collegamento fra un episodio e l'altro per non abbandonare mai i personaggi. Insomma, il contrario di Fonzie. Fonzie alla fine di ogni puntata di Happy days era sempre Fonzie, non evolveva mai, i nostri personaggi invece evolvono... o meglio, regrediscono. Questo secondo anno Boris vuole essere ancora più coraggiosa.

Quanto viene scritto prima di girare e quanto la sceneggiatura viene modificata in corsa con l'ausilio degli attori?
Molte scene sono girate esattamente come sono pensate e scritte, in altre invece c'è un grande contributo degli attori, e addirittura della troupe. C'è grande condivisione e coesione intorno a un'idea satirica e divertente.

C'è una citazione di Lost all'inizio del primo episodio della nuova stagione di Boris. Su YouTube c'è un video che ironizza sul folle metodo di lavoro degli sceneggiatori di Lost, voi lavorate così?
Il video su YouTube è molto divertente... però noi non lavoriamo proprio così, anche se nelle sessioni di sceneggiatura noi parliamo molto senza seguire un'organizzazione precisa proprio per evitare di entrare troppo in schemi predefiniti.

Oggi in Italia hanno successo le serie corali. È più difficile scrivere una serie basata su un personaggio, come ad esempio House?
Non ci abbiamo mai pensato, ma credo che sia più difficile. Tuttavia alcuni dei nostri personaggi li conosciamo talmente bene che potrebbero dare vita a degli spin-off.

È forse un problema legato agli attori?
Sicuramente incentrare una serie su un attore i cui tic e abitudini sono conosciuti già da tutto il pubblico può essere un problema. L'optimum sarebbe poter scegliere un attore ancora da scoprire sia per gli sceneggiatori che per il pubblico.

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