Blue Jasmine |
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Un film di Woody Allen.
Con Alec Baldwin, Cate Blanchett, Louis C.K., Bobby Cannavale, Andrew Dice Clay.
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Commedia drammatica,
Ratings: Kids+13,
durata 98 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 5 dicembre 2013.
MYMONETRO
Blue Jasmine
valutazione media:
3,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sorprendente Allendi isin89Feedback: 1780 | altri commenti e recensioni di isin89 |
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domenica 30 novembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo la delusione di 'To Rome With Love' il grande regista newyorkese ritorna in gran forma con una pellicola memorabile dai toni amari e schizofrenici. Blue Jasmine è la storia della bellissima e affascinante Jasmine (interpretata dall'immensa Cate Blachett degnamente baciata dall'oscar) che dopo aver tragicamente perso il marito (il brillante Alec Baldwin) e il suo immenso patrimonio economico, si ritrova ridotta sul lastrico a chiedere aiuto alla sorellastra Ginger (Sally Hawkins), donna umile e meno brillante appartenente alla classe medio-bassa di San Francisco. Il film è in pieno stile alleniano, ricco di quell'umorismo sottile e tagliente capace di far sorridere anche nelle situazioni più tragiche. È un umorismo intelligente e sapientemente inserito in una storia che di positivo e allegro ha ben poco. Dall'altro lato si pone il dramma, la tragica fine di una vita agiata e vissuta a pieno dalla quale è difficile (in questo caso quasi impossibile) riprendersi. Jasmine cerca di farlo, si arma di buona “volontà” e decide di voltare pagina ma il suo attaccamento a quel determinato stile di vita le impedisce di raggiungere i suoi “scopi”. È pomposa e viziata, testarda e inetta, non sa cosa sia la vita né ha la benché minima idea di cosa significhi lavorare. Per quanto si sforzi di cambiare si ritrova sempre al punto di partenza senza riuscire a dimenticare il passato e ad accettare la sua nuova vita. Non si tratta di potere ma di volere. A Jasmine manca la costanza e il rispetto per se stessa, non arriva mai al miglioramento in quanto non è quello a cui realmente aspira. Il rifiuto nei confronti della vita la porta ad estraniarsi ancora di più con il mondo fino a spezzare ogni legame con ciò che la circonda. Non vi è traccia di miglioramento nel suo essere, quello che fa le impedisce di riappacificarsi con se stessa. Il suo dramma, forse, è dato proprio dal fatto di non potere né riuscire a rassegnarsi alle proprie colpe (l'aver denunciato il marito e le dirette conseguenze) che l'hanno indirettamente condotta a quella condizione e il finale del film, perfettamente giostrato dal regista, è uno dei più crudi e amari che abbia mai visto in una commedia drammatica. Woody Allen ritrova l'ispirazione e la porta alle stelle. Il film riesce nel suo intento e risulta più efficace di quanto ci si aspettava. Oltre all'interpretazione della Blanchett, quello che salta maggiormente all'occhio è soprattutto la messa in scena dei personaggi e la sapienza con la quale il regista porta avanti la storia, i toni amari e gli aspetti più intimi. Allen non salva nessuno ma, al contrario, decide di farli affondare nel pieno delle loro insoddisfazioni e insicurezze abbandonandoli soli con i loro peccati.
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