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Into Darkness - Star Trek |
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Un film di J.J. Abrams.
Con John Cho, Benedict Cumberbatch, Alice Eve, Bruce Greenwood, Simon Pegg.
continua»
Titolo originale Star Trek Into Darkness.
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
durata 132 min.
- USA 2012.
- Universal Pictures
uscita mercoledì 12 giugno 2013.
MYMONETRO
Into Darkness - Star Trek   
valutazione media:
3,71
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Into darkness - Star trek
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| martedì 18 giugno 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Che Dio stramaledica il 3D, e un po’ anche quelli che non distribuiscono le copie che non abbisognano di occhialini. Quando poi scopri che il film è stato girato per volere del regista in due dimensioni e la terza è stata aggiunta in post-produzione… Meglio lasciar perdere e godersi questa seconda puntata del reboot (o universo parallelo che dir si voglia) della saga dell’astronave Enterprise e del suo equipaggio: un bel filmone solido che mischia con abilità le scene d’azione (compresa una distruzione di mezza San Francisco che fa tanto 9/11) e brillanti interazioni fra i personaggi fedeli alle loro psicologie nella serie originaria. Anche l’aspetto fisico è simile, con l’evidente eccezione di Uhura a cui Zoe Saldana regala una bellezza affatto diversa da quella di Nichelle Nichols. Il tenente addetto alle comunicazioni vive anche un tormentato rapporto con Spock: deviazione ben fuori dal canone ma che offre il destro per qualche scintilla e più di un sorriso, come nel battibecco in cui viene preso in mezzo un incolpevole Kirk. Dalla tradizione arriva anche il cattivo-che-però-qualche-ragione-ce-l’ha: Khan ci guadagna parecchio passando da Ricardo Montalbán al cipiglio tenebroso di Benedict Crumberbatch – non pare un caso che sia proprio lui a campeggiare in primo piano sulle locandine - peccato solo che la voce bassa e profonda dell’attore inglese si perda un po’ nel doppiaggio. I fan più accaniti hanno contestato il déshabillé di Alice Eve (una fugace inquadratura peraltro del tutto inutile) ma per il resto possono ritenersi soddisfatti, oltre ad avere la possibilità di sbizzarrirsi nella caccia alla citazione: quando i nostri abbandonano le rigide divise da parata e indossano i pigiamini, la vecchia atmosfera ritorna quasi per magia e lo spettatore può lasciarsi andare infischiandosene tranquillamente degli immancabili (per un film del genere) buchi di sceneggiatura. Abrams conferma di saperci fare nei momenti più convulsi già a partire dalla sequenza di apertura, che funge un po’ da prologo come nei film di 007, ma forse fa anche meglio quando deve lavorare sui volti degli attori utilizzando pure alcune inquadrature rubate ai telefilm, la più classica delle quali vede Kirk, seduto sulla poltrona di comando, rivolgersi verso Spock alle sue spalle guardandolo da sotto in su. Del resto, oramai siamo subissati da effetti speciali più o meno impeccabili, così che la qualità di una pellicola si misura proprio nei momenti in cui detti effetti non ci sono e qui basterebbe la scena della (momentanea) morte di Kirk. Dato al regista quel che è del regista, va comunque sottolineato il bel lavoro degli interpreti che si dimostrano tutti più che all’altezza anche sul fronte dei buoni, partendo dalla faccia da schiaffi di Chris Pine e scendendo per la scala gerarchica dell’equipaggio, con menzione speciale per Anton Yelchin nei panni di un Chekov inopinatamente alle prese con i motori a curvatura e per Simon Pegg a cui è affidato l’orgoglioso Scott. Quando, dopo un lunghissimo scazzottamento, infine Khan viene neutralizzato, l’Enterprise risanata può partire per la sua missione quinquennale (con qualche dubbio da parte di un McCoy per il resto un po’ in ombra) e allora non resta che sperare che la prossima puntata ci porti là dove nessun uomo è mai giunto prima. Nel frattempo, partono i titoli di coda (quelli di testa non esistono) e sono forse la parte in cui il 3D rende di più: che Dio stramaledica anche chi decide di accendere le luci in sala prima che parta il rullo finale.
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